C’era una volta un mendicante, vestito di stracci, che da trent’anni chiedeva l’elemosina seduto sempre sulla stessa scatola di cartone.
Un giorno passò vicino a lui un signore ed egli, come al solito, disse :
Gentile signore, mi date qualche spicciolo perché sono povero e vivo nella miseria ?
Il signore rispose :
Mi dispiace, non ho spiccioli.
Poi lo guardò e disse :
Ma che cos’è quella scatola sula quale poggi il sedere ?
Il mendicante rispose :
La uso da trent’anni per stare più comodo.
Il signore sorrise e disse :
Alzati e apri quella scatola !
Il mendicante si alzò, aprì la scatola e si accorse con grande sorpresa che era piena di monete d’oro.
Da trent’anni era seduto su di un tesoro e non lo sapeva.
Il significato di questa breve favola è evidente.
L’uomo vive in una condizione miserabile, caratterizzata essenzialmente da sofferenza, mentre nel più profondo del suo essere si nasconde un tesoro inestimabile.
L’apertura della scatola da parte del mendicante simboleggia l’iluminazione che libera l’uomo dalle catene dell’illusione del mondo materiale nel quale è prigioniero.
Il signore senza spiccioli è il Maestro che, si badi bene, non apre la scatola, ma invita il mendicante a farlo.
Leggiamo nelle Enneadi di Plotino (VI, 9, 4) :
“L’insegnamento giunge solo a indicare la via e il viaggio; ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere”.