Senza entrare nel merito di un giudizio positivo o negativo sull’ultimo governo Berlusconi (8 Maggio 2008 – 16 Novembre 2011), dobbiamo rilevare alcuni avvenimenti inquietanti avvenuti nei mesi precedenti alla sua caduta.
La Deutsche Bank, che possedeva 8 miliardi di Euro di titoli di stato italiano, nel corso del 2011 ne vendette ben 7 miliardi, causando un crollo del valore di mercato di questi titoli : investitori e risparmiatori che li avevano comprati “a 100” in fase di emissione, si trovarono in mano titoli con un valore di mercato tra i 70 e gli 80, a seconda dei casi.
Le nuove emissioni di titoli italiani, di fronte ad un’offerta inferiore alla domanda, furono poi caratterizzate da interessi sempre crescenti, fino al 6,5% sul valore reale.
Lo Stato Italiano non si sarebbe potuto permettere a lungo un tale esborso di denaro per far fronte al pagamento degli interessi.
E’ la famosa crisi dello “spread”, cioè di quel numero calcolato moltiplicando per cento la differenza fra gli interessi dei titoli italiani e quello dei Bund tedeschi.
Nel corso del G 20 di Cannes, in una burrascosa cena che si svolse il 3 Novembre 2011, il presidente francese Sarkozy e la premier tedesca Merkel fecero pesanti pressioni affinchè Berlusconi accettasse l’ “aiuto” dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale) con la contropartita di un controllo del nostro paese da parte delle istituzioni finanziarie internazionali, cioè la famosa “troika” formata dal Fondo Monetario Internazionale, la BCE (Banca Centrale Europea) e rappresentanti della Commissione Europea.
Berlusconi, appoggiato dall’allora Ministro delle Finanze Tremonti, rifiutò, conscio che l’Italia avrebbe in questo modo perso praticamente la sua sovranità. E’ rimasta famosa una frase di Tremonti che, nel corso della cena, disse “conosco modi migliori per suicidarmi”.
Da allora la condanna di Berlusconi dell’Unione Europea fu definitiva.
Dal giorno dopo si verificarono ulteriori massicce vendite di titoli di stato italiani da parte di banche del centro-Europa e lo spread raggiunse il valore record di 564 punti che equivaleva ad un interesse del 7,47% pagato dallo stato italiano per i suoi titoli.
Nel 2011 il debito pubblico italiano ammontava a circa 1.900 miliardi di euro. Per comprendere quanto fosse ingiustificato uno spread così alto basta considerare che, nel momento in cui scriviamo (febbraio 2016), il debito pubblico italiano ammonta a 2.300 miliardi di euro, mentre lo spread è di 130 punti.
Precedentemente a questi avvenimenti, fin dall’estate 2011, l’allora Presidente della Repubblica Napolitano, aveva contattato Mario Monti, personaggio gradito all’alta finanza europea, per configurare un nuovo assetto politico in Italia, senza passare per le elezioni ed il 9 Novembre lo nominò senatore a vita.
In effetti, già dall’estate, al Quirinale, il lavorio per far cadere Berlusconi si era fatto fittissimo con telefonate quasi giornaliere tra Napolitano, Merkel e Sarkozy. La Merkel, in particolare, insisteva perchè a Monti fossero dati pieni poteri sull’Economia.
La situazione precipitò il 12 Novembre 2011 quando Berlusconi, senza mai avere avuto la sfiducia del Parlamento Italiano, rassegnò le dimissioni da Presidente del Consiglio.
Contrariamente alla prassi, il Presidente della Repubblica Napolitano, non rinviò il governo al giudizio delle Camere, ma dette l’incarico al neo-senatore Monti di formare il nuovo governo che entrò in carica 1l 16 Novembre successivo.
Da quel momento anche l’Italia ebbe un governo “gradito” all’alta finanza europea, anche se non nato da libere elezioni.
Si trattò di un “colpo di stato” ? Non propriamente, secondo la comune accezione del termine. Monti divenne capo del governo senza l’aiuto dei carri armati dei colpi di stato tradizionali, ma sicuramente si trattò di un complotto ordito dall’alta finanza europea con grosse complicità anche in Italia.
La parola “complotto” nei riguardi di quegli avvenimenti fu esplicitamente usata dall’ex premier spagnolo Zapatero, presente alla cena di cui abbiamo parlato, in una intervista a “La Stampa” dove, tra l’altro, dichiarò che l’Unione Europea cominciò a pensare a Monti da quando Berlusconi si era ribellato al Fondo Monetario Europeo.
Disse ancora Zapatero : “Silvio Berlusconi ed il ministro dell’Economia Giulio Tremonti subirono pressioni fortissime affinché accettassero il salvataggio del Fmi. Loro non cedettero e nei corridoi si cominciò a parlare di Monti, poi il governo italiano divenne, infatti, una dependance dell’Unione europea”.
Il politologo Alan Friedman dichiarò che Romano Prodi, già a fine giugno 2011, gli aveva confidato di aver consigliato a Monti di aspettare che lo spread salisse almeno oltre 300 punti, prima di entrare in scena. Anche l’industriale Carlo de Benedetti, strettamente legato all’alta finanza europea ed acerrimo nemico di Silvio Berlusconi, in vacanza a St Moritz, incontrò Monti dandogli un consiglio analogo. Lo stesso Monti ha candidamente dichiarato di aver avuto in quei mesi numerosi colloqui con Napolitano, che gli aveva chiaramente fatto intendere di tenersi pronto.
Più esplicito il politologo Edward Luttwak che ha parlato chiaramente di “colpo di stato” ordito da Sarkozy, la Merkel ed altre persone in Italia tra cui il Presidente Napolitano”.
Ancora più clamorose le dichiarazioni dell’ex Ministro del tesoro americano Timothy Geithner che nel suo saggio “Stress Test” rivela che funzionari europei contattarono nel 2011 l’amministrazione americana per ottenere appoggio nel far cadere Berlusconi e che gli Stati Uniti rifiutarono di appoggiare un piano del genere visto come un vero e proprio complotto ai danni di uno stato sovrano.
Insomma, qualsiasi sia il giudizio che si dia su Berlusconi, una brutta storia per l’Italia.
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