Una analisi dei capelli del grande scienziato Isaac Newton, effettuata negli anni ’70, rivelò che contenevano un’alta percentuale di Mercurio.
Nessuna sorpresa: già da secoli era noto che lo scienziato inglese era un alchimista e dedicava a questa antica arte una notevole parte del suo tempo.
Alla sua morte, nella sua biblioteca, furono trovati ben 170 trattati di Alchimia.
L’immagine che noi abbiamo di Newton è quella di una scienziato “modernamente inteso”, ma non è così: la figura di questo personaggio presenta molti lati oscuri.
Nel 1936 fu ritrovata una cassa contenente una raccolta di documenti segreti da lui scritti e tenuti accuratamente nascosti per secoli a causa della censura religiosa e di quella della scienza ufficiale.
Questi documenti erano ricerche alchemiche di difficile interpretazione e documenti esoterici, con sue note a margine.
A proposito di questo ritrovamento, il famoso economista inglese Keynes, in una conferenza tenuta nel 1942 alla Royal Society, di cui Newton fu prima membro e poi presidente più di due secoli prima, disse esplicitamente: “Newton fu l’ultimo dei maghi, l’ultimo dei babilonesi e dei sumeri, l’ultima grande mente soffermatasi sul mondo del pensiero e del visibile con gli stessi occhi di coloro che cominciarono a costruire il nostro patrimonio intellettuale poco meno di diecimila anni fa”.
Per secoli si sono diffuse voci sull’appartenenza di Newton a diverse confraternite esoteriche segrete.
C’è la generale convinzione che Newton fosse massone, ma di ciò non vi è nessuna prova certa, ma solo indizi.
Altri indizi fanno sospettare che sia stato membro del misterioso Ordine dei Rosacroce e diciannovesimo Gran Maestro del Priorato di Sion, una catena iniziatica le cui prime tracce risalirebbero al XIII° secolo, ma di cui non è mai stata provata l’esistenza.
Altri Gran Maestri del Priorato sarebbero stati, ad esempio, il pittore Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci ed il chimico Robert Boyle, prima di lui, e lo scrittore Victor Hugo in tempi più recenti.
Che Newton abbia dedotto la sua Teoria della Gravitazione Universale dai suoi studi alchemici o dalle antiche conoscenze di un qualche Ordine Esoterico del quale era membro, è un’ipotesi che è stata sostenuta più volte nel corso degli ultimi secoli.
Certo che la sua famosa frase contenuta in una sua lettera al fisico Robert Hooke lascia pensare:
“Se ho visto lontano, è perchè stavo sulle spalle di giganti”.
Anche le convinzioni religiose di Newton, sembrano molto vicine alle concezioni della Tradizione Esoterica: egli non credeva alla divinità di Cristo e riteneva la Trinità una invenzione della Chiesa Cattolica.
Rifiutava il “Deismo”, cioè l’idea di un Dio tanto simile all’uomo, creatore dell’Universo e, pochi sanno, era affascinato dalla Dottrina Gnostica, sulla quale scrisse anche un suo studio.
Molte persone sono affascinate dall’idea che alcune scoperte scientifiche vengano rivelate per gradi all’umanità da alcune catene iniziatiche con radici in un antichissimo passato dell’umanità.
Non vi è nessuna prova di ciò, ma vi è un fatto su cui riflettere relativo all’epoca in cui visse Newton, la cui vita si svolse dal 1642 al 1727.
Jonathan Swift, autore dei “Viaggi di Gulliver” visse tra il 1667 ed il 1745, dunque contemporaneamente a Newton e, anche di lui, si è sempre detto che fosse massone.
Ebbene leggiamo nei “Viaggi di Gulliver” (1726):
“Gli astronomi lillipuziani hanno pure scoperto due stelle minori, o satelliti, che girano intorno a Marte, dei quali il più vicino dista dal centro del pianeta principale esattamente tre volte il suo diametro, e il più lontano cinque. Il primo compie il suo giro in 10 ore, il secondo in 21 e mezzo, cosi che i quadrati dei loro tempi periodici sono quasi nella stessa proporzione con i cubi delle loro distanze dal centro di Marte, cosa che mostra chiaramente come siano governati da quella stessa legge di gravitazione che agisce sugli altri corpi celesti”.
I due satelliti di Marte, Phobos (paura) e Deimos (terrore) sono stati scoperti solo 150 anni dopo nel 1877 dall’astronomo Asaph Hall !
Come sapeva Swift della loro esistenza ? Le sue conoscenze provenivano dalle stesse fonti alle quali aveva attinto Newton ?
Si noti che noi ora sappiamo che Phobos compie un giro attorno a Marte in circa 8 ore e Deimos in 30, dati poco differenti a quelli riportati da Swift nei “Viaggi di Gulliver” che potrebbero però essere relativi a migliaia di anni fa.
Anche Swift “stava sulle spalle dei giganti” ?
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