Sankara (Shankara) è stato un filosofo indiano vissuto a cavallo tra il VII e VIII secolo dopo Cristo, fondatore dell’Advaita Vedanta.
Questa scuola proclama l’identità tra l’Atman (il Sé nascoso nel più profondo dell’essere umano) e il Brahman (il principio supremo, unica realtà esistente).
Riportiamo qualche passo tratto dalle opere di questo maestro :
Il Brahman è reale, il mondo è un’illusione; il Sè individuale non è altro che il Brahman. Questa è la conoscenza suprema, questo è ciò che insegna il Vedanta (Brahmajnanavali).
Colui che vede è il Brahman, e ciò che è visto è Maya. Questa è l’essenza di ciò che insegna il Vedanta (Brahmajnanavali).
Sono ciò che è al di là della veglia, del sogno e del sonno profondo; sono l’Uno che è sperimentato attraverso “io sono il Brahman”. La mia natura è la beatitudine, la mia essenza è il puro splendore; sono l’illimitata fonte dalla quale è emanato il molteplice universo. Questo invero io sono: sono l’eterno Brahman supremo (Dashashlokistuti).
Sono ciò che attraverso l’ignoranza si manifesta come i diversi esseri, che subito scompaiono quando si raggiunge la coscienza del Sé. Sono l’Essere puro e libero, al di là della parola e del pensiero. Questo invero io sono: sono l’eterno Brahman supremo (Dashashlokistuti).
Sono la suprema Beatitudine, della quale la felicità di ciascun essere è una minuscola particella; sono la Luce di cui risplende ogni cosa, sono la pura Coscienza nella quale scompare ogni diversità. Questo invero io sono: sono l’eterno Brahman supremo (Dashashlokistuti).
Sono l’Infinito che pervade ogni cosa, l’immutabile propizia origine di tutto ciò che esiste; sono l’Essere senza forma, senza legami, libero dalla morte, che è raggiunto, al di là di ogni desiderio e di ogni pensiero, da coloro che meditano sull’Om. Questo invero io sono: sono l’eterno Brahman supremo (Dashashlokistuti).
Sono l’oceano di Beatitudine in cui l’uomo si immerge quando è liberato, con sua grande meraviglia, dall’illusione della molteplicità, causata dall’ignoranza. Questo invero io sono: sono l’eterno Brahman supremo (Dashashlokistuti).
È solo a causa dell’ignoranza, che il Sé sembra essere limitato. Quando l’ignoranza è distrutta, la natura illimitata del Sé diviene manifesta; come il sole quando non è più oscurato dalle nuvole (Atmabodha).
Il mondo, pieno di attaccamenti, avversioni e così via, è simile a un sogno. A chi dorme esso sembra reale, ma chi è sveglio ne riconosce l’irrealtà (Atmabodha).
Chi confonde il Sé con il sé individuale cade in preda alla paura, come chi confonde una corda con un serpente. Chi invece comprende “io non sono un sé individuale, ma il Sé supremo”, è libero da ogni paura (Atmabodha).
Distrutta l’identificazione con il corpo, contemplando incessantemente solo il Sé, senza pensare a tutto ciò che è all’esterno, all’interno o nel mezzo, coloro che indossano solo un panno intorno ai fianchi certamente dimorano nella Beatitudine (Yatipancakam).
Perfettamente appagati di contemplare la natura beata del Sé, arrestata ogni attività dei sensi, eliminati tutti i vortici della mente, immersi giorno e notte nel Brahman, coloro che indossano solo un panno intorno ai fianchi certamente dimorano nella Beatitudine (Yatipancakam).
Osservando con distacco gli abitanti della città, gli uomini vestiti con grande cura, le donne ornate di preziosi gioielli ; osservando con distacco se stesso in mezzo a loro, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione (Jivanmuktanandalahari).
Il raggiungimento della meta si ha nella continua consapevolezza della propria identità con il Brahman, tanto quanto è forte ora la convinzione dell’identificazione con il proprio corpo. Chi realizza questa identità con il Brahman è senza alcun dubbio liberato e può abbandonare il corpo in qualunque momento (Laghuvakyavrtti).