GLI ANGELI NELLO GNOSTICISMO

Molte sette gnostiche dei primi secoli dopo Cristo ammettevano l’esistenza degli angeli, intesi come esseri intermedi tra gli Eoni del Pleroma ed il piano di esistenza umano.
Figure angeliche appaiono abbastanza frequentemente in alcuni vangeli apocrifi.
Questi gnostici adottavano lo schema gerarchico dello pseudo-Dionigi l’aeropagita descritto nella sua opera “De coelesti hierarchia”, nella quale suddivideva gli angeli in tre gerarchie ognuna delle quali contiene tre ordini o cori.
Dai più vicini al Pleroma ai più lontani (e quindi più vicini al modo umano) abbiamo:
Prima gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni.
Seconda gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà.
Terza gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli.
Ma in questa tradizione gnostica, gli angeli hanno un significato più profondo:
Gli angeli sono quasi sempre raffigurati come maschili, mentre l’anima dell’individuo o scintilla divina è raffigurata come femminile. L’anima dello gnostico vista come femminile ha una controparte maschile, il suo angelo nel mondo divino.
Queste due entità erano unite nel mondo della luce fino a quando sono state separate con la “caduta”, cioè col precipitare dello gnostico nel mondo delle tenebre governato da Potenze cieche, crudeli, arroganti e del tutto ignare del mondo divino al di sopra di loro.
In questa ottica lo scopo della gnosi era di ottenere la riunione dell’anima femminile dello gnostico con l’angelo maschile, sua naturale controparte, per restaurare l’unità originaria.
Abbiamo notizia di un sacramento gnostico, la “camera nuziale”, menzionato nel Vangelo di Filippo, ma anche in altri vangeli apocrifi, una vera e propria iniziazione tesa all’ottenimento di questo scopo.
Secondo gli gnostici valentiniani questa riunione poteva avvenire anche con l’imposizione della mani da parte di uno gnostico già riunito col suo angelo che pronunciava questa invocazione : “Permetti al seme di luce di prendere residenza nella tua camera nuziale. Ricevi il tuo sposo e accoglilo dentro di te.