Riportiamo alcune considerazioni di Umberto Veronesi (1925–2016) che è stato un famoso oncologo italiano. Fondatore e Presidente della Fondazione Umberto Veronesi, ha fondato e ricoperto il ruolo di direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia. È stato direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994. Ha ricoperto l’incarico di Ministro della Sanità dal 25 aprile 2000 all’11 giugno 2001 nel Governo Amato II.
“Sono vegetariano per motivi etici e non medici. Gli animali vanno rispettati e non uccisi per poi mangiarli. Tutti gli animali.
Spesso mi chiedono perché ho scelto di essere vegetariano. La prima risposta è di tipo etico. Si tratta di una scelta che ho fatto molto tempo fa, perché sono fermamente convinto che gli uomini non abbiano diritto di provocare la sofferenza e la morte degli altri esseri viventi. Gli animali provano emozioni, dolore, paura. Che diritto abbiamo di strappare l’agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere le “fettine” che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Non credo che le mie siano idee romantiche, senza fondamento. Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamola di dire che gli animali non capiscono”.
Tratto dall’intervista a Umberto Veronesi al settimanale “Oggi” del 23 ottobre 2002.
“Considero il vegetarianismo una conquista culturale e un segno di civiltà. Chi è vegetariano si sente cittadino della Terra, perché non deve uccidere e massacrare i suoi abitanti per rispondere al suo primordiale bisogno di cibo. L’orgoglio vegetariano è analogo a quello che provavano i greci che appartenevano alle prime scuole filosofiche e infatti i vegetariani convinti, a partire da Leonardo da Vinci fino ai Beatles, hanno fatto della loro scelta una bandiera, che indica una certa visione del mondo: con meno violenza, meno morte, più coscienza e più senso di responsabilità individuale”.
Tratto da “Veronesi: “Essere vegetariani è una conquista di civiltà”.
“Mi rendo conto che è difficile pensare al dolore terribile degli animali quando si mangia carne: come immaginare che quella fettina sottile e ben cucinata che ci presentano nel piatto era pochi giorni prima un vitellino che scorrazzava nei prati accanto alla mamma? Ancor meno facile è visualizzare le torture che ha subito nel macello”.
Tratto da “Veronesi: “Essere vegetariani è una conquista di civiltà”.
“Il vegetarianismo, inteso come rifiuto di mangiare carne animale, è presente sin dagli albori del nostro pensiero. In origine è stato per lo più considerato dalle antiche filosofie e dalle religioni una forma di elevazione dall’esperienza materiale a quella spirituale. Già nell’antico Egitto i sacerdoti si astenevano da carne e pesce durante tutto il periodo di servizio alle divinità, in modo tale che il corpo, involucro dell’anima, non la opprimesse. Nelle scuole dei filosofi pitagorici della Grecia antica ci si asteneva da tutte le carni perché erano considerate un ostacolo alla vigilanza della mente e alla purezza del pensiero”.
Tratto da : Veronesi “Perché dobbiamo essere vegetariani”.
“In generale, il 30% dei tumori è dovuto a un’alimentazione troppo ricca di grassi di origine animale. Inoltre alcune forme, come il cancro intestinale, sono direttamente correlate al consumo di carne”.
Tratto da : Veronesi “Perché dobbiamo essere vegetariani”.
“Il mio impegno a favore del vegetarianismo non ha solo basi scientifiche e mediche, ma anche filosofiche. Anzi è nato in me da bambino dall’amore e dal rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando non può difendersi e far valere le sue ragioni. Non ho mai sopportato la prigionia degli allevamenti e la crudeltà della macellazione. Evitare la carne è un modo per evitare la sofferenza inutile degli animali”.
Da “Diventare vegetariani è meglio”, la Repubblica, 21 agosto 2008.
“Il nostro organismo, come quello delle scimmie, è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi. Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente: pensiamo alla potenza fisica del gorilla. E pensiamo al neonato, che nei primi mesi quadruplica il suo peso nutrendosi solo di latte. Non solo una dieta di frutta e verdura ci farebbe bene, ma servirebbe proprio a tenere lontane le malattie”.
Da Veronesi: “la mia dieta anti-cancro”, espresso.repubblica.it, archiviato il 5 luglio 2006.
“Io ho creato un istituto, l’Istituto Europeo di Oncologia, dove non si usano animali, se voi cercate ovunque, frugate in tutto l’istituto, non trovate un posto dove vi siano animali di laboratorio”.
Dall’intervento alla Giornata per la Coscienza degli Animali del 13 maggio 2010.
“Mangiare carne aumenta le probabilità di incorrere in tante patologie gravi (alcune potenzialmente mortali). Sono convinto che sia impossibile contare il numero dei guai che potremmo evitare se consumassimo meno carne”.
Citato in Corriere della Sera, 4 febbraio 2010.
“Sono vegetariano da quando ho iniziato a scegliere, e la mia è una scelta d’amore, di filosofia e di scienza. Di amore per gli animali e per la vita in tutte le sue forme, specialmente quando è inerme e non può far valere il suo bisogno disperato di sopravvivere. Nessuna esistenza è piccola, nessuna è insignificante. Mangiare è una forma di celebrazione della vita, e non negazione della vita stessa ad altri esseri viventi, perché “inferiori”. Non c’è una differenza biologica fra animali. Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, ma massacriamo ad ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa? La filosofia del vegetarianismo è la non-violenza e la violenza a cui gli animali da macello sono sottoposti è efferata e crudele”.
Da Una crudeltà per gli animali e per noi stessi, la Repubblica, 25 giugno 2008.
“L’uomo è un primate, cioè è una scimmia modificata, e della scimmia ha mantenuto le caratteristiche metaboliche fondamentali. I primati sono stati e sono vegetariani”.
Tratto da Veronesi: “Una regola d’oro, mangiare meno”.
“Il filosofo Singer, che è uno dei più grandi difensori degli animali, ha coniato un termine che si chiama “specismo”, che deriva dal razzismo. Noi per secoli siamo stati antirazzisti, ma adesso cominciamo ad essere antispecisti, cioè non vogliamo, non riteniamo che sia giusto che una specie, quella umana in particolare, prenda il sopravvento e aggredisca le altre specie. Questo antispecismo comincia ad essere un movimento filosofico importante e con l’adesione di tanti filosofi di valore”
Dall’intervento alla Giornata per la Coscienza degli Animali del 13 maggio 2010.