MUSSOLINI, LA PLUTOCRAZIA ED IL MONDO DI OGGI

Molte persone sono oggi convinte che il mondo attuale è dominato dall’alta finanza, caratterizzata da personaggi che, a differenza dei politici, si muovono nell’ombra, ma il cui potere effettivo è ben superiore a quello dei governi.
C’è anche la convinzione che molti governanti, e politici in genere, siano solo delle marionette nelle mani di questi poteri occulti.
Il problema non è nuovo: l’invadenza dell’Economia nella sfera politica mondiale si può dire che ha avuto inizio già dopo la prima guerra mondiale.
Per indicare questo stato di cose, il Fascismo fece largo uso del termine “Plutocrazia” il cui significato è “il predominio nella vita pubblica di individui o gruppi finanziari che, grazie alla disponibilità di enormi capitali, sono in grado d’influenzare in maniera determinante gli indirizzi politici dei rispettivi governi”.
Mentre il Nazismo identificava questa Plutocrazia con l’alta finanza ebraica, il Fascismo, almeno nella sua fase iniziale, non faceva accenno a questo significato forse restrittivo anche se in parte reale.
Nessuna giustificazione, ovviamente, da parte nostra degli orrori che la concezione nazista ha poi generato.
Fatta questa premessa, si può meglio intendere la frase contenuta nel discorso di Mussolini di dichiarazione di guerra del 10 Giugno 1940 “Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente”.
Il concetto verrà poi ribadito nel Manifesto di Verona del 1943 dove, tra gli obiettivi, si legge “abolizione del sistema capitalistico e lotta contro le plutocrazie mondiali” e, sempre nel 1943, nel discorso di Mussolini in occasione della fondazione della Repubblica Sociale Italiana dove viene ribadito lo stesso obiettivo nella frase “annientare le plutocrazie parassitarie e fare del lavoro, finalmente, il soggetto dell’economia e la base infrangibile dello Stato”.
Ma il concetto di “Plutocrazia” è analizzato in maniera compiuta e puntigliosa nel “Dizionario di Politica” edito nel 1940 dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Questo dizionario era un’opera in quattro volumi curata da 247 insigni studiosi, non tutti legati all’ideologia fascista.
Per il lettore attuale, leggere la voce “Plutocrazia”, è semplicemente impressionante a causa della lucidità con cui viene analizzato un fenomeno che oggi viene invece trattato spesso in maniera fumosa e superficiale.
Ecco il testo:

PLUTOCRAZIA. – Letteralmente: potere della ricchezza (da “ploutos” ricchezza e “cratos” potere). Predominio cioè di individui, gruppi, nazioni più ricche, per accumulazioni ereditarie o, più spesso, per altri redditi provenienti da imprese economiche.
Con i tempi moderni la Plutocrazia s’è rivelata, in tutta la sua estensione, come una forza potentissima nella vita sociale e politica. Effetto in gran parte del sorgere e dello svilupparsi del capitalismo e, soprattutto, dello spirito borghese esaltatore de vangelo della ricchezza, la Plutocrazia ha costituito la prova più edificante del tramonto dei valori morali nella coscienza moderna.
Le grandi accumulazioni di beni mobili in poche mani, l’organizzazione di gruppi finanziari collegati tra loro da interessi ed intese comuni (trusts, cartelli), la spinta sempre più decisa di gran parte dell’umanità verso l’adorazione del denaro hanno influito a creare nella vita degli stati delle vere potenze economiche e finanziarie, il cui predominio sulla condotta generale anche politica delle nazioni è apparso evidente.
La sottomissione degli interessi nazionali ad individui o gruppi finanziariamente od economicamente prevalenti non è stata rara. D’altro canto nemmeno raro è stato l’aiuto dato, a mezzo di concessioni, prestiti, sovvenzioni a giornali, ai governi da parte di quegli individui e di quei gruppi.
Specie nei regimi democratici la plutocrazia ha trovato modo di estendere e consolidare il suo potere: basti pensare all’America ed in special modo agli Stati Uniti, ove, prevalendo proprio la morale del guadagno, l’etica della ricchezza, la subordinazione degli interessi morali e politici a quelli economici, è assai comune.
Il fascino che grandi personalità dell’industria e della finanza americana ed altresì europea suscitano nelle classi medie povere è sintomatico dello stato d’animo che s’è creato nei riguardi dei valori materiali.
La denominazione di “Re” a talune di quelle personalità è anche caratteristica di tale stato d’animo, che ha sostituito l’ideale del denaro agli ideali più nobili della vita, al senso della gloria, del valore morale, della potenza dello spirito. Internazionalista per la tutela e lo sviluppo dei propri affari, la plutocrazia è, di solito, pacifista, filantropa, umanitaria.
La critica socialista alla potenza plutocratica è stata senza dubbio efficace. Essa, tuttavia, si è mossa sullo stesso piano dei valori materiali.
E’ solo, infatti, alla stregua di una concezione spirituale della vita che la forza del denaro può essere combattuta e superata: come, in realtà, il Fascismo intende ed opera, sul terreno morale, su quello sociale ed altresì su quello economico, mediante istituti che mirano ad instaurare insieme un costume atto a comprendere i grandi ideali ed una più alta giustizia sociale.
Non meno efficace la posizione assunta dal Fascismo nei confronti della plutocrazia delle nazioni ricche di materie prime e di capitali, le quali dominano non solo i mercati ma hanno instaurato un regime internazionale di supremazia sulle nazioni povere.
Con la medesima logica con la quale è stato affrontato questo problema all’interno, Mussolini ha denunziato ripetutamente l’ingiustizia e l’immoralità delle grandi potenze arricchite in imprese coloniali o per l’ineguale distribuzione di materie prime a danno dei popoli dotati soltanto di virtù e di coraggio.
La lotta tra le nazioni che la storia contemporanea vive e che trova l’Italia protagonista decisa è in pieno svolgimento. Essa ha trovato modo di effettuarsi già con violenza estrema.
L’esperienza, però, attesta che i valori dello Spirito presto o tardi trionfano; e, come notava Montesquieu (in “Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani”, IV) a proposito della guerra della opulenta Cartagine contro Roma proletaria, “l’oro e l’argento finiscono; ma la virtù, la costanza, la forza e la povertà non s’esauriscono mai”.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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