L’Ucraina è una nazione dell’Europa orientale con una estensione territoriale pari al doppio dell’Italia e con una popolazione di 42 milioni di abitanti, dei quali circa 14 milioni di lingua madre russa, concentrati soprattutto nelle regioni orientali e meridionali del paese.
Dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica, di cui faceva parte, l’Ucraina divenne indipendente nel 1991 e fu eletto presidente Leonid Kravčuk, ex vicesegretario del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), sotto la cui presidenza i rapporti con la Russia furono molto tesi per la questione degli armamenti nucleari sul territorio ucraino e il controllo della flotta del Mar Nero ancorata a Sebastopoli.
Sotto la sua presidenza l’Ucraina visse una profonda crisi economica con un’inflazione a livelli elevatissimi.
Nelle elezioni presidenziali del 1994 Kravčuk fu sconfitto e fu eletto presidente il filorusso Leonid Kučma, rieletto poi nel 1999 e le armi nucleari furono restituite alla Russia (1997).
Durante lo spoglio delle elezioni presidenziali del 2004, quando il candidato filorusso Janukovyč era in netto vantaggio sul candidato filo-occidentale Juščenko, iniziarono disordini popolari la cui motivazione erano presunti brogli : era la cosiddetta “rivoluzione arancione”, con tutte le caratteristiche delle numerose “primavere” svoltesi in quegli anni, alle quali non erano estranei i servizi segreti occidentali.
Spinta dai disordini di piazza, la Corte Suprema annullò lo spoglio e fece ripetere le elezioni e questa volta risultò vincitore il filo-occidentale Juščenko.
Nelle elezioni parlamentari del 2006 i filo-occidentali uscirono fortemente ridimensionati e l’ex presidente filorusso Janukovyč divenne primo ministro e fece passare una legge che limitava fortemente i poteri del presidente filo-occidentale Juščenko.
L’instabilità politica portò a elezioni parlamentari anticipate nel 2007 e Julija Tymošenko fu nominata primo ministro.
Nelle elezioni presidenziali del 2010 fu rieletto presidente il filorusso Janukovyč che sconfisse Julija Tymošenko di stretta misura. Quest’ultima fu condannata a sette anni di reclusione con l’accusa di malversazione di fondi pubblici.
Da allora ripresero incessanti le manifestazioni popolari dei filo-occidentali contro il presidente Janukovyč, questa volta caratterizzate da violenze e crimini contro gli avversari.
La situazione precipitò quando il governo sospese un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea : Gli scontri nel paese divennero violenti e feroci con feriti, morti e vere e proprie stragi, finchè il 22 febbraio 2014 il presidente Janukovyč fu costretto a fuggire.
Il parlamento ucraino nominò presidente Oleksandr Valentynovič Turčynov che assunse anche la carica di primo ministro.
A questo punto la Crimea, provincia meridionale sul Mar Nero, abitata prevalentemente da una popolazione di etnia russa, proclamò l’indipendenza dall’Ucraina e truppe russe entrarono nella regione e, in un referendum successivo, fu votata l’annessione alla Russia col 95% di “SI”.
Iniziarono poi anche rivolte antigovernative nella regione orientale del Donbass, abitata prevalentemente da russofoni.
Intanto si svolsero in Ucraina le elezioni presidenziali (siamo nel 2014) e fu eletto presidente Petro Porošenko che firmò subito a Bruxelles un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea.
Intanto precipitò la situazione nel Donbass : iniziò una sanguinosa guerra civile che ha causato finora migliaia di morti.
Alla fine nella regione la maggioranza filorussa ebbe la meglio e vennero proclamate le due repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk, nel Donbass.
Nelle elezioni presidenziali del 2019 viene eletto presidente dell’Ucraina l’ex attore comico Volodymyr Zelenskyy, decisamente filo-occidentale e filo-europeista che, durante la sua campagna presidenziale, ha affermato di sostenere l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla NATO.
Nel suo programma elettorale si affermava infatti che l’Ucraina avrebbe dovuto presentare domanda per l’adesione alla NATO nel 2024.
L’ingresso nella NATO della Polonia nel 1999 e poi di Romania, Lituania, Lettonia ed Estonia nel 2004 aveva già molto preoccupato la Russia che si sentiva accerchiata da basi militari con armi atomiche, da qui la sua intimazione all’Ucraina, il cui territorio si insinua in quello russo, di non richiedere l’ingresso nella NATO.
Non avendo avuto una risposta affermativa, il 21 febbraio 2022 la Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Poi, alle quattro del mattino di giovedì 24 febbraio, le forze armate russe hanno iniziato l’invasione dell’Ucraina “con l’ulteriore obiettivo di difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev e per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa”.
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