La Genesi, il primo ed il più antico libro del Vecchio Testamento, presenta la strana caratteristica di contenere due diversi racconti della creazione, contenuti rispettivamente nel primo e nel secondo capitolo del libro.
Questi due racconti derivano da tradizioni orali più antiche dei popoli della regione e gli studiosi definiscono la fonte del racconto del primo capitolo come “Sacerdotale” e quella del secondo capitolo come “Yahvista”.
I due racconti presentano rilevanti differenze.
Soffermiamoci innanzitutto sul nome del Creatore (o dei Creatori ?).
Nel primo racconto è usato il termine “Elohim”, nel secondo il termine “YHWH”, che si legge Yahveh. YHWH è la traduzione nel nostro alfabeto di quattro lettere corrispondenti dell’alfabeto ebraico.
Elohim (tradotto frettolosamente con la parola Dio nelle moderne edizioni della Bibbia) è un sostantivo plurale: è il plurale di Eloah, da cui poi è derivato l’arabo Allah. Si noti che in ebraico il suffisso -im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo, proprio come il suffisso -s per la lingua inglese.
Troviamo subito questo termine plurale nella frase della Genesi “Bereshit barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”, che andrebbe tradotta “In principio gli Elohim crearono il Cielo e la Terra” e non “In principio Dio creò il cielo e la terra”.
Ma questa pluralità dei “Fabbricatori” di questo Mondo la troviamo ancora più esplicita in due altre famose frasi, nelle quali i traduttori ebraici e cristiani hanno stranamente lasciato il verbo al plurale senza “censurarlo”:
“Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
“Ecco, l’Uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del Bene e del Male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre”.
Un’altra notevole differenza tra i due racconti la troviamo nell’episodio della creazione della donna.
Dice il primo racconto:
“Dio (anche qui Elohim, ndr) creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”.
(Vayivra Elohim et-ha’adam betsalmo betselem. Elohim bar oto zachar unekevah bar otam)
Dice invece il secondo racconto:
“Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo”.
Nel primo racconto notiamo subito una “parità” tra uomo e donna, mentre nel secondo notiamo una subordinazione della donna rispetto all’uomo.
In effetti, secondo la Cabala ebraica, la donna di cui parla il primo racconto sarebbe il misterioso personaggio di Lilith, la prima vera donna, creata insieme all’uomo, a differenza di Eva, dalla Terra e non da una costola di Adamo.
E’ facile intuire perchè poi la Tradizione Ebraica successiva abbia considerato Lilith un Demone. In realtà questa figura rappresenta una differente figura della donna, un essere con pari dignità dell’uomo, diversa da tutta la concezione dell’Antico Testamento e dalla concezione dei popoli semitici in generale.
Nel secondo racconto invece è marcata l’inferiorità della donna e nasce la figura di Eva, che, tra l’altro, si macchierà per prima del peccato originale, quasi per scagionare, almeno in parte, l’uomo.
Un’altra notevole incongruenza tra i due racconti la troviamo nella creazione degli animali.
Nel primo racconto la loro creazione precede quella dell’uomo. La creazione degli animali è descritta dai versetti 20 a 26 del primo capitolo, quella successiva dell’uomo nel versetto 27.
Nel secondo capitolo leggiamo invece nei versetti 18 e 19:
“Poi il Signore Dio disse: Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome”.
Da queste brevi considerazioni si evince che nella Genesi sono chiaramente presenti due antiche tradizioni orali diverse e, nel corso dei secoli, nessuno se la è sentita di eliminarne una …..
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