LA PORTA STRETTA

Oggi va di moda un Cristianesimo annacquato del tipo “posso fare tutto quello che mi piace, tanto Dio è buono e mi perdona” e l’attuale Chiesa Cattolica, sempre più aperta alle voglie, ai vizi ed alle mode del popolo, sembra avvalorarlo.
Ma io leggo nei Vangeli:
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!”. (Vangelo di Matteo, capitolo 7, versetti 13, 14).
Ed ancora:
“Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete”. (Vangelo di Luca, capitolo 13, versetti 23, 24, 25).
L’insegnamento esoterico di Cristo è rivolto a pochi, veramente pochi, individui, stranieri in questo mondo materiale dominato da Potenze cieche. Essi, gli gnostici, posseggono la scintilla divina del Dio Nascosto e sono gli unici che possono salvarsi. Alla massa degli altri esseri umani, schiavi e servi delle Potenze dominatrici del mondo materiale, il Signore dirà “Non vi conosco, non so di dove siete”.
Agli gnostici è diretta l’affermazione: “A voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei Cieli, ma a tutti gli altri non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”. (Vangelo di Matteo, capitolo 13, versetti 11, 12).
L’insegnamento di Cristo è pubblico ed i suoi insegnamenti morali sono accessibili a tutti ed hanno portato indubbiamente grandi benefici all’umanità, ma il suo insegnamento segreto, esoterico, è diretto a pochi. Per le masse vale quanto profetizzato da Isaia: “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete”.
Gli gnostici sono la “terra buona” della parabola del seminatore nella quale i semi sono il vero insegnamento di Cristo:
“Ecco, il seminatore uscì a seminare. E, mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra. Subito germogliò, perché il terreno non era profondo, ma, spuntato il sole, restò bruciata e, non avendo radici si seccò. Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda”. (Vangelo di Matteo, capitolo 13, versetti da 3 a 9).
Cristo dunque è il Salvatore, nel senso che è venuto a liberare dalle catene del mondo materiale le scintille divine che vi sono rimaste imprigionate, gli gnostici, indicando loro la stretta, difficile ed angusta via che li riporterà nel loro Regno originario.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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