Il Vecchio Testamento è una raccolta di scritti di un popolo di pastori nomadi (gli Ebrei), redatti da decine di autori diversi nel corso di un migliaio di anni.
Sicuramente i testi più antichi sono i 5 libri del Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) ed anche in questi scritti si riconosce la mano di autori diversi. In particolare, nella stesura definitiva della Bibbia, sono rimasti due diversi racconti della creazione, spesso discordanti tra loro: il racconto “yahvista” ed il racconto “sacerdotale”.
Questi due racconti hanno molti elementi in comune con racconti analoghi riportati da altri testi religiosi di popoli della regione.
In ogni caso, questi scritti derivano da tradizioni orali molto più antiche, che risalgono ad un’epoca antecedente all’invenzione della scrittura.
Il punto su cui vogliamo centrare la nostra attenzione in questa breve nota è il frequente uso che viene fatto nel Vecchio Testamento del termine “Elohim” per designare Dio.
Elohim (tradotto frettolosamente con la parola Dio nelle moderne edizioni della Bibbia) è un sotantivo plurale: è il plurale di Eloah da cui poi è derivato l’arabo Allah. Nella Bibbia Dio viene menzionato innumerevoli volte col sostantivo plurale Elohim. Si noti che in ebraico il suffisso -im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo, proprio come il suffisso -s per la lingua inglese.
Troviamo subito questo termine plurale nella frase della Genesi “Bereshit barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”, tradotta “In principio Dio creò il Cielo e la Terra”.
Ma questa pluralità dei “Fabbricatori” di questo Mondo la troviamo ancora più esplicita in due altre famose frasi che il traduttore stavolta non è riuscito a manipolare:
La prima è relativa alla creazione dell’Uomo:
“Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
La seconda evidenzia la preoccupazione di questi Elohim per la sapienza che aveva conseguito l’Uomo, dopo aver disobbedito al loro comando mangiando il frutto proibito:
“Ecco, l’Uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del Bene e del Male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre”.
Senza dilungarci segnaliamo soltanto che il termine plurale Elohim, usato per designare Dio, viene usato ben 31 volte nella Genesi e 250 volte in tutto il Vecchio Testamento.
Ma chi erano questi Elohim ?
Su questa dibattuta questione sono state fatte le più svariate ipotesi:
Questo termine potrebbe essere un residuo del Politeismo ebraico antecedente alla Bibbia.
Potrebbe designare Dio e la sua corte di Angeli, che avrebbero contribuito alla creazione.
Potrebbe essere un “plurale maiestatis”.
Potrebbe essere una allusione alla Trinità di Dio, ma questa è ritenuta una bestemmia sia dagli Ebrei che dai Musulmani.
Potrebbe alludere ad esseri extraterrestri che avrebbero portato la vita sulla Terra (tesi del movimento Raheliano).
E poi c’è l’interpretazione gnostica che merita un certo approfondimento:
Secondo questa fede dimenticata, Gesù avrebbe impartito solo ad alcuni discepoli un insegnamento segreto: Il Dio del Vecchio Testamento, arrogante, geloso e millantatore avrebbe creato questo Mondo insieme ad altri sei Arconti, da Lui proceduti.
Questo Dio sarebbe completamente “ignorante” di tutto ciò che è al di sopra di Lui, mentre Cristo sarebbe venuto a far conoscere il Padre Nascosto, ben superiore agli Elohim, fabbricatori di questo Mondo.
Gli Arconti sono quindi le potenze responsabili della creazione dell’uomo e del mondo materiale, ma la loro funzione non si limita a questo. Essi sono anche il maggiore ostacolo al ritorno dell’uomo verso il Dio occulto. La loro opera si esplicita proprio nel soggiogare l’uomo con le loro regole.
Gli Arconti sono concepiti come esseri invisibili che tengono imprigionati gli uomini, impedendo loro di conoscere la verità, di riconoscere in loro la scintilla divina che li accomuna a Dio. E’ quindi questa la conoscenza, la consapevolezza di cui gli uomini sono stati defraudati: essi sono ridotti in uno stato di schiavitù psichica dagli Arconti.
Dice San Paolo nella sua lettera agli Efesini: “La nostra lotta non è contro la carne ed il sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre”.
Dunque questo mondo, creato dagli Elohim, è visto dallo Gnostico come il Male metafisico. Lo gnostico in questo mondo è straniero (allogeno).
Non ci dilungheremo in questa nota sulla genesi degli Arconti e sulla Metafisica Gnostica, argomenti trattati in questo articolo:
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2010/12/11/gnosticismo-e-gnosi/
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