NON DATE LE PERLE AI PORCI

Lo Gnosticismo afferma l’esistenza di un insegnamento segreto di Cristo trasmesso solo ad alcuni discepoli, non solo apostoli. In molti Vangeli gnostici Gesù chiama a sé un gruppo ristretto di discepoli e solo a loro rivela verità nascoste.
Perché dare questa conoscenza solo a pochi ?
Leggiamo nel Vangelo di Matteo (7,6) : “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
Questo passo chiarisce in modo inequivocabile che certe conoscenze non sono adatte alle masse che, non solo non le capirebbero, ma, turbate nel loro attaccamento a verità di comodo infantili ed elementari, si rivolterebbero contro di voi.
Il concetto è ribadito in Matteo 13,10-11 : “Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero : Perché parli loro in parabole ? Egli rispose : Perché a voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei Cieli, ma a loro non è dato”.
Esprimendo le verità mediante parabole, il Cristo è sicuro che queste vengono recepite solo da che è degno di recepirle.
Sempre nello stesso capitolo, Cristo, riferendosi alla profezia di Isaia “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete”, dirà ai discepoli da lui scelti : “Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono”.
Il concetto che stiamo analizzando verrà poi ribadito dal teologo cristiano del II secolo dopo Cristo, Clemente Alessandrino che scrive negli “Stromata” (VI,7,61,3) :
“Questa Gnosi concessa per diretta trasmissione del Cristo, discese solo su pochi discepoli, tramandata senza scrittura”.
Nella stessa opera (1,12,55,1) leggiamo:
“La Tradizione non è oggetto di pubblica divulgazione. Bisogna tener nascosta la Sapienza esposta nel Mistero che il Figlio di Dio ci insegnò. È grave mostrare le purissime e splendide dottrine intorno alla luce della Verità ad ascoltatori “porcini” e senza educazione. Poiché non esistono per loro discorsi più ridicoli di questi, mentre poi non ve ne sono di più ammirabili e di più ispirati per le nature nobili. L’uomo comune non accoglie le cose dello Spirito di Dio, perché ai suoi occhi sono follia. Questi insegnamenti non devono essere rivelati a chiunque, poiché ci sono tradizioni segrete della vera gnosi. La verità deve essere protetta per mezzo di espressioni dai termini velati. Il Dio dell’universo, che trascende tutte le parole, tutti i pensieri, tutte le idee, non può essere l’oggetto di insegnamenti scritti”.
E ancora (1,22,1):
“Grave è il rischio di divulgare il contenuto realmente misterioso della vera Filosofia a gente che è pronta a contraddire in ogni cosa senza riguardi e senza giustizia e a far gettito di parole e di frasi in modo tutt’altro che discreto: ingannatori di sé stessi e impostori dei loro seguaci”.
Nel III secolo dopo Cristo, Origene, uno dei più grandi scrittori e teologi cristiani del Cristianesimo primitivo, scriveva nella sua opera “Contra Celsum” (VI,6,76) :
“Le rivelazioni del Maestro Gesù non sono riportate per iscritto perché gli Apostoli sapevano quali erano le verità che bisognava mettere per iscritto e come dovevano essere scritte, e quali quelle che non dovevano essere scritte per nessun motivo destinandole alla moltitudine; ciò che doveva essere detto pubblicamente e ciò che non era di questa natura”.
E ancora, nel IV secolo dopo Cristo, Sinesio di Cirene, Vescovo cristiano di Tolemaide in Libia scriveva nella “Lettera ai suoi amici” :
“La verità deve essere tenuta segreta: le folle hanno bisogno di un insegnamento proporzionale alla loro ragione imperfetta”.
Ma a chi comunicare le conoscenze esoteriche ? Troviamo la risposta ancora nel Vangelo di Matteo (7,7-8), lucidamente spiegata da Sant’Agostino :
“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
Scrive nei suoi discorsi (60/A) Sant’Agostino, Vescovo, Teologo, Filosofo e Padre della Chiesa, vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo dopo Cristo :
“Quando Cristo disse chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto, intese dire che quando uno chiede, cerca e bussa, esso non è più cane o porco, al quale non si debbano gettare le perle”.
Ancora oggi, in tutte le società iniziatiche, chi chiede di essere ammesso viene chiamato “bussante”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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