LE DIECI REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE DI NOAM CHOMSKY

Noam Chomsky, linguista, filosofo e teorico della comunicazione, docente emerito al prestigioso Massachusetts Institute of Technology (USA), ha studiato a fondo in numerose opere l’influenza dei Mass Media nel controllo delle masse.
In effetti non si può negare che nella nostra epoca l’umanità si sta uniformando ad un pensiero unico collettivo e i pochi individui che non vi si adeguano vengono emarginati, violentemente criticati e sempre più spesso censurati.
Sembra che una forza oscura abbia agito profondamente sull’animo umano provocando un totale cambiamento di giudizio e di comportamento.
Questo nuovo “stato mentale” viene creato nella psiche delle masse tramite una subdola azione continuativa attraverso tecniche di manipolazione di massa da parte dei Mass Media : giornali cartacei e on line, televisione, radio, cinema, teatro, pubblicità, internet etc …..
Come agiscono queste forze oscure per manipolare le coscienze ?
Lo chiarisce molto bene Chomsky nel libro “Media e Potere”, una raccolta di saggi scritti dal filosofo americano, del quale riporteremo quelle che lui ha definito “Le dieci regole per il controllo sociale”.
Al termine delle regole, riporteremo anche il principio della “rana bollita”, strettamente attinente alla terza regola, un altro saggio tratto dallo stesso libro.
Ecco le regole :

1] La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
In un altro passo dello stesso libro, scrive Chomsky in proposito :
“I media di massa tentano essenzialmente di distrarre il pubblico. Vogliono che la gente faccia qualcos’altro, in modo che non dia fastidio a “noi” (per noi si intende coloro che organizzano e gestiscono il potere). Che si interessi, per esempio, di sport. Che impazzisca per le partite, per gli scandali sessuali, per i personaggi importanti e i loro problemi, o facezie di questo tipo. Qualunque cosa, purché non sia seria. Le cose serie, naturalmente, sono per le persone serie. Di queste ci occupiamo “noi”.

2] Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema–reazione–soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.
Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3] La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90.
Precarietà del lavoro, riduzione del potere di acquisto dei salari, stato sociale al minimo etc… se fossero stati applicati in una sola volta avrebbero provocato una rivoluzione.
Questa terza regola è ben chiarita dal pricipio della “rana bollita che riporteremo alla fine dell’articolo.

4] La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5] Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno.

6] Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7] Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità,
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori.

8] Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9] Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10] Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Principio della rana bollita (relativo alla terza regola, “strategia della gradualità”) :

In un esperimento del 1882 alla John Hopkins University si osservò che, se si gettava una rana in una pentola di acqua bollente, questa saltava fuori immediatamente. Al contrario, mettendo la rana in una pentola di acqua fredda e riscaldando la pentola lentamente ma in modo costante, la rana finiva inevitabilmente bollita.
Scrive in proposito Chomsky:
“Immaginate un pentolone pieno di acqua fredda nel quale nuota una rana. Il fuoco sotto la pentola è acceso e quindi l’acqua si riscalda lentamente. Dopo un po’ l’acqua diventa tiepida, ma la rana, trovandola piuttosto gradevole, continua tranquillamente a nuotare. Dopo qualche minuto la temperatura sale ancora e la rana si rilassa e, pur trovando il liquido meno gradevole di prima, continua a non spaventarsi. L’acqua poi diventa troppo calda, ma la rana, indebolita, non ha la forza di reagire. Sopporta e non fa nulla mentre la temperatura sale ancora, fino al momento in cui muore bollita. Se la rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua bollente sarebbe invece sicuramente balzata fuori dal pentolone”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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