Dobbiamo essere realisti: allo stato attuale delle nostre conoscenze i viaggi oltre il Sistema Solare sono impossibili. La velocità della luce (300.000 km/s) è un limite invalicabile.
La stella a noi più vicina, Proxima Centauri, si trova a 4,23 anni luce, per cui, con la velocità che raggiungono attualmente le nostre sonde spaziali, ci vorrebbero 75.000 anni per raggiungerla.
Per raggiungere il centro della nostra galassia occorrerebbero più di 500 milioni di anni e per raggiungere la periferia della nostra vicina galassia di Andromeda (che dista circa due milioni e mezzo di anni luce da noi) occorrerebbero quasi 50 miliardi di anni, più di tre volte e mezzo l’età dell’Universo !
La nostra galassia ha un diametro di centomila anni luce. Per quanto detto, esplorarla, trovare pianeti simili alla terra e colonizzarli o, magari, trovare forme di vita aliene, è attualmente solo un sogno relegato ai romanzi di fantascienza.
Non parliamo poi di raggiungere le altre galassie: distano da noi milioni e miliardi di anni luce.
Questo discorso vale anche per un’altra eventuale civiltà avanzata presente nell’Universo: non potrebbero mai giungere fino al nostro pianeta.
Ci sono però due fatti rilevanti che ci possono far sperare di poter viaggiare un giorno da un punto all’altro dell’Universo in tempi ragionevoli. Uno è un fenomeno ormai accertato, l’Entanglement, l’altro è, per ora solo una teoria, il ponte di Einstein-Rosen, detto anche Wormhole.
L’Entanglement è uno dei fenomeni più inquietanti di tutta la Meccanica Quantistica ed è ormai accertato da decenni di esperimenti.
E’ abbastanza semplice da comprendere:
Se due particelle subatomiche si sono trovate in relazione fra loro per un certo periodo, restano poi legate indissolubilmente anche quando si separano, nel senso che, quello che accade ad una di esse, si ripercuote istantaneamente sull’altra, indipendentemente dalla loro distanza, anche se sono separate da anni luce.
Per esempio, se A e B sono due particelle generate da uno stesso processo o che si siano trovate in interazione reciproca per un certo periodo, allora, qualsiasi sia la distanza che le separa (anche miliardi di chilometri), se cambia lo spin (rotazione attorno al proprio asse) di A, allora cambia istantaneamente anche lo spin di B, indipendentemente dalla distanza che separa le due particelle.
Il fatto che l’informazione del cambio di stato della particella A giunga istantaneamente alla particella B, sembra violare uno dei principi fondamentali della Teoria della Relatività, secondo il quale nessuna informazione può viaggiare a velocità superiori a quella della luce, a meno che non si ammetta che le due particelle continuano ad essere un unico sistema, anche se situate a distanze enormi, infatti la traduzione italiana di Entanglement è “intreccio”, parola che rende bene il fenomeno.
Potremmo mai utilizzare l’Entanglement per trasferirci da un punto all’altro dell’Universo istantaneamente ?
C’e’ chi pensa di sì e definisce questo fenomeno, per ora solo fantascientifico, col nome di “teletrasporto”.
Ciò che avviene per una particella, dovrebbe avvenire per un corpo macroscopico quale una nave spaziale.
Si tratterebbe di “scannerizzare” l’oggetto, tradurlo in informazioni digitali e poi trasferire istantaneamente queste informazioni in prossimità del punto di arrivo tramite l’Entanglement e trasformarle di nuovo in un oggetto materiale.
Veniamo ora alla teoria del Wormhole.
Il Wormhole (buco di verme) è il nomignolo che Fisici ed Astrofisici hanno dato al ponte di Einstein-Rosen, un ipotetico “tunnel” nello Spazio-Tempo che permetterebbe di utilizzare una “scorciatoia” tra un punto e l’altro dell’Universo, viaggiando quindi a velocità di molto superiori a quella della luce, ovviamente solo per chi misurasse la velocità nell’Universo ordinario e non dal punto di vista del “viaggiatore”.
Il “viaggiatore” non supererebbe dunque la velocità della luce, ma farebbe un perscorso molto più breve, sfruttando una piega nello Spazio-Tempo, appunto il Wormhole.
Le basi matematiche e geometriche della teoria del ponte di Einstein-Rosen sono abbastanza complesse, ma non sono in contrasto con la Teoria della Relatività Generale, anzi fu proprio Albert Einstein, insieme al suo collega Nathan Rosen, ad elaborarle per primo.
La cosa interessante è che dagli sviluppi successivi della Teoria si è evidenziata anche la possibiltà di wormholes che colleghino due universi differenti e, non ultima, una possibile fattività di viaggi nel tempo
Un piccolo passo avanti verso una possibile realizzazione pratica di un viaggio attraverso un wormhole è stato fatto nel 2015: un gruppo di fisici dell’Università di Barcellona ha realizzato un mini-tunnel spazio-temporale che però, per collegare due punti dello spazio, non utilizza campi gravitazionali, ma trasferisce il campo magnetico da un punto dello spazio ad un altro.
Concludendo, anche se abbiamo “colorito” questa nota con un po’ di fantascienza, ricordiamo che spesso idee e teorie descritte dagli autori della letteratura fantastica, si sono poi avverate nella realtà.
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