GUERRA DI COREA (1950 – 1953)

Fin dal 1910 tutta la penisola coreana era parte integrante dell’Impero Giapponese.
Poco prima della sconfitta giapponese nella seconda guerra mondiale, le truppe sovietiche provenienti dalla Siberia invasero la penisola coreana da Nord e quelle statunitensi da Sud e, già dal 1945, la Corea risultò divisa in due zone separate dal 38° parallelo.
Anche se l’intenzione “ufficiale” delle potenze vincitrici era di creare un unico stato coreano indipendente, di fatto la penisola restò divisa in due sfere di influenza, sovietica a Nord ed americana a Sud.
La divisione divenne definitiva quando il 13 agosto 1948 fu istituito un governo filo-occidentale a Sud con capitale Seoul ed il 9 Settembre 1948 un governo filo-sovietico a Nord con capitale Pyongyang.
In seguito alla proclamazione dei due stati, le truppe sovietiche si ritirarono dal Nord, mentre al Sud rimase ancora un contingente americano.
Le tensioni tra i due stati divennero subito consistenti in quanto entrambi rivendicavano la sovranità sull’intera penisola coreana.
Tra il 1948 ed il 1950 la Corea del Nord, ormai ufficialmente stato comunista, si dedicò alla preparazione di un potente esercito, grazie soprattutto all’aiuto ed alle sovvenzioni della confinante Cina Comunista, nella quale, da poco, i Comunisti, guidati da Mao Tse-Tung (Mao Zedong) avevano trionfato contro i Nazionalisti di Chiang Kai-Shek, proclamando il 1° Ottobre 1949 la Repubblica Popolare Cinese.
Ormai l’esercito nordcoreano contava 350.000 uomini, 500 carri armati e 2.000 pezzi di artiglieria ed era pronto per la guerra.
La situazione precipitò quando, alle 04 del mattino del 25 Giugno 1950, dopo un pesante bombardamento, una potente armata nordcoreana forte di dieci divisioni di fanteria ed una divisione motocorazzata iniziò l’invasione della Corea del Sud.
L’avanzata fu irresistibile, anche perché l’esercito sudcoreano era poco addestrato e male armato.
Lo stesso giorno l’aviazione nordcoreana effettuò un primo pesante bombardamento della capitale sudcoreana Seoul, che il 28 giugno cadde in mano nemica.
Nel frattempo l’ONU aveva approvato una risoluzione che intimava l’immediato “cessate il fuoco” ed il ritorno alla situazione precedente.
Dal momento che questa risoluzione rimase inapplicata, l’ONU decise l’intervento militare a protezione della Corea del Sud creando un esercito interforze al comando del generale americano Douglas MacArthur al quale parteciparono, oltre alla Corea del Sud, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Canada, Australia, Filippine, Turchia, Paesi Bassi, Francia, Nuova Zelanda, Thailandia, Etiopia, Grecia, Colombia, Belgio, Sudafrica e Lussemburgo. Il Giappone che, dopo la sconfitta, non poteva avere più un esercito, collaborò fornendo basi aeree e navali.
Intanto l’avanzata nordcoreana si dimostrava irresistibile e quasi tutta la Corea del Sud veniva occupata, tranne un piccolo lembo a Sud-Est della penisola, dal quale poi sarebbe partita la controffensiva alleata.
Questa controffensiva iniziò a settembre 1950 con pesanti bombardamenti della Corea del Nord con bombardieri che partivano dalle portaerei USA e dalle basi giapponesi.
Con l’arrivo delle truppe dei 17 paesi alleati, dopo alcuni insuccessi iniziali, iniziò la riconquista del territorio sudcoreano, finché, il 17 Settembre 1950 veniva riconquistata Seoul ed il 28 Settembre si raggiunse di nuovo il 38° parallelo.
Il 10 Ottobre poi iniziò l’avanzata alleata in territorio nordcoreano. Furono conquistate la capitale Pyongyang, Wonsan, Chosan, fino a raggiungere il confine cinese.
Ciò provocò la reazione cinese che, pur non partecipando ufficialmente alla guerra, inviò sul campo in supporto all’esercito nordcoreano 180.000 uomini, cioè tutto il XIII gruppo d’armata dell’esercito cinese e, successivamente altri 120.000 uomini.
Data la schiacciante superiorità numerica del nemico, le truppe alleate, protette dall’aviazione, iniziarono la ritirata dalla Corea del Nord.
Il 5 Dicembre 1950 i cinesi riconquistarono la capitale nordcoreana Pyongyang ed il 4 Gennaio 1951 conquistarono la capitale sudcoreana Seoul.
La reazione alleata non si fece attendere e furono effettuati pesanti bombardamenti sulle truppe cinesi e nordcoreane, finché, dopo aspre battaglie terrestri, il 14 Marzo 1951 venne ripresa Seoul.
A questo punto iniziò la ritirata cinese, ed in Aprile, gli alleati penetrarono nuovamente in territorio nordcoreano.
Una svolta del conflitto avvenne l’11 Aprile quando il presidente USA Truman sostituì al comando delle truppe internazionali il generale Douglas MacArthur, che insisteva per l’uso delle armi atomiche contro la Cina, col più moderato generale Matthew B. Ridgway.
Grazie a questa mossa, l’Unione Sovietica si offrì da mediatrice ed iniziarono i primi colloqui di pace, ma nel frattempo la guerra continuava con alterne vicende attorno al 38° parallelo, con estenuanti attacchi e controattacchi, con perdite enormi da entrambe le parti.
La situazione precipitò di nuovo quando il 23 Agosto 1951 i colloqui di pace si interruppero per il completo disaccordo tra le parti.
Per tutto il 1952 e la prima metà del 1953 la guerra si continuò a svolgere attorno al 38° parallelo senza che nessuna delle parti ottenesse successi significativi.
Era ormai chiaro che nessuno dei due contendenti avrebbe potuto ottenere una vittoria definitiva e finalmente il 27 luglio 1953 fu firmato un armistizio a Panmunjeom.
I combattimenti cessarono definitivamente e la Corea rimase definitivamente divisa in due stati.
“Armistizio” significa tregua in attesa di un articolato trattato di pace, ma fino ad oggi (2017) tra le due Coree non è stato ancora stipulato un trattato di pace : è in vigore l’armistizio di Panmunjeom, ma, ufficialmente, i due paesi sono ancora in guerra.
E’ bene ricordare che questa guerra è costata più di 700.000 morti tra gli alleati, più di un milione tra cinesi e nordcoreani e quasi due milioni tra la popolazione civile delle due coree.

 

 

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Ingegnere Chimico
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