Da quando la Cina ha occupato il Tibet nel 1959, sono stati distrutti circa 6.000 monasteri, ma pare che ne restino ancora 1.700, distribuiti su di una superficie enorme di quasi un milione e trecentomila chilometri quadrati.
In questi monasteri erano conosciute, tramandate e conservate conoscenze antichissime, provenienti da un tempo remoto.
C’è da osservare che il Tibet, a causa della sua altitudine media di 4.900 metri sul livello del mare, sarebbe scampato a quell’immane cataclisma, riportato da quasi tutte le tradizioni umane più antiche, che va sotto il nome comune di “Diluvio Universale” e, pertanto, abbia potuto conservare antiche conoscenze che invece andarono perdute per il resto dell’umanità.
Abbiamo premesso queste considerazioni, perchè il Buddhismo si diffuse in Tibet piuttosto tardi, la tradizione dice nel 173 dopo Cristo, oltre seicento anno dopo la predicazione del Buddha e, nella sua forma tibetana, assorbì molte delle conoscenze e delle antiche dottrine già presenti e diffuse in quel paese.
In questa breve nota descriveremo dunque la dottrina sullo stato di Bardo, così come ce la propone il Buddhismo nella sua forma tibetana.
Lo stato di Bardo è quell’intervallo di tempo che va dalla morte di un individuo alla sua reincarnazione, per questo motivo dobbiamo prima dire due parole su di essa.
L’essere umano è prigioniero del “Samsara” (Oceano dell’esistenza), cioè l’insieme di tutti i piani di esistenza illusori e compenetrati, tra i quali quello umano, tutti privi di realtà e tutti caratterizzati da uno stato di sofferenza.
Tutto il Samsara (anche i piani superiori a quello umano) è caratterizzato da dolore e sofferenza e, soprattutto, è illusorio ed insostanziale, un vero e proprio miraggio, causato dall’Avidya (Ignoranza Metafisica) delle miriadi di esseri che lo popolano.
Tutti gli esseri esistenti, siano essi divini, umani o subumani, sono vittime di questa illusione e di questo stato di sofferenza, anche se, nella maggioranza dei casi, non ne sono consapevoli.
Tutto il Samsara è governato dalla legge del Karma.
Proprio come le leggi matematiche, chimiche e fisiche che dominano il nostro mondo materiale, così la legge del Karma è automatica, non ha riguardo per nessuno e non può in nessun modo essere infranta, superata o aggirata.
Qualsiasi azione un essere compia, questa genera un effetto. Questa è la legge del Karma.
L’insieme di tutte le azioni che un essere compie dalla nascita alla morte è causa della nascita di un altro essere vivente nel piano animale, umano, diabolico, divino o in qualsiasi altro piano dell’esistenza visibile o non visibile, da noi conosciuto o sconosciuto.
Questo nuovo essere nulla sa e, tranne nel caso di esseri estremamente evoluti spiritualmente, nulla può sapere del precedente essere vivente che ha causato la sua nascita, ma, nel bene e nel male, subisce tutte le conseguenze delle azioni del precedente essere vivente che ha causato la sua venuta al mondo.
Questo stato di cose viene comunemente chiamato “reincarnazione”.
Sono innumerevoli i piani dell’esistenza nei quali si può rinascere, ma, secondo le dottrine orientali, possono essere classificati in sei grandi categorie: il piano degli dei (Deva), il piano dei semidei (Asura), il piano umano, il piano animale, il piano degli spiriti famelici (Preta) ed il mondo degli esseri infernali (Naraka).
Con la morte dunque non si ottiene la liberazione dal Samsara. Questa può essere realizzata solo nel breve arco della vita umana. Se fallisce, dopo il breve periodo del bardo, l’uomo “rinasce” in uno dei sei mondi.
La tradizione tibetana afferma che il Bardo dura 49 giorni, ma, in realtà la sua durata può essere molto variabile.
La morte non è un fenomeno istantaneo, ma il morente ha a disposizione un certo lasso di tempo, detto esistenza intermedia, per compiere alcune azioni vantaggiose.
Il morente avrà la sensazione di percorrere un lungo tunnel buio, in fondo al quale intravede una luce.
Quando si interrompe il respiro esteriore, gli appare in tutto il suo splendore questa pura luce senza forma.
Il morente assuma un atteggiamento di amore e compassione per tutte le creature e riconosca che quella luce è sempre stata dentro di lui per tutto il corso della vita e cerchi di identificarsi con essa.
Se il morente assume la consapevolezza che quella luce è la sua unica vera identità, è salvo per sempre e la sua morte non causerà altre rinascite in questo o in altri mondi, sia materiali che spirituali.
Solo uomini di altissimo livello spirituale, che pur non hanno raggiunto l’illuminazione in vita, la possono raggiungere nel momento della morte, nel modo che abbiamo appena illustrato.
Nel caso in cui questa luce non sia stata “afferrata”, apparirà una seconda luce che sarà presente per un lasso di tempo maggiore.
E’ questo il momento in cui il morente non sa se è vivo o morto ed il suo principio cosciente, ancora esistente, esce fuori dal corpo: egli vedrà distintamente le persone che sono vicino al cadavere ed avrà la sensazione di vederle dall’alto. Non si distragga e cerchi di essere cosciente che anche questa seconda luce è la sua reale natura, sotto forma di divinità tutelare, anche se di natura inferiore alla prima luce.
Questa seconda luce assume al suo interno delle fattezze che dipendono dall’ambiente religioso in cui è vissuto il morente. Un Cristiano la identificherà con Gesù Cristo, una persona di diversa cultura religiosa con una diversa divinità.
Il morente deve assolutamente meditare questa divinità, senza distrazioni, come un’immagine che non abbia sostanza e non come un corpo materiale.
E’ questa l’ultima occasione di liberarsi della illusoria realtà del mondo sensibile, ma altre azioni sono ancora possibili prima dell’estinzione totale.
Se il morente non è riuscito ad identificarsi con questa seconda luce, cominceranno ad apparire le immagini illusorie causate dal karma che egli ha finora accumulato. Queste immagini dipendono dall’ambiente culturale e religioso nel quale egli è vissuto.
Mentre si affievoliscono le immagini delle persone che sono vicine al cadavere, egli comincia ad udire suoni ed a vedere luci e balenii. Il morente comincia ad avere paura e spavento e si sente venire meno.
Non si faccia distrarre da questi fenomeni. Assolutamente non sia attaccato, desideroso e voglioso di questa vita. Comprenda bene che è arrivata la morte e che egli si trova nel terzo stadio dell’esistenza intermedia.
Comprenda bene che eventuali immagini terribili, paurose e spaventose provengono in realtà da se stesso, sono frutto del suo karma.
Ricordi bene queste istruzioni e riconosca che queste immagini sono frutto della sua immaginazione.
Se il suo sforzo avrà successo, se si sarà completamente liberato dal desiderio del ritorno all’esistenza, le immagini scompariranno e gli apparirà il Mondo Divino.
Questo mondo è pure soggetto al karma, ma il morente avrà l’occasione di far nascere un nuovo essere in questo mondo o, come si suol dire, rinascerà come essere divino e vagherà nel mondo degli dei per lunghissimo tempo.
In questo mondo divino egli dovrà continuare il suo cammino spirituale verso l’Illuminazione ed un giorno potrebbe anche rinascere come uomo.
Se invece il suo sforzo non avrà avuto successo, se avrà avuto paura della luce del Mondo Divino, il morente comincerà a precipitare nel mondo delle forme inferiori di esistenza.
Gli appariranno adesso due entità: una luce bianca e pura ed una luce fosca non abbagliante. La prima è ancora un pallido riflesso del Mondo Divino e la seconda proviene da quello che per i Cristiani è l’Inferno.
Se il morente, nel corso della vita, sarà stato dominato da bassi sentimenti come l’ira e l’odio, avrà paura della prima e precipiterà verso la seconda.
Se riuscirà a non aver paura della prima luce ed a identificarsi con essa, entrerà e rinascerà nel mondo delle divinità inferiori. In caso contrario rientrerà nel mondo delle rinascite dal quale proviene.
In quest’ultimo caso, in vari stadi, si presenteranno al morente entità luminose sempre più fievoli ed egli avrà ancora qualche possibilità di salvarsi dal ritorno nel mondo illusorio della sofferenza e delle rinascite nel quale siamo immersi tutti noi.
Purtroppo la maggioranza dei morenti, a causa delle loro cattive predisposizioni, a causa dell’odio, dell’ira e dei bassi sentimenti dai quali sono stati dominati in vita, a causa dei loro peccati e della loro condotta immorale, a causa del mancato amore e rispetto di tutti gli esseri viventi, precipiteranno negli stadi inferiori dell’esistenza.
E’ questo il momento in cui cominceranno ad apparire le divinità terrifiche che getteranno il morente nel panico, nello sbigottimento e nella disperazione. Esse sono i terribili reggitori di questo mondo, gli Arconti degli gnostici, i Principati e le Potestà di questo mondo di tenebre, come diceva San Paolo.
Eppure il morente avrebbe ancora una qualche possibilità di salvezza, se solo acquisisse consapevolezza che anche queste terribili Entità non sono altro che proiezioni della sua mente.
Se queste istruzioni non sono servite, il morente, dopo alcuni tentativi di rientrare nel proprio cadavere, si estinguerà e sarà causa della nascita di un essere nel nostro piano dell’esistenza materiale o, come si dice, rinascerà come essere materiale in questo mondo.
Trascinato dal suo karma assumerà la forma di un animale o di un essere autocosciente in questo o in altri mondi materiali.
Ancora una volta questo nuovo essere nulla saprà di quanto accaduto.
Queste istruzioni andrebbero memorizzate ed utilizzate nel momento del Bardo, ma ciò è estremamente difficile per l’uomo occidentale che, nella maggioranza dei casi, vive questo periodo attanagliato dal terrore e dall’angoscia, a causa di un Karma negativo causato da una vita dedicata a cose futili e dominata da sentimenti e passioni negative.
All’apparire della prima Luce, egli, anzichè immergersi in essa, sarà portato a “fuggire via” per il terrore di perdere il suo illusorio io individuale.
Anzi, questa illusione è per lui in quel momento l’unica consolazione, in quanto gli farà pensare “esisto ancora”, “c’è vita dopo la morte”.
A causa di di questa situazione, egli, durante il Bardo, perderà anche le altre occasioni positive e sarà destinato ad una rinascita in uno dei mondi inferiori del Samsara.
Quanto detto, molto probabilmente, non riguarderà il lettore di questo articolo, in quanto, il fatto che ricerca questi argomenti è già di per se segno di un Karma positivo.