PLUTARCO CONTRO IL MANGIARE CARNE

Plutarco, il famoso scrittore, storico e filosofo greco, vissuto a cavallo dei primi due secoli dopo Cristo, tra le tante opere, scrisse anche alcuni trattati sugli animali come “L’intelligenza degli animali”, “Gli animali usano la ragione” e “Del mangiar carne”.
In quest’ultimo testo egli critica l’abitudine di cibarsi di cadaveri e sostiene che alimentarsi con le carni di animali uccisi non era una condizione dell’umanità originaria.
Non dobbiamo meravigliarci che duemila anni fa già esistevano persone così sensibili a questo problema: in realtà questo atteggiamento, ormai tanto diffuso nella società attuale, è sempre stato presente in tutta la storia dell’umanità, anche se solo tra le persone più evolute e colte.
Lasciamo dunque la parola all’illustre antesignano del vegetarianesimo riportando alcuni brani tratti appunto dal trattato “Del mangiar carne” (De esu carnium):

“Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiar carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l’uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto e imbandendo mense di corpi morti e corrotti, diede altresì il nome di manicaretti e di delicatezze a quelle membra che poco prima muggivano e gridavano, si muovevano e vivevano. Come poté la vista tollerare il sangue di creature sgozzate, scorticate, smembrate, come riuscì l’olfatto a sopportarne il fetore? Come mai quella lordura non stornò il senso del gusto, che veniva a contatto con le piaghe di altre creature e che sorbiva umori e sieri essudati da ferite mortali?”

“Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a cibarti di carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello, a un bastone o a una scure. Fa’ come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano: uccidi un bue a morsi o un maiale con la bocca, oppure dilania un agnello o una lepre, e divorali dopo averli aggrediti mentre sono ancora vivi, come fanno le bestie. Ma se aspetti che il tuo cibo sia morto e se l’anima presente in quelle creature ti fa vergognare di goderne la carne, perché continui a mangiare contro natura gli esseri dotati di anima?”

“Per un minuscolo pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce del sole e del corso dell’esistenza, per cui esso è nato ed è stato generato. Per di più, crediamo che i suoni e le strida che gli animali emettono mentre li uccidiamo siano voci inarticolate, e non piuttosto preghiere, suppliche e richieste di giustizia.”

“Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza? Perché calunniate la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi?”

“Non vi vergognate di mischiare i frutti coltivati al sangue delle uccisioni? Dite che sono selvatici i serpenti, le pantere e i leoni, mentre voi stessi uccidete altre vite, senza cedere affatto a tali animali quanto a crudeltà.”

“E’ veramente mostruoso che un individuo abbia fame di esseri che ancora muggiscono, insegnando di quali animali ci si debba nutrire, mentre questi sono ancora in vita ed emettono la propria voce, e stabilendo determinati modi di condire, cuocere e imbandire le loro carni.”

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
Questa voce è stata pubblicata in MIX e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.