Tra i Vangeli canonici, il Vangelo di Giovanni è quello che maggiormente ha risentito dell’influenza delle dottrine gnostiche. In questa breve nota esamineremo i primi cinque versetti del famoso Prologo:
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio.
Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.
Nei nostri Vangeli la parola greca Logos (λόγος) viene tradotta col vocabolo “Verbo”. Il Logos è precisamente l’espressione del pensiero attraverso un linguaggio strutturato, per cui viene spesso tradotto anche come “Parola”.
L’uomo pensa attraverso il linguaggio e, attraverso questa struttura, crea l’immagine del mondo che ha nella mente.
Nel Prologo del Vangelo di Giovanni leggiamo : “In principio era il Verbo”, il che fa presupporre che il Logos esiste “da principio”, cioè dall’inizio del tempo, non fuori dal tempo, dove esiste Dio.
Nel codice 13 dei manoscritti di Nag Hammadi, la Protennoia Trimorfica, il Verbo dice di Se “Io sono la primogenita tra coloro che vennero all’esistenza” e quindi è ribadito il concetto che il Verbo è venuto all’esistenza all’inizio del tempo, primo Eone emanato dall’Uno Inconoscibile, che invece è situato fuori dal tempo, eterno, e nel Prologo di Giovanni è chiamato Dio.
Dal principio del tempo dunque “il Verbo era presso Dio” e, come tutti gli Eoni che procederanno in seguito, “il Verbo era Dio”.
Prosegue il Prologo di Giovanni, riferendosi al Verbo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”.
Infatti il Logos è la struttura razionale di tutto l’esistente e, senza questo ordine, esisterebbe solo il Caos.
Per quanto riguarda il passo “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”, riprendiamo la Protennoia Trimorfica, dove leggiamo:
“Io sono la vita della mia Epinoia, ciò che dimora in ogni Potenza e in ogni eterno movimento, all’interno di Luci invisibili, all’interno degli Arconti e degli Angeli, dei Demoni e di ogni anima che dimora nel Tartaro, di ogni anima materiale. Io dimoro in coloro che vennero all’esistenza. Io mi muovo in ognuno e scendo nel profondo di tutti”.
Vari codici gnostici chiamano “Epinoia” il Pensiero del primo Eone, cioè il Verbo (Logos) del Prologo di Giovanni. Questo pensiero è presente e nascosto in tutte le creature del mondo sensibile, anche nei terribili Arconti, reggitori e signori di questo mondo, regno del male.
Il concetto è ribadito nell’ultimo passo del Prologo di Giovanni che esaminiamo in questa sede :
“La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”.
In questo passo è trasparente il concetto gnostico della dualità tra “Luce” e “Tenebre”, tra il Pleroma, “sede” dell’Uno Inconoscibile e degli splendidi Eoni da Lui emanati ed il mondo materiale governato da Potenze oscure che hanno imposto la loro terribile Legge.
La definizione del mondo con la parola “tenebre” è propriamente e tipicamente un concetto gnostico.