LA REINCARNAZIONE SECONDO IL BUDDISMO

Ci sono differenze sostanziali nel concetto di reincarnazione, o meglio rinascita, tra l’Induismo, il Buddismo, la filosofia greca ed altre dottrine.
Qui riportiamo la concezione buddista spiegata da Sri Aurobindo riassunta dal suo scritto “The Reincarnating Soul”.
Gli antichi pensatori induisti e buddisti non erano attaccati alla sopravvivenza della personalità, non davano a questa sopravvivenza l’alto nome di immortalità. Capivano che essendo la personalità ciò che è, un composto che cambia di continuo, la sopravvivenza di una personalità identica era un non senso, una contraddizione in termini.
Essi percepivano invero che c’è una continuità e cercarono di scoprire che cosa determini questa continuità e se il senso di identità che ne fa parte sia un’illusione o la rappresentazione di un fatto, di una verità reale; e se è così,
quale fosse questa verità.
I Buddisti negarono ogni identità reale. Non c’è nessun sé, nessuna persona, ma semplicemente un continuo fluire di energia in azione che è come il fluire continuo di un fiume o il continuo bruciare di una fiamma.
E’ questa continuità che crea nella mente un falso senso di identità.
Io non sono adesso la stessa persona che ero un anno fa, e neanche la stessa persona che ero un momento fa, non più di quanto l’acqua che scorre laggiù sia la stessa acqua che scorreva pochi secondi fa. E’ il persistere del flusso nello stesso canale che preserva la falsa apparenza di identità.
Ovviamente quindi non c’è nessuna anima che si reincarni, ma soltanto un karma che persiste fluendo continuamente in un canale apparentemente ininterrotto. E’ il Karma che si reincarna; il karma crea la forma di una mente che cambia costantemente e il corpo fisico che è il risultato di quel cangiante composto di idee e sensazioni che chiamiamo me stesso.
L’identico “Io” non c’è, non c’è mai stato né mai ci sarà.
Praticamente, fino a quando persiste l’errore della personalità, questo non fa molta differenza e io posso dire, nel linguaggio dell’ignoranza, che sono rinato in un nuovo corpo; praticamente devo procedere sulla base di quell’errore.
Ma c’è un punto importante che si è compreso: che è tutto un errore e un errore che può cessare. Il composto si può disaggregare per sempre senza riformarsi di nuovo, la fiamma può spegnersi, il canale che si denominava fiume può essere distrutto. Allora c’è il non–essere, c’è la cessazione, la liberazione dell’errore da se stesso.

Concludendo (n.d.r), secondo il Buddismo non è l’anima che trasmigra. L’anima non esiste. Ma è un flusso di energia dominato dal Karma che genera, via via, una catena di migliaia di “io” illusori, ciascuno generato dal precedente, come la luce di una candela che è derivata da un’altra candela senza possedere una sostanza propria. Chi consegue l’Illuminazione distrugge questo flusso e si identifica con il reale.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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