LA CADUTA (ESOTERISMO)

Secondo la Tradizione Esoterica l’uomo si trova in uno stato di sofferenza, prigioniero in un mondo illusorio, incatenato alla materia, precipitato nel mondo sensibile.
Questa situazione è dovuta ad una serie di eventi il cui complesso viene definito “Caduta”.
Abbiamo usato la parola “eventi”, ma chiariamo subito che qui si tratta di una sequenza atemporale: il Tempo e lo Spazio sono prerogative del mondo sensibile mentre questa caduta avviene fuori e prima del tempo: è un processo istantaneo ed immediato. Avviene “qui ed adesso” ed è la causa del punto di vista illusorio in cui si trova l’uomo. E’ un vero e proprio “Errore” metafisico.
Tutti gli ordini iniziatici hanno il solo scopo di invertire questo processo e così ottenere la “rigenerazione” dell’essere umano, cioè la sua liberazione dall’illusione.
In effetti l’uomo è solo prigioniero di un punto di vista erroneo ma, con uno sforzo che non è da tutti, ha la capacità di liberarsene e, quando ciò avviene, la sua natura reale gli appare istantaneamente in una tale semplicità per cui egli poi si chiede “come è possibile che per innumerevoli esistenze sono stato vittima di questa illusione?”.
E’ doveroso precisare che conoscere il meccanismo della caduta è comunque di importanza secondaria rispetto all’urgenza di liberarsi delle catene che imprigionano l’uomo in un mondo di sofferenza governato da una legge spietata.
Questo meccanismo viene descritto in alcune tradizioni sotto forma di mito, in altre si tenta di spiegarlo in forma razionale.
Nella tradizione ebraico-cristiana la caduta si identifica col peccato originale e la conseguente cacciata dall’Eden : in questa tradizione l’Eden rappresenta lo stato originario e, quando Adamo ed Eva ne furono fuori, “si accorsero di assere nudi”, cioè si ritrovarono in un corpo materiale, soggetto alla morte.
Sempre secondo questa tradizione, il peccato fu il tentativo di rendersi simili a Dio mangiando il frutto proibito, ma sarà lo Gnosticismo a spiegare l’aspetto simbolico di questa vicenda.
Lo Gnosticismo descrive i fatti utilizzando il mito che descriveremo brevemente, ma è oltre il mito che dobbiamo leggere la sua spiegazione.
La Realtà viene chiamata da tutti i pensatori gnostici il Pleroma. Il Pleroma è formato dall’Uno inconoscibile dal quale discendono una serie di Eoni. Gli Eoni sono entità divine splendenti e meravigliose. L’ultimo Eone in ordine di gerarchia è la Sophia, la Sapienza.
La Sophia, piena di Amore per l’Uno, tenta di risalire per conoscerlo. Ciò provoca un cataclisma immane: la Sophia precipita in basso e genera Yaldabaoth (Yahweh) il Dio creatore di questo mondo e, al di sotto di lui, i sette Arconti. Yaldabaoth è il Dio del Vecchio Testamento: arrogante, geloso, vendicativo.
Egli, ignaro di tutto ciò che è al di sopra di lui, crea questo Universo che è una specie di aborto, Regno del Male, dominato da una legge criminale. Egli poi, insieme agli Arconti, crea l’uomo su questo pianeta: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Però, a sua insaputa, nell’Uomo resta imprigionata la scintilla della Sophia : l’uomo è superiore ai suoi “fabbricatori” !
A differenza delle tradizioni che abbiamo appena esposto, il Buddhismo dà una spiegazione che non esitiamo a definire “scientifica” della caduta.
La causa prima di questo Errore è Avidya, l’Ignoranza. Abbiamo scritto Ignoranza con l’iniziale maiuscola, perché si tratta di un’Ignoranza metafisica, primo stadio di una complessa “genesi condizionata”, cioè di quella catena di eventi metafisici per i quali l’uomo si trova istantaneamente precipitato nel mondo sensibile.
Questa catena prende l’avvio da un “Errore”, uno sciagurato errore : Avidya, appunto, che, istantaneamente, dà l’avvio ad una serie di stadi atemporali il cui risultato finale è l’illusione di un io individuale e di un mondo “esterno” e diverso da questo io.
In questo senso Avidya è la causa di quella che, nelle Tradizioni esoteriche occidentali, viene definita “Caduta”, “Discesa”, “Colpa” etc ….. Essa è la causa della “Espulsione dal Paradiso terrestre”, del “precipitare della Sophia nei mondi inferiori” etc…, uno stato di oblio, di accecamento per cui l’Essere Reale entra in uno stato costante di agitazione, turbamento, desiderio, attaccamento, repulsione, paura, dolore, insoddisfazione, brama di esistere, brama di oggetti sensuali : la condizione umana. L’uomo dunque, a causa di Avidya, è prigioniero di un mondo di tenebre e non ha più ricordo della sua vera natura.
Si tenga presente che Avidya non può essere considerata né come “assolutamente esistente” né come “assolutamente inesistente”, in quanto è al di là dell’esistenza, dello spazio e del tempo. Essa è dovuta alla Maya, il potere dell’unica realtà esistente, il Brahman, quel potere per il quale, all’interno dell’Uno, esistono innumerevoli piani dell’esistenza compenetrati tra loro, tra i quali quello umano, tutti egualmente illusori ed irreali.
L’azione di Avidya avvia poi un processo inarrestabile :
L’Ignoranza produce l’azione (nascono il karma ed il principio di causalità).
L’azione produce la coscienza individuale.
La coscienza individuale produce i fenomeni mentali (nome e forma).
I fenomeni mentali producono le sei sfere sensoriali.
Le sei sfere sensoriali producono il contatto.
Il contatto produce la sensazione.
La sensazione produce il desiderio.
Il desiderio produce l’attaccamento.
L’attaccamento produce l’esistenza.
L’esistenza produce la nascita.
La nascita produce l’invecchiamento e la morte, il dolore, la sofferenza e l’angoscia.
Passando poi alla tradizione filosofica occidentale, la caduta è ben descritta dal sistema metafisico di Fichte :
Prima di fare delle brevi riflessioni, enunciamo subito le tre proposizioni fondamentali di questo sistema :
1) L’Io pone se stesso.
2) Nel momento in cui l’Io si è posto, si forma l’idea di Non-Io, cioè che esista qualcosa di diverso dall’Io.
3) A questo punto l’Io, ora limitato dal Non-Io, si frammenta nella molteplicità degli esseri senzienti.
La prima proposizione è praticamente l’affermazione che L’unica vera Prima Realtà è l’Io. Io assoluto, unico ed universale. Nulla esiste al di fuori dell’Io e tutto ciò che avviene, è all’interno di esso.
Si deve considerare che i passi successivi del processo, non avvengono nel tempo, ma sono un processo istantaneo.
Il tempo, come lo spazio, è una delle categorie con cui i singoli individui senzienti ordinano la loro rappresentazione mentale e non esiste nell’Assoluto.
Dunque l’Io assoluto “pone se stesso”. Ciò, di per se, già implica un turbamento dell’Assoluto, un “errore”, una “caduta”, che causerà la genesi dei singoli soggetti.
Nella seconda proposizione si afferma che, nel momento in cui l’Io si pone, sorge immediatamente l’idea che esista qualcosa al di fuori dell’Io, appunto denominata “Non-Io”.
A questo punto, a causa di questa contrapposizione, l’Io non è più l’Io assoluto, ma è limitato, appunto, dal Non-Io.
E’ ciò che afferma la terza proposizione: l’Io, ora limitato dal Non-Io, si frammenta nella molteplicità degli esseri senzienti.
Questa miriade di esseri autocoscienti vive prigioniera di questa falsa rappresentazione: tutti questi esseri (uomini ed animali) distinguono, nella loro rappresentazione mentale, un soggetto percipiente ed un mondo percepito, senza essere consapevoli che questi sono solo due poli illusori della stessa realtà mentale.
Essi hanno tutti la stessa rappresentazione: Se in uno specchio c’è una immagine, quando si rompe lo specchio tutti i frammenti hanno la stessa immagine.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
Questa voce è stata pubblicata in ESOTERISMO e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.