Allievo del grande maestro gnostico Valentino, Tolomeo gli successe come capo della scuola valentiniana di Roma nel corso del secondo secolo dopo Cristo.
Egli rielaborò la complessa Teologia valentiniana semplificandola notevolmente e, soprattutto, si distinse nella descrizione delle caratteristiche del Demiurgo gnostico : mentre la gran parte delle scuole gnostiche descrivevano il dio creatore del mondo in modo estremamente negativo, rappresentandolo come arrogante, crudele, geloso e vendicativo, Tolomeo, pur considerandolo sempre un dio inferiore, lo definisce un “dio di giustizia”, divinità intermedia tra il Padre Supremo ed il Demonio, dunque ne “buono” come il sommo Dio, ne “cattivo” come il Principe del Male, ma semplicemente “Giusto”.
Dunque, pur ritenendo il dio creatore inferiore al sommo Dio, estraneo al mondo, Tolomeo assume verso il Demiurgo quello che potremmo definire l’atteggiamento più benevolo che si riscontra in tutta la storia dello Gnosticismo.
Riguardo alla terribile Legge del Vecchio Testamento, egli, pur mantenendo la concezione gnostica che non può certo provenire dal sommo Dio (il Padre nascosto che ci ha rivelato Gesù), afferma che non può neanche provenire da una divinità dalle caratteristiche completamente negative, addirittura sataniche.
Nel quadro di questa “riabilitazione” del Demiurgo, Tolomeo afferma che, al momento della morte, Cristo abbandonò sulla croce il suo corpo materiale mentre la sua parte spirituale (Pneuma) tornò al Padre nall’Ogdoade superiore (Pleroma) e la sua parte psichica tornò all’Ebdomade, regno del Demiurgo.
Il pensiero di Tolomeo si evince soprattutto dalla sua “Lettera a Flora”, uno dei pochi documenti gnostici che non furono distrutti dai cristiani nel IV secolo, forse proprio per la descrizione più “benevola” del dio del Vecchio Testamento, scritta in risposta alle domande di una nobile cristiana, di nome Flora, che aveva bisogno di spiegazioni sull’origine della Legge del Vecchio Testamento.
Per quanto riguarda il Demiurgo creatore di questo mondo, leggiamo nella lettera:
“Infatti, se la Legge non è stata ordinata dal perfetto Dio stesso, come abbiamo già inteso, né dal diavolo, non si può fare che una sola affermazione, il legislatore deve essere un altro oltre questi. In realtà egli è il Demiurgo e il creatore di questo Universo e di tutto ciò che è in esso. E perché egli è essenzialmente diverso da questi due, ed è tra di loro, si è giustamente dato il nome di intermedio. E se il Dio perfetto è buono per natura, e se colui che è per natura opposto è cattivo e malvagio, caratterizzato dall’ingiustizia, poi quello situato tra i due non è né buono né cattivo o ingiusto, ma può essere propriamente definito giusto, poiché egli è l’arbitro della giustizia, che è la sua specificità. Da un lato, questo dio sarà inferiore al Dio perfetto e minore rispetto alla Sua giustizia, dal momento che è generato e non ingenerato come il Padre. D’altra parte sarà, per sua natura, più grande e più potente dell’avversario dal momento che ha la sostanza di entrambi”.
E ancora:
“Così Egli (Cristo, n.d.r.) nega la sapienza senza fondamento dei falsi accusatori, e dimostra che la creazione non è dovuta ad un dio che corrompe, ma a a un dio che è giusto e odia il male”.
Sbagliano dunque sia coloro che non riconoscono che il dio creatore è un dio di Giustizia, sia coloro che non conoscono il Dio Superiore che Gesù è venuto a farci conoscere:
“E’ evidente che a queste persone manca del tutto la verità, sia a coloro che non conoscono il dio della giustizia, sia a coloro che non conoscono il Padre del tutto, l’Unico, che è stato rivelato dall’Unico che è venuto (Gesù Cristo, n.d.r.). Questo ci ricorda che siamo stati considerati degni della conoscenza di entrambi”.
Nella lettera Tolomeo afferma che la Legge andava divisa in tre parti con tre diverse provenienze: una dovuta al Demiurgo, una a Mosè ed una agli anziani del popolo ebreo:
“Innanzitutto, è necessario sapere che tutta la Legge non è stata ordinata da un solo legislatore (il Demiurgo, n.d.r.), ma alcuni sono comandamenti di Mosè, ed alcuni vengono da altri uomini. Le parole del Salvatore ci insegnano questa divisione tripla. La prima parte deve essere attribuita al dio creatore e alla sua legislazione, la seconda a Mosè e la terza agli anziani del popolo,che sembrano aver ordinato alcuni comandamenti di loro iniziativa”.
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