Col nome di Ofiti o Naasseni, si designano tutte quelle sette gnostiche, molto diffuse nel secondo secolo dopo Cristo, caratterizzate da una rivalutazione del serpente della Genesi e da un completo ribaltamento dell’interpretazione usuale ebraica e cristiana di questa figura.
Prima di entrare in argomento, è meglio riportare il passo del terzo capitolo della Genesi che parla del Serpente :
“Il Serpente disse alla Donna: E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino? Rispose la Donna al Serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. Ma il Serpente disse alla donna: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male. Allora la Donna vide che il frutto era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza, lo colse e lo mangiò, poi ne diede anche all’Uomo, che era con lei, e anch’egli ne mangiò”.
Per comprendere la dottrina degli Ofiti, dobbiamo prima ricordare che, per tutte le sette gnostiche, il Dio della Genesi era un Dio arrogante, geloso, crudele, ignaro di tutto ciò che è al di sopra di Lui, capace di malvagità, atrocità e crudeltà inenarrabili, come effettivamente possiamo leggere in tutto il Vecchio Testamento. Un Dio che ha imposto al Cosmo la sua Legge spietata, come possiamo verificare semplicemente osservando il mondo umano e quello animale, Regno del Male. La sua creazione è ritenuta un orrendo aborto.
Ecco dunque che il Serpente viene in aiuto all’Uomo ed alla Donna universali portando loro la Conoscenza che li renderà consapevoli di essere superiori a questo Dio creatore e “stranieri” in questo mondo.
Mangiando il frutto “proibito”, essi scoprono di avere in se la scintilla divina della Sophia, la Sapienza, l’ultimo Eone del Pleroma precipitato in questo mondo di caos e tenebre per un fatale “errore” metafisico.
Per quanto detto dunque gli Ofiti incentrano la loro venerazione sul Serpente che è venuto in aiuto all’Uomo primordiale e lo ritengono un inviato della Sophia.
Nello stesso capitolo della Genesi c’è un passo successivo a quello prima riportato che sembra avvalorare la tesi degli Ofiti :
“Il Signore Dio disse allora: Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre !”
Su questo passo dobbiamo fare due considerazioni.
Innanzitutto il plurale. le Bibbie cristiane ed ebraiche traducono frettolosamente con la parola Dio il termine plurale Elohim che indica appunto più divinità. Secondo lo Gnosticismo si tratta dei terribili Arconti, il cui capo è il Dio del Vecchio testamento, il Demiurgo, spesso indicato col nome di Yaldabaoth.
In secondo luogo c’è l’ammissione da parte degli Elohim che l’uomo, seguendo i saggi consigli del Serpente, ha acquisito una natura divina, “è diventato come uno di noi”.
La migliore sintesi della dottrina degli Ofiti è in questo documento originario del secondo secolo dopo Cristo, che riportiamo per intero:
“Nell’indicibile profondità erano due grandi luci: l’Uomo Primo, o Padre, ed il Figlio suo, l’Uomo secondo; ed altresì lo Spirito Santo, la Donna prima o Madre di tutti i viventi. Al di sotto di questa Triade eravi una massa torpida composta dai quattro grandi elementi, chiamati Acqua, Tenebra, Abisso e Caos. La Madre Universale covava sulle acque. Il Primo Uomo e l’Uomo secondo, innamorati della sua bellezza, produssero da lei la terza grande luce: il Cristo. Questo fu il parto della mano dritta della Grande Madre .Ma una stilla di luce cadde in basso, dalla mano sinistra, nella Materia Caotica. Questa fu chiamata Sophia, o Sapienza, la Madre del mondo. Ma, per il semplice contatto con le acque dello spazio, ella, prima di ascendere alla regione Media, aveva di già generato un figlio, il principale potere creativo del mondo sensibile: questo figlio era Yaldabaoth che, a sua volta, generò, uno dall’altro, i sette grandi poteri formativi dell’universo sensibile: i sette Arconti. E Yaldabaoth era arrogante e millantatore ed esclamò: “Io sono Padre e Dio e non vi è alcuno sopra di me”. Ma Sophia, udendo tal cosa, gridò al suo figliuolo: “non mentire, Yaldabaoth, poiché al di sopra di te vi è il Padre Supremo, il Primo Uomo, e l’Uomo figlio dell’Uomo”. E tutti i Poteri furono sorpresi della parola, ma, Yaldabaoth, per distogliere la loro attenzione, gridò: “Facciamo l’uomo a seconda della nostra immagine”. Così essi fecero l’ “uomo”, ed egli giacque come un verme sul terreno, fino a che non lo portarono ad Yaldabaoth che soffiò in lui l’alito di vita, vale a dire il fluido di luce che aveva ricevuto da Sophia e l’uomo, ricevendolo, immediatamente rese grazie all’Uomo Primo e disprezzò i propri fabbricatori (gli Elohim). In seguto a ciò, Yaldabaoth (Yahweh) fu geloso e divisò di privare Adamo della scintilla di luce, formando la donna. Ed i sette poteri creativi furono innamorati di Eva, e da essa generarono gli Angeli e così Adamo di nuovo cadde sotto il potere di Yaldabaoth e degli Arconti. Allora Sophia, la Sapienza, mandò il Serpente (la mente) nel paradiso di Yaldabaoth e Adamo ed Eva dettero ascolto ai suoi savi consigli e così, ancora una volta, l’uomo fù liberato dal dominio del potere creativo e trasgredì l’ordine di ignoranza di qualsiasi potere più alto di lui, imposto da Yaldabaoth. Per il ché, Yaldabaoth li cacciò dal suo paradiso ed insieme ad essi, cacciò il serpente, la “mente”. Dopo la cacciata, i corpi di Adamo ed Eva diventarono sempre più densi e sempre più deboli ed essi conobbero di portar seco la morte. Ma Sophia, la Sapienza, non trovando pace ne in cielo ne in terra, implorò l’aiuto della Grande Madre e questa, mossa a compassione, pregò il Primo Uomo di mandare il Cristo ad aiutarla. Ed il Cristo, suo fratello e sposo, venne in suo aiuto discendendo attraverso le sette sfere, privando gli Arconti del loro potere. Egli fece opere possenti, insegnò agli eletti il Padre Sconosciuto e si proclamò apertamente Figlio del Primo Uomo. Per il chè gli Arconti, e specialmente Yaldabaoth, presero misure per ucciderlo; così Gesù, l’uomo, fu da loro crocifisso, ma Cristo e Sophia salirono in alto all’Eone incorruttibile”.
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