REGNO DELLE DUE SICILIE : LA VERITA’ SU DI UNA GRANDE NAZIONE

Regno delle due Sicilie 1816 – 1861
A differenza degli altri stati italiani, questo stato si distinse per un notevole progresso economico, sociale e culturale che lo portò al livello dei più progrediti stati europei.
E’ fatto noto che nel 1839 fu inaugurata nel Regno la prima ferrovia italiana, la Napoli – Portici, ma pochi sanno che pochi anni dopo la rete ferroviaria già collegava Napoli con Castellammare, Capua, Nola, Sarno, Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore.
Nel 1837 iniziò a Napoli, prima città italiana, la costruzione della rete di illuminazione stradale a gas che già nel 1838 illuminava le principali vie cittadine, quali via Toledo, via Chiaia, riviera di Chiaia, Pignasecca, Chiatamone, largo Castello, Monteoliveto, via Tribunali, via Foria, Porta Nolana e altre. Nel 1840 fu illuminato a gas anche il Teatro San Carlo e nel 1841 l’illuminazione a gas fu estesa a moltre altre vie della città.
A proposito di Teatro San Carlo ricordiamo che, presso di esso, fu istituita la prima scuola di ballo classico in Italia.
Il Regno vantava anche la realizzazione della prima fabbrica metalmeccanica italiana (1840), la fabbrica di Pietrarsa, che, tra l’altro, produceva locomotive, vagoni e rotaie.
Nel 1852 fu inaugurata nel Regno la rete telegrafica elettrica che, per estensione e difficoltà di realizzazione, fu un’impresa avveniristica, di eccezionale importanza per quel tempo, che, solo dopo qualche anno, collegava tutti gli uffici postali delle province e delle città del Regno, Sicilia compresa.
Molto prima, già nel 1818, fu costruita nei cantieri Vigliena, presso Napoli, la prima nave a vapore del mondo che salpò per la prima volta il 27 Settembre ed il Regno vanta anche la realizzazione del primo atlante marittimo mondiale. Il porto di Napoli, per volume di scambio di merci, era il più importante del Mediterraneo.
Le navi mercantili del Regno solcavano i mari di tutto il mondo e la sua flotta mercantile era, per numero di navi, seconda solo a quella imperiale inglese, mentre quella militare era terza dopo Inghilterra e Francia.
Il Regno vanta anche la realizzazione del primo Codice Marittimo in Italia e la costruzione di un’imponente rete di fari lungo le coste che rendevano sicura la navigazione.
Nel 1832 fu realizzato sul fiume Garigliano il primo ponte sospeso in ferro costruito in Italia, secondo in Europa. Il ponte collegava la Campania ed il Lazio meridionale che allora apparteneva al Regno delle due Sicilie.
Nel 1819 fu completato il primo Osservatorio Astronomico italiano, l’Osservatorio di Capodimonte e fu istituita presso l’Università di Napoli la prima cattedra di Astronomia in Italia
Nel 1841 fu istituito il primo osservatorio vulcanologico e sismologico del mondo, l’Osservatorio Vesuviano.
Ma, in campo universitario dobbiamo anche segnalare le prime cattedre italiane di Economia, di Ostetricia e di Psichiatria, inoltre il Regno delle due Sicilie fu il primo stato italiano a dotarsi di un Ufficio Centrale di Statistica (1832).
Sempre in campo culturale segnaliamo l’inizio degli scavi archeologici di Ercolano nel 1823.
In campo giuridico notevoli furono l’istituzione della “motivazione delle sentenze” e l’applicazione dei principi per il recupero sociale dei malviventi.
In campo medico ricordiamo il primo intervento in Italia di Profilassi Anti-Tubercolare ed il primo Istituto per Sordomuti in Italia. Il Regno poteva vantare inoltre il più basso tasso di mortalità infantile in Italia. In tutto il territorio erano sparsi numerosi ospedali ed ospizi nei quali operavano oltre 9.000 medici.
Napoli, in particolare, era la prima città italiana per numero di teatri, per numero di Conservatori musicali, per numero di pubblicazioni di giornali e riviste, ma vantava altre prestigiose istituzioni come la ancora prestigiosa scuola militare Nunziatella, il primo Museo Mineralogico del mondo, la scuola pittorica di Posillipo, le celeberrime fabbriche di ceramica e porcellana, tra cui quella di Capodimonte.
In tutto il Regno il benessere aumentava continuamente e, conseguentemente, anche le entrate pubbliche, permettendo allo Stato di impegnarsi in numerose opere pubbliche. Ciò nonostante le tasse imposte ai cittadini erano decisamente inferiori a quelle imposte dagli altri stati italiani.
La terra fu concessa a chi la lavorava, fiumi e torrenti furono arginati, le boscaglie furono estirpate per far posto a frutteti e vigneti, le paludi furono prosciugate. I terreni bonificati furono regalati ai contadini.
Nel Regno la disoccupazione era praticamente inesistente e così pure l’emigrazione.
Gli operai lavoravano otto ore al giorno e guadagnavano abbastanza per sostenere le loro famiglie e, primi in Italia, usufruirono di una pensione statale con l’istituzione di un sistema pensionistico che prevedeva una ritenuta del 2% sullo stipendio.
Su nove milioni di abitanti, dei quali cinque milioni e trecentomila in età lavorativa, un milione e seicentomila erano addetti all’industria, duecentomila al commercio e tre milioni e mezzo all’agricoltura ed alla pesca.
In effetti il Regno delle due Sicilie godeva di ottima salute economica: il deficit era quasi inesistente, il suo patrimonio aureo era invidiato da tutte le nazioni e vi era il maggior numero di Società per Azioni in Italia. La Borsa di Parigi, allora la più importante del mondo, quotava i titoli pubblici del regno al 120 per cento, quotazione più alta rispetto a tutti gli altri paesi.
La Conferenza Internazionale di Parigi del 1856 assegnò al Regno delle due Sicilie il premio di terzo paese al mondo per sviluppo industriale, dopo l’Inghilterra e la Francia.
La moneta del Regno delle due Sicilie era garantita in oro nel rapporto uno ad uno, per cui era particolarmente forte e stabile sui mercati europei. I ducati erano coniati in oro, i grani in argento ed i tornesi in rame. Il denaro circolava e le banche finanziavano le imprese con prestiti a basso interesse. Gli sportelli bancari erano diffusi in ogni città e paese del Regno.
Con termini moderni potremmo affermare che la “vivibilità” della popolazione del Regno era tra le migliori d’Europa e ciò contribuì anche ad un enorme sviluppo delle arti: fiorirono pittori, scultori, musicisti e grande sviluppo ebbe l’artigianato.
Questo era il “Regno felice” che scomparve nel 1861. Ma questa è un’altra storia e, si sa, la storia la fanno i vincitori …..

Nota Geografica
Il Regno delle due Sicilie comprendeva le attuali Sicilia, Calabria, Campania, Molise, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Lazio Meridionale (distretti di Gaeta e Sora e parte orientale dell’attuale provincia di Rieti).

Nota Storica
Il Congresso di Vienna del 1815 aveva inizialmente autorizzato il maresciallo napoleonico Gioacchino Murat a mantenere il Regno di Napoli, mentre il Regno di Sicilia restava a Ferdinando III° di Borbone. Poi, in seguito al sostegno che il Murat dette a Napoleone durante i “cento giorni”, il Congresso lo depose ed assegnò anche il Regno di Napoli a Ferdinando che assunse il nome di Ferdinando IV°. L’8 Dicembre 1816 i due regni, che avevano lo stesso sovrano, furono unificati in un solo stato, il Regno delle due Sicilie, con Napoli capitale, ed il sovrano assunse il nome di Ferdinando I° delle due Sicilie.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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