INTERPRETAZIONE GNOSTICA DELLA GENESI

La Genesi del Vecchio Testamento contiene due racconti della creazione. Si tratta di trascrizioni di tradizioni orali molto più antiche dei popoli dell’area mesopotamica, presenti, con poche varianti, anche nei testi sacri di altri popoli della regione.
Con la scoperta dei manoscritti di Qumran in Cisgiordania nel 1947 e soprattutto dei manoscritti di Nag Hammadi in Egitto nel 1945, si è avuta la conferma di quanto parzialmente già si sapeva grazie agli scritti dei Padri della Chiesa contro gli “eretici”: esistevano racconti della Genesi che presentavano aspetti, a dir poco, inquietanti.
La Creazione, che nella visione biblica ufficiale è un fatto positivo, viene descritta come la conseguenza di una catastrofe cosmica, un vero e proprio “aborto”, generato da Potenze cieche, malvage, arroganti, completamente ignare di tutto ciò che esiste al di sopra di loro.
Queste Potenze vengono denominate Arconti, sono sette e la prima di esse è il Dio della Bibbia, capace di malvagità, atrocità e crudeltà inenarrabili, come effettivamente possiamo leggere in tutto il Vecchio Testamento.
Egli impone al Cosmo la sua Legge spietata, come possiamo verificare semplicemente osservando il mondo umano e quello animale: questo mondo è il Regno del Male.
Prima di descrivere questa versione della Genesi che potremmo definire “Gnostica”, dobbiamo velocemente spendere due parole sull’origine di queste Potenze creatrici e reggitrici del mondo:
Esiste un Principio Unico, l’Uno Inconoscibile, e null’altro. Dal punto di vista del nostro piano dell’esistenza, Esso genera una serie di Eoni, entità divine splendenti e meravigliose, disposte in una gerarchia discendente. L’insieme degli Eoni costituisce il Pleroma.
L’ultimo Eone, spesso denominato la Sapienza, Sophia, commette un errore: presa d’amore per l’Uno, tenta di risalire verso di Lui ed invece precipita in basso, generando un aborto: Yaldabaoth, il Dio della Bibbia, e gli altri Arconti.
Leggiamo in uno dei testi a cui abbiamo prima accennato:
“Una stilla di luce cadde in basso, dalla mano sinistra, nella Materia Caotica. Questa fu chiamata Sophia, o Sapienza, la Madre del mondo. Ma, per il semplice contatto con le acque dello spazio, Ella, prima di ascendere alla regione Media, aveva di già generato un figlio, il principale potere creativo del mondo sensibile: questo figlio era Yaldabaoth che, a sua volta, generò, uno dall’altro, i sette grandi poteri formativi dell’universo sensibile: i sette Arconti. E Yaldabaoth era arrogante e millantatore ed esclamò: “Io sono Padre e Dio e non vi è alcuno sopra di me”. Ma Sophia, udendo tal cosa, gridò al suo figliuolo: “non mentire, Yaldabaoth, poiché al di sopra di te vi è il Padre Supremo, il Primo Uomo, e l’Uomo figlio dell’Uomo”. E tutti i Poteri furono sorpresi della parola, ma, Yaldabaoth, per distogliere la loro attenzione, gridò: “Facciamo l’Uomo a seconda della nostra immagine”. Cosi’ essi fecero l’ “Uomo”, ed egli giacque come un verme sul terreno, fino a che non lo portarono ad Yaldabaoth che soffiò in lui l’alito di vita, vale a dire il fluido di luce che aveva ricevuto da Sophia”.
Dunque gli Arconti, gli Elohim, hanno creato l’uomo, ma, a loro insaputa, l’uomo possiede la scintilla divina di Sophia ed è ad essi superiore.
A questo punto appare la figura del Serpente. Nelle tradizioni ebraiche e cristiane il Serpente è il principio del Male, identificato spesso con Satana, il demonio.
Nelle Genesi gnostiche invece il Serpente è una figura estremamente positiva: alcuni dottori gnostici vi vedono una manifestazione della stessa Sophia, la Sapienza, altri una manifestazione dell’angelo Lucifero, letteralmente il “portatore di Luce”, l’angelo che si era ribellato al terribile Dio del Vecchio Testamento”.
Il Serpente convince Eva a mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza ed ella lo porge ad Adamo che a sua volta lo mangerà.
Yaldabaoth aveva severamente proibito alle sue creature di mangiare questo frutto, ma essi lo fecero ed ebbero l’immediata conoscenza della loro vera natura, superiore a quella dei loro creatori.
L’ira di Yaldabaoth fu tremenda: egli assoggettò gli esseri umani alla morte, li espulse dalla loro condizione semi-divina (cacciata dall’Eden) e condannò la donna a partorire tra sofferenze atroci.
Ma la preoccupazione degli Arconti non era finita. Nella Bibbia cristiana ed ebraica è rimasto questo passo (sfuggito alla censura ?) simile a quello presente in molte genesi gnostiche, che riportiamo fedelmente:
“Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!”. (Genesi 3,22)
Questo continuo uso del plurale nella Bibbia ebraica e cristiana sembra confermare le tesi delle genesi gnostiche.
A questo punto occorre abbandonare le Genesi gnostiche e ricorrere ai Vangeli gnostici per comprendere da dove verrà la salvezza per l’uomo.
Il racconto mitico, per rendersi comprensibile, personalizza l’Eone Sophia:
Sophia, la Sapienza, angosciata e disperata, prigioniera nel mondo, Regno del Male, dominato dagli Arconti, non trovava pace ne in cielo ne in terra e l’Eone Cristo ascoltò i suoi lamenti. Scese nel mondo attraverso le sette sfere degli Arconti e privò loro di parte dei poteri. Prese la forma di uomo e fece conoscere agli eletti il Padre Nascosto, tanto diverso dal Dio della Bibbia. Portò all’uomo l’insegnamento segreto della Gnosi e gli dette la facoltà di ricongiungersi all’Uno Inconoscibile. Instaurò una legge completamente diversa dalla spietata legge del Dio del Vecchio Testamento.
Gli Arconti però avevano il potere in questo mondo e lo fecero uccidere. Ma morì l’uomo Gesù, che fu, tramite loro, crocifisso, ma l’Eone Cristo risalì al Pleroma.

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Ingegnere Chimico
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