A completamento del nostro articolo “L’età oscura“, presentiamo alcuni passi esplicativi.
Renè Guenon, brano tratto da “La crisi del mondo moderno”:
La dottrina indù insegna che la durata di un ciclo dell’umanità terrestre, al quale essa dà il nome di Manvantara, si divide in quattro età, che segnano altrettante fasi di un oscuramento progressivo della spiritualità primordiale. Si tratta degli stessi periodi che, da parte loro, le tradizioni dell’antichità occidentale designarono come le età dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro. Noi ci troviamo presentemente nella quarta età, nel Kali-Yuga o “Età Oscura”, e noi vi siamo, si dice, già da più di seimila anni, cioè da una data decisamente anteriore a tutte quelle conosciute dalla storia “classica”. A partire da allora, verità già accessibili a tutti sono divenute sempre più nascoste e difficili a raggiungere. Coloro che le posseggono sono sempre meno numerosi e se il tesoro della saggezza “non-umana”, anteriore ad ogni età, non può mai perdersi, esso si avvolge tuttavia di veli sempre più impenetrabili, che lo nascondono agli sguardi e sotto i quali è estremamente difficile scoprirlo, per questo che, sotto simboli diversi, dappertutto si è parlato di qualcosa che si è perduto, almeno in apparenza e per il mondo esteriore, e che va ritrovato da coloro che aspirano alla conoscenza vera; ma è stato anche detto che quel che è divenuto così nascosto ridiverrà visibile alla fine di questo ciclo: fine che, in virtù della continuità che collega insieme tutte le cose, sarà in pari tempo il principio di un ciclo nuovo.
Tuttavia ci si domanderà senza dubbio perché lo sviluppo ciclico deve compiersi in un tale senso discendente, dal superiore verso l’inferiore, cosa che, come lo si rileverà senza fatica, è la negazione stessa dell’idea di “progresso” quale i moderni la intendono. Il fatto è che lo sviluppo di ogni manifestazione implica necessariamente un allontanamento sempre maggiore dal principio da cui essa procede. Partendo dal punto più alto, essa tende per forza al basso e, come i corpi pesanti, vi tende con una velocità sempre crescente, finché essa trova un punto d’arresto.
Alcune caratteristiche caratteristiche del Kali Yuga tratte dal Vishnu Purana:
Le caste inferiori perderanno ogni rispetto per le caste superiori, anzi diventano le caste più rispettate. Prevarrà la classe dei servi e comanderà.
La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, finché il mondo sarà totalmente pervertito e l’empietà prevarrà tra gli uomini. Ci sarà una generale corruzione morale. Le donne in questa epoca diventano lascive ed immorali per natura e saranno egoiste, abbiette, mentitrici, dissennate e si attaccheranno ai dissoluti. Diverranno oggetto soltanto di soddisfacimento sensuale. I matrimoni cesseranno di essere un rito.
Colui che possiederà più denaro sarà padrone degli uomini che concentreranno i loro desideri sull’acquisto anche disonesto della ricchezza. La nobiltà sarà determinata unicamente dalla ricchezza di una persona. La ricchezza materiale e, ad un livello inferiore, l’aspetto fisico, saranno ciò che renderanno una persona ammirevole.
Durante quest’epoca si assisterà ad uno sviluppo nella tecnologia materiale, contrapposto però ad un’enorme regressione spirituale. L’ultima era sarà l’unico periodo in cui l’irreligione sarà predominante e più potente della religione. Una semplice abluzione significherà purificazione, la razza sarà incapace di produrre nascite divine. Le vesti sacerdotali sostituiranno le qualità del sacerdote. Deviati da miscredenti, gli uomini si chiederanno insolentemente: Che autorità hanno i testi tradizionali? Che sono questi Dei, che cos’è la casta detentrice dell’autorità spirituale? Gli atti di devozione non produrranno più alcun risultato. Ognuno modificherà la Religione a propria discrezione.
I capi, sotto pretesti fiscali, deruberanno e spoglieranno i loro sudditi e distruggeranno la proprietà dei privati.
La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, finché il mondo sarà totalmente pervertito e l’empietà prevarrà tra gli uomini.
Julius Evola, brano tratto da “Rivolta contro il mondo moderno”:
Se l’uomo moderno fino a ieri aveva concepito e esaltato come una evoluzione il senso della storia a lui nota, la verità conosciuta dall’uomo tradizionale è stata l’opposta. In tutte le antiche testimonianze dell’umanità tradizionale si può sempre ritrovare, nell’una o nell’altra forma, l’idea di un regresso, di una caduta: da stati superiori originari gli esseri sarebbero scesi in stati sempre più condizionati dall’elemento umano, mortale e contingente. Un tale processo involutivo avrebbe preso inizio in tempi lontanissimi e il termine èddico ragna-ròkkr, “oscuramento degli dei”, è quello che meglio lo caratterizza. Né si tratta di un insegnamento che nel mondo tradizionale sia restato in una forma vaga e generica: esso si definì invece in una dottrina organica, ritrovabile essa stessa con un largo margine di uniformità, nella dottrina delle quattro età. Un processo di decadenza graduale lungo quattro cicli o “generazioni”, tale è, tradizionalmente, il senso effettivo della storia, epperò anche quello della genesi di ciò che, in universale, abbiamo chiamato “mondo moderno”. Questa dottrina potrà dunque servire da base a quel che segue.
La forma più nota nella dottrina delle quattro età è quella propria alla tradizione greco-romana. Esiodo parla appunto di quattro ere, contrassegnate dai metalli oro, argento, bronzo e ferro, inserendo poi fra le due ultime una quinta era, l’era degli “eroi”, che però si vedrà aver solo il significato di una parziale e speciale restaurazione dello stato primordiale. La tradizione indù ha la stessa dottrina nella forma di quattro cicli chiamati rispettivamente satyà-yuga (o krtà-yuga), tretà-yuga, dvdpara-yuga e kali-yuga (cioè “età oscura”), insieme all’immagine del venir meno, in ciascuna di esse, di ciascuno dei quattro piedi o sostegni del toro simboleggiante il dharma, la legge tradizionale. La redazione iranica è affine a quella ellenica: le quattro età sono conosciute e contrassegnate da oro, argento, acciaio e “mescolanza di ferro”. L’insegnamento caldaico riprende tale veduta quasi negli stessi termini.
San Paolo, brano tratto dalla seconda lettera a Timoteo:
Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio.