SUFISMO, IL MISTICISMO ISLAMICO

Il Sufismo è la corrente ascetica ed esoterica dell’Islam il cui fine ultimo è l’unione mistica con il divino.
Fin dall’epoca di Maometto si diffuse anche in ambiente islamico l’ascetismo, caratterizzato da una vita solitaria di preghiere e penitenze in vista dell’aldilà.
Lentamente questo ascetismo assunse la forma peculiare del Sufismo il cui scopo era quello di realizzare il divino nel corso della vita terrena.
Questa caratteristica ci fa inquadrare il Sufismo tra tutte quelle dottrine, sia esoteriche che essoteriche, che mirano alla liberazione dell’uomo dalle catene del mondo materiale, ritenuto illusorio, e alla sua reintegrazione nel divino, sua vera natura reale.
I Sufi pertanto ritenevano Allah l’unica realtà reale ed esistente, un concetto molto simile al Brahman induista.
Il primo pilastro dell’Islam, la Shahada (Non vi è alcun Dio al di fuori di Allah), viene interpretata dai Sufi in modo radicale, come “solo Dio è reale”, “solo Dio è” : non esiste nulla fuorché l’Essere infinito, il che implica che l’esperienza comune del mondo e le individualità separate siano una mera illusione.
Nel’Islam tradizionale il settore della sapienza islamica che si concentra sullo sviluppo spirituale del musulmano è chiamato “Tasawwuf”, parola che in arabo è composta da quattro consonanti T, S, W, F, alle quali i Sufi danno una particolare interpretazione:
La prima lettera T sta per “Tawba”, ovvero “pentimento”, che è il primo passo sulla Via. Pentimento di tutte le azioni, le parole e i sentimenti negativi compiuti prima di iniziare il cammino spirituale, ma anche liberazione dall’attaccamento alle cose di questo mondo.
La seconda lettera S sta per “Safà”, cioè “purezza”, che consiste nella liberazione dall’ansia provocata dal peso delle preoccupazioni mondane per il cibo, per il bere, per il dormire, per i vani discorsi etc …
La terza lettera W, stà per la parola “Walàya”, che è lo stato di santità degli amanti di Allàh e dipende dalla purezza interiore.
Infine la quarta lettera F, stà per “Fanà”, cioè l’estinzione dell’io individuale, lo stato di annientamento in Allàh. Questo stato è l’equivalente di quella che nel Buddhismo è definita “Illuminazione” e nell’Induismo “Liberazione (Mokṣa)”. Si tratta dello stato che i Sufi definiscono di “Eterna purezza” nel quale si è in completa unione con Allah, la Realtà divina.
Si noti che nel sufismo Allah non ha le caratteristiche di un Dio-Persona, concetto tipico di Cristianesimo ed Ebraismo, ma è considerato l’unico Assoluto esistente, proprio come il Brahman induista, come abbiamo già ricordato.
Chiudiamo questa breve nota con questa definizione tratta dalla Tadhkirat al Awliyà di Farīd al-DīnʿAṭṭār, maestro sufi persiano (1145-1221) :
“I Sufi sono coloro che si sono liberati dalle sozzure dello stato umano e si sono purificati dalla macchia dell’ego e liberati dalle brame; perciò sono in pace con Allàh e sono situati nei primi ranghi della prossimità e nel grado piú elevato; sfuggiti da tutto ciò che non sia Lui, non sono né padroni né schiavi”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
Questa voce è stata pubblicata in ESOTERISMO e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.