Sirio è la stella più brillante del cielo notturno, dal caratteristico colore bianco intenso, appartenente alla costellazione del Cane Maggiore. E’ una delle stelle più vicine alla Terra, dista infatti 8,6 anni luce ed è facilmente individuabile in cielo, in quanto sorge poco dopo la vistosa costellazione di Orione.
Questa stella ha una massa pari a 2,1 volte quella del nostro Sole ed è 25 volte più luminosa.
In realtà Sirio è una stella doppia: attorno alla componente principale (Sirio A), orbita una stella nana bianca (Sirio B) che completa il suo giro in circa 50 anni terrestri.
Sirio B è una delle nane bianche più massicce conosciute: ha una massa equivalente a quella del nostro Sole concentrata in un volume pari a quello della Terra !
Un primo mistero che riguarda questa stella è il suo colore: nel 150 dopo Cristo, l’astronomo Claudio Tolomeo descrisse Sirio come di colore rosso, assieme ad altre cinque stelle, Betelgeuse, Antares, Aldebaran, Arturo e Polluce, che attualmente sono di quel colore. In epoca romana, anche il poeta Arato di Soli, l’oratore Marco Tullio Cicerone e il generale Germanico Cesare si riferivano a Sirio come una stella di colore rosso. Orazio, nella V satira del II libro, la chiama “rubra canicula” (rossa stella del Cane). Un manoscritto lombardo dell’VIII secolo descrive Sirio come “rubeola”, ossia rossastra.
Secondo tutti gli astronomi è impossibile che una stella cambi così vistosamente il proprio colore in un migliaio di anni, per cui il fenomeno, se reale, rimane ancora tutto da spiegare.
E poi c’è la questione dei Dogon, una popolazione indigena del Mali.
Intorno agli anni ’30 due antropologi francesi, M. Griaule e G. Diertelen, restarono allibiti per le conoscenze astronomiche che i Dogon tramandavano di generazione in generazione, a loro dire, da 5.000 anni.
Nella loro tradizione orale essi parlavano della stella Sirio e soprattutto della sua compagna, Sirio B, che chiamavano Po Tolo, dove Po è il nome di un cereale di grande peso specifico, mentre Tolo significa stella.
Il fatto è sorprendente in quanto Sirio B è stata scoperta solo nel 1862 da Alvan Clark, è visibile solo con telescopi estremamente potenti e la sua enorme massa confinata in un piccolo volume è nota relativamente da poco.
Nel corso degli studi di Griaule e Diertelen, lo Sciamano Ogo Temmeli disegnò sulla sabbia l’ellisse che Sirio B percorreva attorno a Sirio e l’esatta posizione che Sirio aveva all’interno dell’ellisse. Questo Sciamano rivelò ai due studiosi che i Dogon si erano stanziati nel Mali da oltre 500 anni ma che la loro provenienza originaria era l’Egitto.
Nella Mitologia dei Dogon si parla anche di misteriosi esseri provenienti dal sistema della stella Sirio chiamati Nommo.
I Dogon descrivono questi esseri come anfibi per metà uomo e per metà pesce. Questi strani esseri avrebbero trasmesso a questo antico popolo la conoscenza astronomica che poi venne tramandata per millenni.
I Dogon celebravano ogni 60 anni una cerimonia che si riferisce alla fine di una rotazione di Sirio B attorno a Sirio.
Oggi sappiamo che questa rotazione si completa in 50 anni, ma nel lontano passato potrebbe anche essere stata di durata più lunga.
Alla fine di ogni cerimonia, i Dogon costruivano una maschera e sono state ritrovate 6 maschere, più i resti di altre due, il che farebbe risalire a 480 anni prima le conoscenze dei Dogon su Sirio B che l’Astrofisica moderna ha scoperto solo nel 1862, riconoscendo solo nel 1925 che si trattava di una nana bianca.
Anche nell’antico Egitto veniva data grande importanza alla stella Sirio, spesso identificata con la dea Iside.
Il calendario egizio si basava sul sorgere eliaco di Sirio, cioè sul primo giorno in cui Sirio appariva all’orizzonte, prima del sorgere del Sole, dopo 70 giorni di assenza dal cielo. Questo evento si verificava puntualmente poco prima delle inondazioni annuali estive del Nilo, che tanto beneficio portavano all’agricoltura di quell’antico paese.
I 70 giorni di assenza di Sirio venivano interpretati come il passaggio di Iside nell’oltretomba.
Non è dunque un caso che Sirio sia un simbolo rilevante in tutte le confraternite esoteriche, compresa la Massoneria.
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