PROBLEMI E LIMITI DELLA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

L’attuale progresso della Scienza, soprattutto della Fisica, sta portando l’uomo molto vicino alla comprensione della Realtà, ma, purtroppo, per “uomo” dobbiamo intendere una persona che sia in possesso di uno strumento matematico, in verità, molto complesso.
Questo strumento matematico, patrimonio di una piccola frazione di esseri umani, è l’unico vero linguaggio per poter descrivere l’unica vera Realtà esistente, quel substrato unico universale nel quale sono presenti tutte le possibilità di esistenza, una sola delle quali viene alla luce all’atto dell’osservazione da parte di un essere dotato di autocoscienza.
Possiamo senz’altro chiamare questo substrato “Materia”, ma nel suo vero senso etimologico, che deriva dal latino “mater”, cioè “madre”, madre di tutte le cose.
La Materia, così intesa, non ha niente a che vedere con la materia come è comunemente intesa, cioè “tutto ciò che ha massa ed occupa uno spazio”, ma è l’Unica Realtà esistente, immateriale, “causa sui” (causa di se stessa), un oceano di probabilità, di tutte le infinite possibilità, descrivibile esclusivamente con lo strumento matematico.
Questa breve premessa era necessaria per poter intendere le difficoltà in cui si trova il divulgatore scientifico che, rivolgendosi all’uomo comune, deve sostituire la certezza del linguaggio matematico col linguaggio discorsivo, presentando dei concetti senza poterne dare le prove che, essendo di natura matematica, risulterebbero incomprensibili alla stragrande maggioranza del pubblico al quale egli si rivolge.
Dovendo scendere al piano delle “chiacchiere”, il divulgatore si espone ad essere contestato con altre “chiacchiere”, stavolta non surrogate da alcuna prova matematica, da parte, per esempio, dai cosiddetti “credenti”.
Si cade così in discussioni infinite che, basandosi sul linguaggio discorsivo, non hanno nessuna base scientifica e non portano a nulla di buono.
Per questo motivo, la maggioranza di coloro che conoscono la realtà delle cose, rinunciano a priori a qualsiasi tipo di divulgazione, tenendosi per se le loro conoscenze, ritenendo che la Verità scientifica sia ormai giunta ad un tale stato di profondità e complessità da risultare incomunicabile alle grandi masse.
Non condividiamo questo atteggiamento, anche se lo riteniamo giustificabile, perchè comporta dei rischi per il genere umano: religioni e superstizioni varie, che nel XVIII° secolo, con la diffusione dell’Illuminismo, sembravano destinate ad una prossima estinzione, stanno trovando nuovo vigore e diffusione, con tutte le nefaste conseguenze che ciò comporta. C’è un serio rischio di ritorno al Medioevo.
Il fatto è che, per la maggioranza dell’umanità, è molto più facile affidarsi a dei, angeli, santi, madonne etc … anzichè mettersi a studiare i concetti di spazio-tempo, dualismo onda-particella, relatività ristretta, relatività generale, meccanica quantistica, teoria delle percezione etc.etc…., solo per fare degli esempi.
Dunque riteniamo estremamente necessaria la divulgazione scientifica, anche se comporta i problemi e le difficoltà che abbiamo descritto.
Riteniamo che il primo compito del divulgatore sia la chiarezza del linguaggio: Il problema principale che il lettore incontra è che la nostra rappresentazione della Realtà è basata sui cinque sensi e, sopratutto, sulla vista ed il tatto. Quando il divulgatore si riferisce a protoni, neutroni, elettroni, fotoni, neutrini etc…, il lettore non può fare a meno di immaginarli come “palline microscopiche materiali” e, dato che non vi è niente di più falso, il divulgatore deve chiarire subito che la Realtà sottostante al nostro mondo macroscopico è assolutamente immateriale e contiene tutte le infinite possibilità di esistenza, una delle quali “viene alla luce” laddove esista un “osservatore”.
Piano piano, il divulgatore renderà cosciente il lettore che la rappresentazione della realtà che egli ha nel cervello è totalmente illusoria: senza usare nessuna equazione, il divulgatore spiegherà che Il piano dell’esistenza macroscopico in cui viviamo è costituito da atomi che sono oggetti inconoscibili che “emergono” dalla Realtà più profonda di cui abbiamo parlato. Che questi atomi emettono Radiazione Elettromagnetica, una perturbazione dello Spazio-Tempo la cui natura è ondulatoria. Che gli esseri viventi di questo pianeta percepiscono solo una minima parte di questa Radiazione, compresa in un ristretto intervallo di lunghezze d’onda. Che questa minima parte colpisce la retina, in fondo all’occhio e che delle cellule specializzate (i coni ed i bastoncelli) la trasformano in deboli impulsi elettrici. Che questi impulsi elettrici attraversano un sottile filo, il nervo ottico, e giungono in una certa zona del cervello. Che in questa zona il nostro cervello genera quelle immagini fantasiose che noi chiamiamo realtà e che i dati caotici che riceviamo, li ordiniamo secondo due “Categorie”, lo Spazio ed il Tempo, che non esistono nella realtà, ma che servono solo a creare il nostro mondo illusorio ed infine che anche la percezione del nostro corpo, e quindi anche del nostro cervello, rientra in questa rappresentazione illusoria.
Più difficile sarà convincere il lettore che il Principio di Causalità è valido solo nel nostro mondo macroscopico (il substrato reale è dominato dal Principio di Indeterminazione) e che la domanda “qual è la causa di tutto ciò ?” o, in termini più elementari, “chi ha creato tutto ciò ?” è priva di senso, così come è priva di senso la domanda “cosa c’era prima del Big Bang ?” in quanto il Tempo (così come lo Spazio) è nato nel momento del Big Bang e la parola “prima”, in questo contesto, è priva di ogni significato.
Un lettore che abbia ben assimilato questi concetti che abbiamo un po’ frettolosamente esposto, sarà poi sicuramente in grado di comprendere compiutamente un argomento scientifico particolare.
Concludendo, ci sentiamo di ritenere che, nonostante la complessità della verità scientifica, la divulgazione è ancora possibile, sempre che il lettore abbia fede nel divulgatore, in quanto questi è costretto a “raccontare” argomenti, senza darne le prove.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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