MOHENJO DARO E HARAPPA

A partire dal 3.300 avanti Cristo, e fino ad almeno al 1.500 avanti Cristo, è fiorita lungo il fiume Indo una grandiosa civiltà ancora poco conosciuta, caratterizzata da città monumentali, uso della scrittura (non ancora decifrata) ed agricoltura sviluppata.
L’area geografica nella quale si estendeva questa civiltà copriva quasi tutto l’odierno Pakistan e parte dell’India Nord-Occidentale ed è caratterizzata da più di mille siti archeologici, tra i quali hanno grande rilievo i resti di due grandi città, Mohenjo Daro ed Harappa, ed altre città di minori dimensioni (almeno 70).
Mohenio Daro si estendeva per 100 ettari (un Km quadrato) e si stima che avesse una popolazione di 70.000 abitanti.
La cosa sorprendente è che molte abitazioni erano dotate di sala da bagno e di un sistema di eliminazione delle acque sporche che fluivano in canali di scolo presenti in tutta la città.
Alcuni edifici erano alti fino a tre piani ed in città erano presenti granai e fornaci per il riscaldamento dell’acqua destinata alle abitazioni.
La città era divisa in dodici quartieri da dodici strade principali molto larghe. Undici quartieri erano residenziali ed il dodicesimo era caratterizzato da edifici pubblici, i più importanti dei quali sono stati “battezzati” dagli archeologi come il grande bagno, il granaio e la sala delle riunioni.
Harappa, situata più a Nord rispetto a Mohenjo Daro, presentava caratteristiche simili e si stima che la sua popolazione fosse di 40.000 abitanti.
Infine pare certo che le due città ebbero contatti commerciali con i Sumeri e, probabilmente, anche con i Cinesi.
La civiltà della valle dell’Indo presenta la misteriosa caratteristica di una fine piuttosto brusca, la cui causa è ancora oggetto di discussione.
Inizialmente si pensava che questa fine improvvisa fosse stata dovuta all’invasione delle popolazioni ariane che, tra il 2.000 ed il 1.400 avanti Cristo, invasero il subcontinente indiano, ma non è stata trovata nessuna prova a sostegno di questa ipotesi.
Oggi si fanno diverse altre ipotesi come mutamenti climatici, terremoti, inondazioni, fine dei commerci con i popoli confinanti a causa dell’invasione ariana etc …, ma nessuna di queste sembra pienamente soddisfacente.
Nel caso particolare di Mohenjo Daro vi sono evidenze di un vasto incendio nel quale si raggiunsero temperature elevatissime, fino a 1500 gradi, inoltre gli scheletri ritrovati presentano ancora oggi inquietanti tracce di radioattività e tutte le caratteristiche di un decesso istantaneo e, in aggiunta, le rovine della città sono letteralmente cosparse di vasellame fuso e vetrificato.
Collegando questi dati con i racconti del Mahabharata, che descrivono battaglie che coinvolgono oggetti volanti (i Vimana) ed armi capaci di grandi distruzioni, alcuni autori hanno ipotizzato una distruzione nucleare della città o quantomeno l’uso di un’arma capace di generare una violenta esplosione, così come si era ipotizzato per Sodoma e Gomorra.
Ovviamente si tratta di un ipotesi che va presa “con le molle”, ma resta ancora irrisolto il mistero della fine quasi improvvisa di una civiltà grandiosa di cui si sa ancora molto poco.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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