Riportiamo un passo significativo del discorso di sua santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, tenuto il 6 Marzo 2022 nel corso della guerra in Ucraina :
“Per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass. E nel Donbass c’è un rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale. Oggi c’è un test per la fedeltà a questo nuovo ordine mondiale, una sorta di lasciapassare per quel mondo ‘felice’, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della falsa ‘libertà’.
La prova è molto semplice e allo stesso tempo terribile: è la parata del Gay Pride. Le pretese di molti di tenere una parata gay sono una prova della loro fedeltà al nuovo ordine mondiale; e sappiamo che se le persone o i Paesi rifiutano queste richieste, allora non entrano in quell’ordine mondiale, ne diventano estranei.
Ma sappiamo cos’è questo peccato, che viene promosso attraverso i cosiddetti Pride. Questo è un peccato che è condannato dalla Parola di Dio, sia dal Vecchio che dal Nuovo Testamento.
Tuttavia, il Signore, condannando il peccato, non condanna il peccatore. Lo chiama solo al pentimento, ma non a fare in modo che attraverso una persona peccatrice e il suo comportamento, il peccato diventi una norma di vita, una variazione del comportamento umano considerata rispettata e accettabile.
Se l’umanità inizia a credere che il peccato non sia una violazione della legge di Dio, se l’umanità accetta che il peccato sia una delle opzioni del comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì. E le parate del Gay Pride sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni legittime del comportamento umano.
Ecco perché per entrare nel club dei Paesi ‘liberi’ è necessario organizzare un Gay Pride. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con voi’, non per firmare alcun accordo, ma per fare una sfilata del Gay Pride. E sappiamo come la gente resiste a queste richieste e come questa resistenza viene soppressa con la forza.
Questo significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi di imporre alla gente con la forza brutale la negazione di Dio e della sua verità.
Pertanto, ciò che sta accadendo oggi nella sfera delle relazioni internazionali non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Stiamo parlando della salvezza umana, di dove finirà l’umanità, da quale parte vogliamo stare, dalla parte di Dio Salvatore, che viene nel mondo come suo Giudice e Creatore, a destra o a sinistra. Oggi, per debolezza, stupidità, ignoranza, e il più delle volte per mancanza di volontà di resistere, molti vanno lì, a sinistra. E tutto ciò che è legato alla giustificazione del peccato, condannato dalla Bibbia, è oggi una prova per la nostra fedeltà al Signore, per la nostra capacità di confessare la fede nel nostro Salvatore.
Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c’è una guerra reale. Chi sta attaccando oggi l’Ucraina, dove la soppressione e lo sterminio delle persone nel Donbass sono in corso da otto anni? Otto anni di sofferenza e tutto il mondo tace: cosa significa? Ma noi sappiamo che i nostri fratelli e le nostre sorelle stanno davvero soffrendo; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla nostra Chiesa.
E così oggi, nella domenica del perdono, da una parte, come vostro pastore, invito tutti a perdonare i peccati e le offese, anche dove è molto difficile farlo, dove le persone sono in guerra tra loro. Ma il perdono senza giustizia è capitolazione e debolezza. Perciò il perdono deve essere accompagnato dall’indispensabile conservazione del diritto di stare dalla parte giusta del mondo, dalla parte della verità di Dio, dai Comandamenti Divini, da ciò che ci rivela la Luce di Cristo, la Sua Parola, il Suo Vangelo, le Sue più grandi alleanze date al genere umano.
Tutto ciò indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, purtroppo, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettono su tutto ciò che stiamo considerando oggi, ma si limitano a seguire la strada che i poteri indicano loro.
Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno a venire alla croce, diciamo solo a noi stessi: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e della giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non saremo mai tolleranti con coloro che distruggono questa legge, confondendo la linea tra santità e peccato, e ancor più con coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano.
Oggi i nostri fratelli del Donbass, le persone ortodosse, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che essere con loro, prima di tutto nella preghiera.
Bisogna pregare affinché il Signore li aiuti a conservare la fede ortodossa, a non soccombere alla tentazione di questo mondo.
Allo stesso tempo, dobbiamo pregare che la pace arrivi il più presto possibile, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle smetta di scorrere, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra del Donbass, che da otto anni porta questo triste marchio, generato dal peccato e dall’odio umano.