MARIA, UNA DEA FEMMINILE NEL CRISTIANESIMO ?

Tra i primi cristiani il culto di Maria, la madre di Gesù, era sconosciuto ed il fatto non ci deve meravigliare in quanto, trattandosi di ebrei convertiti, cioè di una popolazione semitica, non avevano la donna in grande considerazione.
Ma, col passare degli anni ed il diffondersi del Cristianesimo, cominciò a crescere esponenzialmente il numero dei pagani convertiti che avevano nei riguardi della donna un atteggiamento completamente diverso ed erano abituati al culto di divinità femminili di ogni genere.
Ecco dunque che, lentamente, la figura di Maria divenne sempre più rilevante fra i Cristiani, finché, dopo quasi quattro secoli di silenzio su questa figura, nel primo Concilio di Costantinopoli tenutosi nel 381 d.C., il suo nome fu ufficialmente inserito nel Credo “Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine”.
In questo Concilio viene dunque proclamato il Dogma del concepimento verginale di Gesù, senza cioè l’intervento di Giuseppe, ma per opera dello Spirito Santo.
Per inciso c’è da notare che i primi Cristiani riconoscevano solo l’esistenza di Dio Padre e di Gesù “Figlio di Dio”, mentre lo Spirito Santo, nominato solo da San Paolo che non aveva mai conosciuto Gesù, fu definito Persona divina, consustanziale al Padre ed al Figlio, solo in questo stesso Concilio.
Il passo successivo si ebbe nel Concilio di Efeso che si tenne nel 431 dopo Cristo, nel quale si attribuì alla Madonna il titolo di “Madre di Dio” (Theotókos) dopo duri scontri e reciproche scomuniche con coloro che ritenevano che il titolo giusto fosse Christotokos, cioè “Madre di Cristo”.
Il segretario del Vescovo Cirillo, Epifanio, racconta in una lettera al Vescovo di Costantinopoli, come numerosi delegati del Concilio furono “convinti” ad appoggiare la tesi “Madre di Dio” con ricchi doni quali oro, piume di struzzo, stoffe costose, tappeti e mobili d’avorio. Il fatto è confermato anche in uno scritto del Vescovo di Antiochia, Teodoreto di Cirro.
Successivamente, nel secondo Concilio di Costantinopoli, tenutosi nel 553 dopo Cristo, la divinizzazione di Maria si spinse ancora più avanti con la proclamazione del Dogma secondo il quale Maria è rimasta vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.
Il fatto che la Madonna sia rimasta vergine anche dopo il parto lascia piuttosto sconcertati ed è in netto contrasto con dieci passi dei Vangeli canonici e delle Sacre Scritture nei quali si parla di fratelli e sorelle di Gesù.
Prima di riportarli, dobbiamo rilevare che, da quel momento, la Chiesa Cattolica negò che Gesù avesse fratelli e sorelle con la tesi alquanto discutibile “Le parole greche che significano fratello e sorella traducono termini ebraico-aramaici che, oltre a designare i figli di stessi genitori, designano anche parenti prossimi”.
Ma dobbiamo rilevare che, come dicono i Teologi Protestanti, in greco (la lingua in cui i Vangeli sono stati scritti) vi è un termine per indicare fratello (adelfòs) e un altro per indicare cugino (anepsiòs).
Ecco i dieci passi:
1. “Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano” (Mc 3, 31-32).
2. “Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco di fuori tua madre ed i tuoi fratelli che vogliono parlarti” (Mt 7, 46-47).
3. “Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla: Gli fu annunciato: “Tua madre e i tuoi fratelli son qui fuori e desiderano vederti” (Lc 8, 19- 20).
4. “Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?” (Mc 6, 3).
5. “Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?” (Mt 13, 55).
6. “Dopo questo fatto, discese a Cafàrnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.” (Gv 2,12).
7. “Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; i suoi fratelli gli dissero: “Parti di qui e và nella Giudea perchè anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai…” (Gv 7, 2).
8. “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (Atti 1, 14).
9. “Solo tre anni dopo andai a Gerusalemme per conoscere Pietro e non vidi nessuno degli altri apostoli, ad eccezione di Giacomo, il fratello del Signore…” (Galati 1, 18-19).
10. “Neppure i suoi fratelli credevano in Lui” (Gv 7,5).
La creazione di Dogmi di fede sulla Madonna continuerà poi anche in tempi più recenti:
Nel 1854 il papa Pio IX proclamò il Dogma dell’Immacolata Concezione secondo il quale la vergine Maria è stata concepita pura, senza peccato originale, cioè è stata preservata dalla condanna universale del peccato fino dal concepimento.
Infine nel 1950 Papa Pio XII proclamò il Dogma di fede dell’Assunzione secondo il quale la Madonna dopo la sua morte viene accolta in Paradiso con l’anima e il corpo, accanto al Figlio e al Padre.
Il titolo di questa nota parla di una dea femminile, ma la Chiesa Cattolica ribatte che, mentre il culto dovuto a Dio è “Latria”, quello dovuto alla Madonna è “Iperdulia”, cioè un grado intermedio di culto tra quello dovuto a Dio e quello dovuto ai santi (“Dulia”), ma a noi sembra un po’ un arrampicarsi sugli specchi ….
Tutti questi culti, unitamente al concetto di Dio come Trinità, fanno si che l’Islam giudichi il Cristianesimo come uno dei tanti Politeismi diffusi sul nostro pianeta e non ci sentiamo di dargli tutti i torti ….
La realtà è che, almeno per i primi 350 anni dopo la morte di Cristo, la figura di Maria non aveva alcuna importanza per i Cristiani e, solo successivamente, in un crescendo inquietante, si sviluppò un processo di vera e propria divinizzazione.
Chiudiamo questa nota con quanto scrive lo scrittore e giornalista Corrado Augias, nel suo libro “Inchiesta su Maria. La vera storia di una fanciulla che diventa un mito”:
“Mi sembra di poter dire che il culto di Maria va intensificandosi col passare del tempo diventando a un certo punto una costruzione che si autoalimenta, per cui sempre nuove qualità e funzioni si aggiungono alle precedenti. Se dovessimo fermarci ai testi del Nuovo Testamento, su Maria non ci sarebbe quasi nulla da sapere o da dire. Se all’inizio di lei si sapeva poco, oggi si sa probabilmente troppo. Troppe qualità, troppe prerogative, troppi eventi, e grazie per le quali non esistono fonti autentiche. Tutto ciò che su e intorno a lei è stato costruito lo dobbiamo ad una serie di decisioni prese dai vertici della gerarchia cristiana prima, cattolica poi”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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