TUTTE LE OPINIONI SONO VERE E SONO FALSE

Nel mondo fenomenico illusorio che sperimentiamo, che altro non è che una rappresentazione mentale irreale e fantasiosa, tutte le opinioni sono vere e sono false perché basate sul linguaggio, unico strumento che da migliaia di anni sa usare l’uomo nel suo stato ordinario.
La Verità non è esprimibile con le parole e non la si può trasmettere con lo strumento del linguaggio, ma la si può raggiungere solo con i comportamenti e le tecniche degli asceti induisti e buddhisti e dei mistici islamici e cristiani.
Tutti i litigi avvenuti nel corso dei secoli tra gli studiosi per imporre questo o quell’altro sistema filosofico e tutte le terribili guerre avvenute per affermare i dogmi di questa o quella religione, sono state dispute inutili per difendere dottrine basate sulle parole nel tentativo di descrivere una Realtà ben al di fuori ed al di sopra del piano umano.
A questo proposito ci piace sempre ricordare la favola induista dei ciechi e l’elefante :
“Tanto tanto tempo fa in India alcuni Filosofi litigavano furiosamente fra di loro su quale fosse la Verità. Allora il Maharajah del posto fece portare nel cortile della reggia un elefante e convocò 5 mendicanti ciechi ai quali ordinò di toccare l’animale e di dire cosa fosse. Il primo cieco toccò una zampa è disse con grande certezza che era una colonna. Il secondo toccò un orecchio e disse che senza ogni dubbio era un ventaglio. Il terzo toccò la coda e disse che senza alcun dubbio era uno scopettino. Il quarto toccò la proboscide e si allontanò subito perché disse che era un grosso serpente. Il quinto toccò una zanna e con grande sicurezza disse che era una lancia molto appuntita.
Il Maharajah spiegò ai filosofi che era inutile litigare, perché l’elefante, che rappresenta la Verità, non è alla nostra portata, ma ognuno di noi ne può avere una visione parziale e nessuna di queste visioni parziali si può definire vera, ma neanche errata”.
L’adepto che percorre il Sentiero verso l’Illuminazione, non abbraccerà dunque nessuna filosofia, nessuna religione e non avrà alcuna opinione su nessun argomento. Qualsiasi convincimento ed opinione è legato al suo piano di esistenza illusorio e non ha nessun valore assoluto.
Magari sarà valido discorsivamente, ma non gli recherà alcun beneficio, anzi gli recherà danno, perché avere un opinione vuol dire disprezzare le altre e questo atteggiamento può avere solo effetti negativi su di lui.
Qui non si nega la necessità dello studio del messaggio verbale o scritto dei grandi Maestri, che, ovviamente, è sempre indispensabile, ma si invita a riflettere sul fatto che tutto quello che essi possono fare è solo indicare la via, mentre sarà compito del discepolo di percorrerla da solo.
Infatti l’uomo ordinario, prima di comprendere l’esistenza di un Sentiero e di una Verità, ha assolutamente bisogno di anni di studio e di riflessione, prima di giungere al punto di “abbandonare tutti i trattati scientifici, filosofici e religiosi” come leggiamo nelle Upanishad :
“Il saggio, dopo aver studiato i trattati della conoscenza religiosa e profana, abbandoni completamente tali trattati, come colui che cercando il seme abbandona la scorza” (Brahmabindù Upanishad,18)”.

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Ingegnere Chimico
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