PRIMA DELLA NASCITA – DOPO LA MORTE

Al culmine dell’atto sessuale, circa 300 milioni di spermatozoi iniziano il loro viaggio all’interno della vagina dirigendosi verso la cellula uovo.
Senza entrare in particolari, uno solo di essi riuscirà a penetrare nella cellula uovo ed avverrà la fecondazione.
E’ doveroso sottolineare a questo punto due fatti chiari ed evidenti:
1) In questo preciso momento nasce un nuovo essere vivente (checchè ne dicano gli abortisti).
2) Prima di questo istante, l’essere vivente in questione non esisteva.
Dopo un periodo di formazione all’interno del corpo della madre, il nuovo essere vivente sarà espulso e continuerà la sua formazione all’esterno.
Un organismo vivente è un “sistema ordinato” la cui formazione è un’eccezione alla legge universale dell’Entropia, per la quale ogni sistema isolato va verso il massimo disordine possibile, per cui è destinato a durare poco e questo stato “ordinato” avrà termine col fenomeno che noi chiamiamo morte.
Mentre il punto iniziale della vita è univocamente determinato, per la morte non si può dire altrettanto.
Un organismo umano è costituito da miliardi di cellule che continueranno a “vivere” per qualche tempo e giungeranno alla morte in tempi diversi, a seconda della loro specializzazione.
Usualmente si intende per morte di un essere umano la cessazione dell’autocoscienza (encefalogramma piatto) accompagnata dalla cessazione del respiro e del battito cardiaco.
Durante l’arco della vita di un essere vivente, i complessi fenomeni elettrochimici che avvengono nel cervello generano la funzione della memoria, a causa della quale si genera il concetto di “io” ed è questo “io” effimero che nasce e che muore.
Dunque, riferendoci a questo “io”, possiamo affermare che la vita è un breve intervallo tra un nulla ed un altro nulla.
Come già detto, un organismo umano è formato da miliardi di cellule. Ciascuna di esse è un essere vivente a tutti gli effetti: nasce, si riproduce, invecchia e muore. Nessuna cellula ha la coscienza di essere parte di una struttura più complessa, dotata di autocoscienza.
Analogamente il singolo essere umano può essere considerato come una cellula di una struttura superiore: la specie umana.
Tutti gli esseri viventi di una determinata specie concorrono ad una struttura superiore che è appunto la specie stessa, nel nostro caso la specie umana. In questa ottica lo scopo principale della nostra esistenza è la trasmissione del DNA per consentire la sopravvivenza della specie.
In base a questa considerazione, la morte del singolo individuo è un avvenimento irrilevante: nel nostro organismo ogni giorno muoiono migliaia di cellule, ma per noi non cambia nulla.
Quando un branco di migliaia di antilopi viene attaccato da un leone, sarà un solo individuo ad essere ucciso e mangiato.
L’antilope è un essere senziente, proprio come noi, ed il suo terrore sarà immenso, la sua sofferenza atroce ed il leone comincerà a mangiarla quando è ancora viva.
Questa è la legge di natura: il singolo individuo non conta niente. Le antilopi del branco sono migliaia e, statisticamente, ciò che è accaduto è un fatto irrilevante.
D’altra parte il leone non ha potuto fare a meno di tanta ferocia e cattiveria, ne va della sua sopravvivenza ed è obbligato ad agire in questo modo. Il leone più debole e meno veloce o malato, che non è capace di uccidere, è destinato a non sopravvivere.
Tutto il mondo animale è dominato da questa legge e, anche se la cosa potrebbe non piacerci, pare che l’unico scopo di tutto il mondo vivente sia solo quello della trasmissione del DNA e della sopravvivenza della specie.
Probabilmente l’antilope uccisa era tra le più deboli e le meno veloci, per cui la sua morte è risultata utile al miglioramento ed all’evoluzione della sua specie e non trasmetterà più ai posteri il suo DNA.
Non è consolante la constatazione che in 5.000 anni di civiltà l’uomo, che si è sempre interrogato su queste questioni, sia praticamente rimasto al punto di partenza per quanto riguarda l’eterna domanda: che cos’è la vita ?
Anzi, l’enorme progresso scientifico, con la scoperta dell’immensità dell’universo, ha messo ancora più in evidenza l’irrilevanza della vita del singolo essere vivente.
La maggioranza dell’umanità trova consolazione nel rifugiarsi in Religioni fantasiose in netto contrasto con le evidenze di cui abbiamo parlato, ma non ci sembra dignitoso ….

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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