AUTOCOSCIENZA E PENSIERO NEGLI ANIMALI

Nel corso dell’evoluzione, i sistemi nervosi degli esseri viventi sono diventati via via più complessi, fino alla formazione di un organo centrale che presiede a tutto il sistema: il cervello.
In molte specie viventi, sicuramente in tutti i mammiferi, in tutti gli uccelli, ma anche in altri animali appartenenti a specie diverse, come per esempio il polpo, questo organo ha raggiunto un notevole grado di complessità, diventando la sede dell’autoconsapevolezza, definita come esplicito riconoscimento della propria esistenza.
Ciò è dimostrato da vari test, tra i quali quello più conosciuto è quello dello specchio: l’animale in grado di riconoscere che l’immagine nello specchio non è un altro individuo, ma lui stesso, è sicuramente autoconsapevole.
Illustri filosofi, soprattutto credenti, e, ovviamente, tutti i teologi cristiani, ebraici e musulmani, fanno una sottile differenza tra autoconsapevolezza ed autocoscienza definendo la prima come il riconoscimento della propria esistenza e la seconda come la percezione di un “io individuale”.
Noi, al contrario, riteniamo che, se un essere vivente ha coscienza della propria esistenza, si deve necessariamente porre come “io” in relazione al mondo esterno.
In proposito riportiamo un breve passo della lunga dichiarazione di Cambridge sulla coscienza degli animali, firmata da centinaia di scienziati di tutto il mondo:
“Prove convergenti indicano che animali non-umani hanno i substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici necessari per gli stati coscienti insieme alla capacita di esibire comportamenti intenzionali. Di conseguenza, il peso dell’evidenza indica che gli umani non sono gli unici a possedere i substrati neurologici necessari a generare coscienza. Anche gli animali non-umani, inclusi tutti i mammiferi e gli uccelli, e molte altre creature, tra cui i polpi, sono in possesso di questi substrati neurologici”.
In parole povere, se si deve inventare l’anima per il mammifero uomo, la si deve inventare per tutti gli animali superiori.
Il problema è che, in quelle parti del mondo dove per secoli hanno dominato le religioni semitiche (Islam, Cristianesimo ed Ebraismo), l’animale è considerato come un essere inferiore creato solo per l’utilità dell’uomo che ne ha il completo dominio. Ciò è dovuto al fatto che tutte e tre queste religioni si richiamano al racconto della creazione del Vecchio Testamento e si basano sul concetto dell’animale uomo “centro dell’Universo” ed unico oggetto delle attenzioni di un Dio antropomorfo, tanto simile a lui.
Molto diverso è invece l’atteggiamento che ha sempre avuto verso gli animali il mondo induista e buddhista le cui filosofie sono basate sul massimo rispetto per la vita, riconoscendo agli animali la dignità di esseri autocoscienti.
Comunque, malgrado le difficoltà frapposte da religioni e superstizioni, il progresso scientifico avanza e gli sudi sul mondo animale ci stanno rivelando aspetti sorprendenti su di esso: gli animali pensano, hanno sentimenti, emozioni, paure, angosce e comunicano tra loro e con l’uomo.
Da quando ha sviluppato il linguaggio, l’uomo pensa ormai quasi esclusivamente attraverso le parole, ma prima pensava esattamente come gli altri animali, per immagini e simboli.
Nessuno vuole mettere in discussione la superiorità evolutiva dell’uomo, ma spesso si dimentica che l’uomo è un animale, divisione “Vertebrati”, classe “Mammiferi”, ordine “Primati”, famiglia “Ominidi”, genere “Homo”, specie “Homo Sapiens”.
Se si assiste all’autopsia di un essere umano o di un altro mammifero si nota che non vi sono grandi differenze: si trovano un cuore, due polmoni, un fegato, un cervello, organi genitali molto simili etc,etc…
Come tutti i mammiferi, l’uomo mangia, beve, defeca, urina, emette gas maleodoranti, si congiunge sessualmente.
Dunque, anche se il più evoluto, è sempre un animale….
In questi ultimi tempi si comincia a diffondere anche in Occidente il rispetto e la sensibilità per gli animali, ma questa diffusione riguarda ancora una minima parte della popolazione occidentale: nel nostro mondo gli animali sono ancora sottoposti a sofferenze inenarrabili nel corso della loro vita negli allevamenti, uccisi poi nei modi più atroci e crudeli ed infine mangiati.
Noi sosteniamo che l’animale uomo non ha nessuna autorità per commettere queste nefandezze, solo perchè è l’animale più evoluto, che ha preso il dominio del pianeta.
Se ci fosse stata sulla Terra una specie più evoluta della nostra, certo non ci sarebbe piaciuto essere trattati in questo modo perchè considerati esseri inferiori incapaci di pensiero, di sentimenti, di paure ed emozioni.
Chiudiamo con un passo tratto da un lungo discorso dell’astrofisico Margherita Hack, recentemente scomparsa, sull’argomento:
“Sottoponiamo gli animali a cose atroci, inimmaginabili, ma noi siamo animali come loro, siamo primati. Immaginiamoci uno dei nostri bambini appena nato tolto alla madre, chiuso in una gabbia, legato, rimpinzato di mangiare perché cresca in fretta, perché ingrassi in fretta, e poi sgozzato e lasciato morire lentamente tra urla e sofferenze atroci. Eppure noi siamo animali come tutti gli altri, siamo più forti perché abbiamo un cervello più sviluppato e il computer dell’ultima generazione, ma proprio per questo, perché abbiamo un cervello più sviluppato, dovremmo sentire il dovere di rispettare tutte queste creature così simili a noi e che hanno bisogno della nostra fratellanza”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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