Come tutti i miti, anche questo, posto al termine del dialogo platonico “La Repubblica”, si presenta sotto forma di favola e va interpretato al di là del suo significato letterale.
Il mito di Er, riassunto.
Er è un soldato morto in battaglia il cui cadavere viene ritrovato dopo dieci giorni e quando viene posto sulla pira per essere cremato, ritorna in vita e racconta la sua esperienza :
La sua anima, appena uscita dal corpo, si unì a tante altre anime che, dopo un lungo cammino, giunsero al cospetto dei giudici delle anime che sedevano davanti a quattro aperture, due per chi andava al cielo o agli inferi e due per chi tornava per intraprendere una nuova vita mortale.
I giudici esaminavano le anime e ponevano la loro sentenza al collo dei giudicati : avanti ai giusti e dietro ai malvagi.
I giudici ordinarono a Er di guardare tutto ciò che avveniva, perché sarebbe dovuto tornare in vita tra i mortali per raccontarlo.
Da una porta uscivano le anime che provenivano dal cielo e, dall’altra quelle che provenivano dagli inferi.
Queste ultime provenivano da un viaggio di mille anni durante il quale avevano subito pene dieci volte superiori al male commesso in vita, mentre le anime dei giusti, durante un analogo viaggio, venivano compensate.
Dopo un breve cammino di quattro giorni, le anime giungevano davanti ad un arco luminoso nel cielo alla cui estremità era appeso un fuso tenuto sulle ginocchia da Anake, la dea del destino ineluttabile.
Il contrappeso del fuso era formato da otto vasi, uno dentro l’altro, che rappresentavano gli otto cieli che avvolgevano il mondo terreno.
Vicino ad Anake sedevano le tre Parche sue figlie. Cloto cantava il presente, Lachesi il passato e Atropo il futuro.
Un araldo presentava le anime a Lachesi e prendeva dalle sue ginocchia tutte le possibilità di vita e poi procedeva al sorteggio dell’ordine con cui le anime avrebbero scelto la loro vita futura, avvertendo che ognuno sarebbe stato responsabile della sua scelta.
Le scelte migliori venivano fatte dalle anime che tenevano presente tutti gli errori compiuti nelle vite precedenti.
Successivamente le anime passavano da Cloto per confermare la loro scelta e poi da Atropo che la rendeva immutabile.
Infine le anime venivano condotte nella pianura del Lete, il fiume dell’oblio, e venivano obbligate a berne l’acqua per dimenticare tutto ciò che avevano vissuto.
Solo ad Er fu consentito di non bere affinché potesse raccontare la sua esperienza.
Avvenne quindi un grande terremoto che gettò le anime nello loro nuova vita.
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