ALIENI NELLA PREISTORIA. GLI INDIZI

Nel titolo abbiamo volutamente parlato di “indizi”, in quanto attualmente non c’è nessuna prova certa che il nostro pianeta sia stato visitato nell’antico passato da alieni provenienti da altri pianeti.
Prima di trattare questi indizi che, in verità, non sono pochi, dobbiamo doverosamente fare una premessa: la velocità della luce è un limite invalicabile, per cui, anche se una civiltà aliena avesse raggiunto un livello scientifico talmente elevato da poter viaggiare a velocità prossime a quella della luce, un viaggio da un pianeta abitato ad un altro sarebbe pressocchè impossibile.
La vita è un fenomeno molto complesso che, per svilupparsi, richiede condizioni molto particolari, per cui pianeti o satelliti su cui si sia sviluppata, dovrebbero essere molto rari nell’Universo e, soprattutto, molto distanti tra di loro.
Inoltre non sappiamo se, dove si sviluppano forme elementari di vita, necessariamente queste debbano evolvere in “vita intelligente”, capace di sviluppare un civiltà tecnologica capace di viaggiare nello spazio.
In ogni caso, le stime più ottimistiche sulla distanza minima tra due civiltà tecnologicamente avanzate nell’Universo, parlano di migliaia di anni-luce.
Dunque una visita aliena sul nostro pianeta potrebbe essere avvenuta solo in tre casi:
1) Questi alieni sarebbero capaci di spostarsi da un punto all’altro dell’Universo sfruttando il ponte di Einstein-Rosen, il cosiddetto “wormhole”, una ipotetica “galleria spazio-temporale” tra un punto e l’altro dell’Universo.
2) Un sitema stellare corredato da pianeti, su uno dei quali si sia sviluppata una civiltà tecnologica, si sia avvicinato al nostro sistema solare nel lontano passato, per poi allontanarsi di nuovo.
3) Esistono civiltà aliene “nomadi” che viaggiano nello spazio su astronavi grandi quanto pianeti, sulle quali si susseguono le generazioni, permettendo così viaggi di centinaia, se non migliaia di anni.
Detto questo, possiamo analizzare le argomentazioni dei sostenitori della cosiddetta “Teoria degli antichi astronauti”.
Non conosciamo le forme di religiosità dell’uomo preistorico, anzi non sappiamo neppure se ne avesse. Ciò che è certo è che tutte le civiltà che si sono sviluppate sul nostro pianeta da 5.000 anni fa in poi, hanno sviluppato, indipendentemente l’una dall’altra, il concetto di esseri superiori all’uomo, che, genericamente, chiamiamo dei.
C’è chi sostiene che questa idea non sarebbe potuta nascere nell’uomo, se non in coseguenza di fatti reali.
A prova di ciò si porta il famoso episodio del “culto del cargo”:
Durante la seconda guerra mondiale, gli americani crearono alcune basi aeronavali in alcune remote isole dell’Oceano Pacifico. Gli indigeni, vedendo quegli uccelli volanti di metallo, che fino ad allora non avevano mai visto, immaginarono subito che si trattasse di un fenomeno soprannaturale.
Quando finì la guerra, le basi vennero smantellate e, tra i nativi, nacque un singolare fenomeno religioso: in molte isole diverse e lontane fra loro, vennero costruite delle grossolane riproduzioni degli aerei alle quali venivano dedicati riti e cerimonie religiose.
Questo episodio potrebbe essere un elemento a favore di tutti coloro che sostengono che le idee di dei, angeli, demoni ed esseri soprannaturali in generale, non possano essere nate spontaneamente nella mente dell’uomo preistorico, ma siano un ricordo sbiadito del contatto reale con esseri intelligenti diversi dall’uomo.
Spesso questi dei vengono rappresentati con sembianze decisamente “non umane” e, in alcuni casi, sembrano indossare indumenti che ricordano tute spaziali.
Analogo discorso si può fare per tutti i più antichi testi religiosi che, nella maggior parte dei casi sono redazioni scritte di tradizioni orali molto più antiche.
Una delle caratteristiche comuni a questi antichi testi è la narrazione di esseri celesti che avrebbero dato l’avvio alla civiltà umana.
Nella Genesi del Vecchio Testamento sono gli angeli caduti che si accoppiano con le figlie degli uomini ed insegnano arti e scienze. Analogo racconto, più dettagliato, troviamo nel libro di Enoch.
Tra le popolazioni pre-colombiane dell’America centrale questo compito è assunto da una divinità dall’aspetto di un serpente piumato (Quetzalcoatl) che insegnò agli uomini l’agricoltura, la misura del tempo ed il corso di pianeti e stelle.
Quetzalcoatl scomparve in cielo, ma promise che un giorno sarebbe tornato.
Tra gli Incas dell’America Meridionale pre-colombiana, fu invece una divinità di nome Viracocha che avviò la civiltà umana insegnando agli uomini tutto il necessario.
Viracocha era descritto di pelle bianca, allora del tutto sconosciuta in America e, come Quetzalcoatl, un giorno andò via promettendo di ritornare.
Secondo l’antica civiltà sumera, furono gli Anunnaki, dei scesi dal cielo, ad avviare la civiltà umana, insegnando all’uomo tutto il necessario.
Abbiamo dato solo pochi esempi, ma il tema che l’avvio della civiltà umana sia stato dato da esseri superiori e diversi dall’uomo è presente in innumerevoli altre tradizioni.
In effetti l’Homo Sapiens esiste da duecentomila anni, ma solo 5.000 anni fa sono nate le prime grandi civiltà sul nostro pianeta e ciò ci ricollega ad altre teorie secondo le quali questi “esseri celesti”, non solo avrebbero dato l’avvio a queste civiltà, ma avrebbero anche manipolato il DNA umano, moltiplicando le capacità intellettive dell’uomo e causando un improvviso salto nella lentissima evoluzione dell’uomo preistorico.
Questa tesi è confortata anche da numerosi studi differenti condotti da numerosi scienziati in varie parti del mondo e pubblicati sull’autorevole rivista scientifica “Nature” il 23 Aprile 2013, dopo otto mesi di analisi ed indagini da parte della redazione scientifica della rivista. Questi studi dimostrano una improvvisa ed inspiegabile mutazione che riguarda il DNA dell’Homo Sapiens tra 5.000 e 4.500 anni fa.
Queste teorie sulla manipolazione del DNA si basano sui “racconti della creazione” presenti praticamente in tutte le tradizioni antiche del nostro pianeta.
Nella Genesi dell’Antico Testamento la parola Elohim, che nella attuale Bibbia viene tradotta con Dio, è in realtà il plurale di Eloah, ed indica una pluralità di “creatori”, come confermano il verbo e l’aggettivo al plurale nella famosa frase “facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
Nella stessa Genesi, questa tesi potrebbe essere confermata dai racconti di accoppiamenti tra “esseri celesti” e “figlie degli uomini”.
In alcune Tradizioni si parla addirittura di vari esperimenti di “creazione” dell’uomo, alcuni malriusciti.
Il Popol Vuh, libro sacro dei Maya, narra esplicitamente di ben tre tentativi falliti, prima della “creazione dell’uomo”, così come il Libro di Dzyan, probabilmente il più antico libro dell’umanità, visionato in un monastero del Tibet da Elena Petrovna Blavatsky nel 1868, che parla di quattro razze di esseri mostruosi e parzialmente intelligenti, create e distrutte prima della creazione della razza umana, da parte di esseri superiori che vengono esplicitamente definiti “fabbricatori”.
Tornando alla presenza nel passato di esseri alieni sul nostro pianeta, non possiamo tralasciare le descrizioni di macchine volanti di ogni genere, presenti nei racconti dei testi più antichi.
Nel Vecchio Testamento segnaliamo il “carro di fuoco” sul quale salì Elia per essere portato in cielo, tutto quanto descritto nella famosa “visione” di Ezechiele e la scala sulla quale salivano e scendevano gli angeli del cielo descritta da Giacobbe.
Impressionanti e dettagliate sono poi le descrizioni dei “Vimana”, oggetti capaci di volare da un luogo all’altro, descritti in diverse opere antiche della letteratura indiana.
Tornando alla improbabilità di una visita di esseri alieni sul nostro pianeta, a causa delle enormi distanze interstellari, dobbiamo riportare una recente scoperta:
Il 16 febbraio 2015 è stato pubblicato uno studio (Cornell University) di ben sette autorevoli astrofisici, che dimostra che una stella scoperta di recente (Scholz, 2013), che attualmente si trova a circa 20 anni luce dal Sole, circa 70.000 anni fa è transitata presso la nube di Oort, al confine esterno del nostro Sistema Solare, cioè soltanto a 0,8 anni luce dal Sole.
Se per caso questa stella fosse corredata da pianeti e, se su di uno di questi fosse presente una civiltà tecnologicamente avanzata, allora sarebbe stata possibile una visita di esseri alieni sul nostro pianeta e sarebbe anche giustificato il loro forzato allontanamento dopo un certo tempo ed anche un loro eventuale ritorno se la stella in questione fosse in orbita intorno al Sole.
Questi fatti sarebbero una parziale conferma delle teorie di Zecharia Sitchin, studioso della civiltà sumerica, che, dallo studio delle antiche tavolette di quel popolo, ipotizzava l’avvicinarsi perodico alla Terra di un pianeta (chiamato Nibiru), quindi non di una stella, ma, azzardiamo, potrebbe trattarsi di un pianeta orbitante intorno alla stella di cui stiamo parlando.
Sitchin affermava che, sempre dallo studio delle tavolette sumeriche, questo pianeta era abitato da esseri intelligenti che sarebbero sbarcati sulla Terra e, con manipolazioni genetiche, avrebbero “creato” l’uomo, partendo dai primati che già esistevano.
Abbiamo descritto alcune tenui argomentazioni in favore dell’ipotesi di una visita sul nostro pianeta di visitatori alieni nel lontano passato, ripetiamo, flebili indizi, nessuna prova, ma ci piace tenere aperta la mente a tutte le possibilità.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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