IL SENTIERO NASCOSTO IN TUTTE LE RELIGIONI

La Tradizione Esoterica afferma che qualsiasi Religione è utile per chi sia all’inizio del suo cammino verso la via della Liberazione e dell’Illuminazione, salvo poi, ovviamente, abbandonarla quando si sia giunti ad un certo stadio di evoluzione spirituale: dopo aver attraversato un fiume con una barca, sarebbe assurdo proseguire il cammino sull’altra sponda portandosi la barca sulle spalle.
Per poter illustrare questo concetto, dobbiamo fare una doverosa premessa.
La Tradizione Esoterica ci insegna che esiste un Principio Unico, al di fuori dello spazio e del tempo, del quale dunque non si può neanche dire che sia Eterno, ma soltanto che è.
Questo Principio è increato e causa di se stesso e non esiste nulla al di fuori di esso.
Al suo interno, come in un fantastico gioco illusorio, esistono infiniti piani di esistenza, ognuno dei quali vive la sua realtà effimera, ignaro, salvo in rari casi, degli altri piani di esistenza paralleli.
E’ proprio come ci ha rivelato la Meccanica Quantistica, che ci dice che, da un Substrato Unico, un oceano che contiene tutte le possibilità esistenti, una sola “realtà” emerge all’atto dell’osservazione di un essere senziente ed autocosciente.
Questo Principio coincide con la “Sostanza” intuita dalle Filosofie Medievali: Ente immutabile, unico realmente esistente, al di fuori del quale nulla esiste, “Causa Sui”, causa di se stesso, substrato di tutte le cose, realtà apparenti, diversamente rappresentate in infiniti piani della realtà, uno dei quali è quello umano.
La più antica Religione esistente, l’Induismo, parte proprio dal concetto che abbiamo esposto e denomina questo principio Brahman.
Da questo momento in poi, tra gli infiniti piani di esistenza, tutti illusori, ci riferiremo solo a quello umano.
Detto questo, useremo in seguito il termine “Manifestazione”, ma dobbiamo prima chiarire di cosa si tratta: il Brahman, unica Realtà, è fuori del tempo, ma, dall’effimero punto di vista umano, Esso si manifesta nel tempo attraverso i Cicli Cosmici.
Un Ciclo Cosmico consiste nella nascita dell’Universo, nella sua evoluzione, nella successiva involuzione e nella sua fine. I Cicli cosmici sono infiniti. Quando termina un Ciclo Cosmico tutti i piani dell’esistenza che conosciamo e non conosciamo vengono riassorbiti, compreso il mondo divino. Ciò che resta immutabile è solo il Brahman. Poi ricomincia un nuovo Ciclo Cosmico.
Quando inizia un Ciclo Cosmico, il primo Ente che nasce è Brahma (da non confondersi col Brahman) e questo Ente indescrivibile, incorporeo, assoluto, trascendente ed immanente allo stesso tempo, è quello a cui si riferisce l’Induista quando dice Dio, ma non è ancora il Dio dell’Islam e del Cristianesimo.
Tra i vari aspetti di Brahma, vi è quello personale, denominato Ishvara che è proprio l’Entità che l’Islam denomina Allah ed il cristianesimo Dio Padre.
Diverso è il discorso per quanto riguarda il Dio dell’Ebraismo, che, secondo la più autorevole Tradizione Esoterica, è una divinità inferiore, un dio arrogante, geloso, vendicativo, ignaro di tutto ciò che è al di sopra di lui: il Dio del Vecchio Testamento, per intenderci.
Al di sotto delle entità che abbiamo descritto esiste tutto un complesso Mondo Divino, descritto in vari modi, praticamente da tutte le Grandi Religioni, anche quelle che ci tengono a definirsi “Monoteiste”.
Possiamo affermare dunque che tutte le grandi Religioni (per quanto detto anche il Politeismo) dicono la verità, che però colgono fermandosi a piani divini via via più bassi.
Nel titolo di questa nota abbiamo parlato di “Sentiero”, ma che cos’è e dove porta ?
In passato sono esistiti degli esseri umani che, ritirandosi per anni nella foresta o nel deserto, hanno abbandonato il mondo ed hanno incominciato ad indagare sul mistero nascosto nell’intimo dell’essere umano e sono giunti ad avere delle esperienze che definiamo “mistiche”, facendo scoperte meravigliose.
Chiariamo subito che esistono vari gradi di “esperienza mistica” e, riguardo ai gradi inferiori (sempre estremamente superiori all’ordinaria consapevolezza dell’essere umano), chi li ha sperimentati è rimasto legato alla posizione religiosa di partenza.
Ecco dunque che i rishi e gli yogin induisti, i mistici cristiani ed ebraici, i sufi islamici, gli asceti buddhisti etc … hanno interpretato le loro esperienze, sostanzialmente identiche, in termini relativi alla loro Religione di partenza.
Ma i pochissimi uomini che hanno raggiunto il traguardo finale hanno riferito tutti la stessa cosa, quasi non parlando più di Religione: il sentiero è lungo e difficile, pochi hanno la capacità di intraprenderlo e, tra questi, solo una esigua minoranza raggiunge la meta: la liberazione dalle catene dell’illusione, l’Illuminazione.
Cos’è l’Illuminazione ?
E’ la Liberazione dallo stato illusorio in cui si trova l’uomo, vittima della credenza dell’esistenza di un io individuale e di un mondo esterno, con la conseguente identificazione col Principio Unico Universale.
L’Uomo è prigioniero della manifestazione, è immerso nell’oceano dell’esistenza, è afflitto da una Ignoranza Metafisica che lo porta a trovarsi in un punto di vista errato. Irreale è il mondo “esterno”, ma irreale è anche l’io che lo percepisce: la manifestazione è esclusivamente mentale, non vi è nulla di esterno alla mente. Mentale è l’oggetto percepito e mentale è l’io che lo percepisce. L’errore metafisico in cui l’uomo è precipitato lo induce all’identificarsi solo con un “lato” della Rappresentazione, quello che definiamo col termine “io”.
Con l’Illuminazione l’essere umano perde la sua individualità è si identifica col vero Testimone dell’intera rappresentazione della quale l’io ed il mondo esterno sono i due poli.
Questo Testimone è lo stesso in tutti gli esseri viventi.
La via che conduce all’Illuminazione non è né una Religione, né una Filosofia, ma una Scienza ed è stata illustrata in termini lucidi, freddi, distaccati e meticolosi dal principe Siddharta dopo che ebbe conseguito la Liberazione.
I primi passi di questa via sono di ordine morale e comportamentale e coincidono pienamente con quanto prescrivono il vero Islam ed il Cristianesimo.
L’osservanza, per esempio, dei principi morali che leggiamo nei Vangeli è indispensabile per iniziare il cammino.
Più avanti nel cammino, il Cristiano dovrà estendere il principio di amore per il prossimo ad amore verso tutti gli esseri viventi, come prescritto dalle vie induista e buddhista.
Il piccolo passo successivo è la “preghiera”, così come prescritta dall’Islam e dal Cristianesimo, che, con le sue formule mnemoniche e ripetitive, ottiene lo scopo di “staccare” la mente dell’orante dal mondo sensibile, svuotandola di qualsiasi pensiero e permettendogli in tal modo di “contattare” il mondo spirituale superiore.
Troviamo lo strumento della “preghiera” praticamente in tutte le religioni.
Ma, dopo questi piccoli passi iniziali che predispongono il fedele ad intraprendere il cammino, giunge il momento della “Meditazione”.
Ripetiamo, questa è una Scienza, eppure la stragrande maggioranza di coloro che giungono a questo stadio provengono da una esperienza “religiosa”, tranne nel caso degli adepti della Tradizione Ermetico-Alchemica Occidentale.
I vari stadi della Meditazione sono ben descritti dallo Yoga induista, dalla tecnica Bhavana buddhista e, in termini più nebulosi ed imprecisi, dagli scritti dei mistici cristiani, ebraici e musulmani.
In ogni caso il risultato finale al quale si tende, consapevolmente o inconsapevolmente, “religiosamente” o “scientificamente”, è sempre il medesimo, quello che con poche, semplici parole esprime l’Advaita Vedanta induista,”Tu sei Quello”, cioè la scoperta dell’identità tra l’osservatore e l’osservato, l’identità del Sé individuale col Brahman Universale.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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