Tra le tante organizzazioni scientifiche che stanno monitorando il fenomeno dell’innalzamento del livello dei mari, abbiamo scelto di usare in questa breve nota i dati della NASA (l’agenzia spaziale americana), sia per la sua serietà ed il suo equilibrio, sia perchè segue il fenomeno da molto tempo.
I dati della NASA sono ottenuti da un costante monitoraggio satellitare e, poichè nel rapporto originale sono espressi nelle misure di lunghezza anglosassoni (inches = pollici), abbiamo preferito convertirli in centimetri.
Ebbene, in un rapporto dell’Agosto 2015, questo ente afferma che il livello medio dei mari, dal 1992 all’ agosto 2015, si è innalzato di 7,62 centimetri (3 inches).
Questo dato presenta notevoli variazioni locali nelle diverse aree geografiche del nostro pianeta: mentre in alcune di esse l’innalzamento del livello del mare, nello stesso periodo, è decisamente inferiore, in altre aree ha raggiunto un valore massimo di 22,86 centimetri (9 inches).
Il rapporto imputa questo aumento a tre cause, ciascuna delle quali contribuisce al fenomeno per un terzo :
1) Aumento medio delle temperature delle acque dei mari.
L’acqua, rispetto agli altri liquidi, ha un comportamento anomalo: da 0 a 4 gradi centigradi, il suo volume diminuisce all’aumentare della temperatura, poi, superati i 4 gradi centigradi, si comporta come tutti gli altri liquidi, cioè il suo volume aumenta all’aumentare della temperatura.
2) Scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, della calotta polare artica e dell’Antartide.
La Groenlandia, sempre secondo la NASA, ha perso nel periodo 2005 – 2015 circa 303 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Rilevante anche il dato della calotta polare artica (Groenlandia esclusa) che nello stesso periodo ha perso 118 miliardi di tonnellate di ghiaccio.
Anche se il contributo dell’Antartide per l’innalzamento del livello del mare è attualmente molto più piccolo di quello della Groenlandia, si stima che la situazione potrebbe cambiare, in quanto è stato recentemente segnalato l’inizio di un massiccio scioglimento di ghiacci nell’Antartide occidentale, mentre sembra ancora stabile la situazione nelle altre zone del continente.
3) Scioglimento dei ghiacciai di montagna.
Che ci riserva il futuro ? Se il ritmo di innalzamento del livello dei mari, fin quì puntualmente verificato, restasse immutato, ci dovremmo aspettare per il 2.100 un innalzamento di 33 centimetri, ma questo richiederebbe che, da oggi, cessasse improvvisamente il fenomeno del riscaldamento globale del pianeta, dovuto all’effetto serra causato dai gas (soprattutto CO2, Anidride Carbonica) generati dall’attività umana, sia agricola che industriale che civile.
Dato che ciò è irrealistico pensarlo, dobbiamo aspettarci un innalzamento medio del livello dei mari di gran lunga superiore, magari un po’ contenuto se le tante Conferenze Mondiali sul Clima riuscissero ad imporre delle regole sulle emissioni di gas serra valide in tutti i paesi del mondo.
Le stime più ottimistiche (basate sulla speranza di un intervento dell’uomo per diminuire l’emissione di gas serra) parlano di un innalzamento medio di un metro del livello dei mari per il 2.100. Preferiamo tacere sulle stime pessimistiche…..
E’ facile immaginare le conseguenze catastrofiche che potrebbero essere generate da questo fenomeno: migrazioni in massa dalle zone costiere, carestie e crisi economiche e, probabilmente, anche guerre e così via.
Interi stati insulari del Pacifico e dell’Oceano Indiano dovrebbero essere abbandonati dalle popolazioni. Dove andrà tutta questa gente e chi li accoglierà ?
Sarebbe immorale disinteressarci del problema, solo perchè riguarda le generazioni future e non noi.
Secondo una ricerca della Princeton University, che riguarda solo gli USA, nel 2.100 oltre 30 milioni di americani potrebbero vedere le loro abitazioni finire sotto il livello del mare e, anche se si prendessero provvedimenti drastici di contenimento dei gas serra, non sarebbero meno di 10 milioni gli americani che dovrebbero fuggire dalle loro abitazioni.
E’ arrivato dunque il momento che l’umanità intera prenda coscienza del fenomeno ed inizi a prendere drastici e seri provvedimenti per almeno rallentare il surriscaldamento del nostro pianeta.
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