LA PAURA DEL BUIO, NATALE ED IL SOLSTIZIO D’INVERNO

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Prima della scoperta del fuoco, per l’uomo preistorico il calar della notte era un vero incubo. Non solo incombeva il pericolo delle bestie feroci, ma anche quello di attacchi di altri esseri umani. E poi la fantasia cominciava a galoppare col timore della presenza di spiriti notturni malevoli. La paura ed il terrore poi si moltiplicavano nelle notti senza Luna.
Questo sentimento, durato centinaia di migliaia di anni, è rimasto, come ricordo ancestrale, anche nell’Homo Sapiens : i nostri bambini hanno paura del buio e, talvolta, anche noi adulti.
E’ comprensibile dunque che una delle prime divinità ideate dall’uomo primitivo sia stata proprio il Sole: la certezza del suo comparire all’alba, dopo la notte, dava conforto e sicurezza all’uomo.
Tale divinità è poi rimasta presente in quasi tutte le civiltà umane : egizia, azteca, cinese, indù, solo per citarne alcune.
Quando l’uomo cominciò a rendersi conto che, nel corso dell’anno, le ore di luce prima diminuivano e poi aumentavano, cominciò a dare una grande importanza a quella data particolare nella quale le ore di luce finalmente cominciavano ad aumentare : il Solstizio d’Inverno.
Scrive l’ing. Antonio Mattei questo pensiero che riporto molto volentieri:
“Il giorno del Solstizio d’Inverno ho provato a immaginare la vita dei nostri antenati quando non c’era luce elettrica, nè quella delle candele, infreddoliti in grotte, aspettando il sole per poter “vedere” e procurarsi cibo e calore. Ho cercato di capire quanta paura avessero del buio sempre più lungo fino a dicembre e quanta gioia e speranza avessero nel periodo del Solstizio allorché le ore di luce cominciavano ad aumentare. La forza che poteva scaturire dalle menti e dai corpi di quei “primitivi” per continuare a vivere, o meglio, a sopravvivere. Questa è l’essenza, brutale se volete, del Natale. Che è comunque una festa venuta molto ma molto prima del Santo Natale cristiano. Meditare sulle origini della festa del Sol Invictus, aiuterebbe a capire il vero significato della Luce e della Rinascita anche per i cristiani”.
Il Sostizio d’inverno segna dunque il trionfo della luce sulle tenebre ed ecco che l’uomo preistorico iniziò ad erigere dei veri e propri calendari in pietra, con lo scopo principale, ma non unico, di segnalare questo giorno propizio.
Queste costruzioni megalitiche le troviamo un po’ in tutto il mondo, anche in Italia e non tutte sono conosciute dal grande pubblico come Stonehenge in Inghilterra.
Nell’Impero Romano poi si cominciò a diffondere in tutto il mondo conosciuto il mito di origine orientale del Sol Invictus, associato a diverse divinità preesistenti, tra le quali Mitra, dal cui culto, molto ha attinto il successivo Cristianesimo.
La celebrazione del Sol Invictus avveniva nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre, immediatamente dopo i festeggiamenti e le cerimonie dedicate al Solstizio d’Inverno che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre.
Nel 354 dopo Cristo, papa Liberio, fissò la data del Natale cristiano al 25 dicembre col nome “ufficiale” di Natalis Invicti e, da allora fino a tutt’oggi, tutta la cristianità festeggia in quella data la nascita di Cristo, anche se nessun documento storico la cita. In verità è incerto anche il suo anno di nascita.
La festa del Natale cristiano cominciò a diffondersi in tutta la cristianità a partire dal quarto secolo dopo Cristo.
Ecco dunque che anche noi “moderni”, festeggiamo, anche se inconsapevolmente, il Solstizio d’Inverno ed il trionfo della luce sulle tenebre.

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Ingegnere Chimico
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