Per comodità di esposizione, ci riferiremo in questa nota solo all’essere umano.
Sappiamo che, dopo un rapporto sessuale, circa 300 milioni di spermatozoi eiaculati dall’individuo maschio iniziano la loro corsa verso la cellula uovo dell’individuo femmina.
Uno solo di questi spermatozoi raggiungerà la meta e feconderà l’uovo.
Da quel momento inizierà la formazione di un nuovo essere umano.
Sembrerebbe superfluo, ma è bene chiarire che, prima dell’incontro dello spermatozoo con la cellula uovo, questo essere umano non esisteva.
Quest’ultima affermazione può essere attenuata solo dalla considerazione che il nuovo essere umano porterà in se i caratteri ereditari dei suoi genitori e, in generale, di tutti i suoi antenati e questo discorso lo approfondiremo più avanti,
Dunque possiamo affermare che questo nuovo individuo proviene dal nulla.
E quale sarà il suo destino ? Il ritorno al nulla, quando verrà il giorno della sua morte.
Infatti la formazione di un essere vivente è un fenomeno che va contro una delle leggi fondamentali dell’Universo: la legge dell’Entropia, che, in termini semplicistici, senza usare complesse espressioni matematiche, afferma che qualunque sistema tende al massimo disordine possibile.
Transitoriamente può avvenire che un sistema diventi più ordinato, e ciò avviene a spese dell’Entropia dell’ambiente circostante, ma un fenomeno di questo tipo può durare poco, in quanto la legge dell’Entropia è inesorabile.
In parole povere, un essere vivente è un sistema ordinato che non può resistere molto tempo in questo stato.
Il succo di questo discorso è che la vita umana, ma, in generale, la vita di tutti gli esseri viventi, è un breve intervallo tra un nulla ed un altro nulla.
Nel corso dell’evoluzione si sono formati esseri viventi sempre più complessi e, ad un certo punto, i loro sistemi nervosi hanno iniziato a produrre un organo centrale che presiede a tutto il sistema: il cervello.
Col cervello è nato negli animali superiori il fenomeno dell’autocoscienza, cioè l’animale è divenuto cosciente della propria esistenza.
Come conseguenza è nato il concetto di “io”, cioè di qualcosa che resterebbe immutabile, nonostante i vistosi cambiamenti fisici e psichici che avvengono in un individuo, nel suo percorso dalla nascita alla morte.
Il principale “colpevole” della nascita del concetto di “io” è la funzione della memoria che, in realtà, era nata solo per fini utilitaristici: se un animale mette la zampa sul fuoco, grazie a questa funzione, la prossima volta ritrarrà la zampa e non si brucerà.
Grazie alla memoria, un essere umano, ricorda il “suo” passato e crea l’io, cioè quell’entità che percorre tutta la sua vita, dalla nascita alla morte.
Abbiamo detto che l’esistenza di un essere vivente è un breve intervallo tra un nulla ed un altro nulla.
Ma in che consiste questo intervallo ? Praticamente è un sogno, proprio come i sogni che hanno la durata di una sola notte.
Perchè è un sogno ?
Tutta l’esperienza di un essere vivente è mentale: basta fermarsi un po’ a riflettere e ci si renderà conto che non si può uscire dal proprio mondo mentale, proprio come se fosse una prigione.
Siamo monadi senza porte e senza finestre, come diceva il grande filosofo Leibniz.
Il tavolo che ho di fronte, l’albero del giardino, l’oggetto che tocco, sono solo rappresentazioni mentali nel nostro cervello. Più arduo forse capire che anche il nostro cervello lo è ….
Cerchiamo di chiarire quest’ultimo punto.
La Realtà è esclusivamente un oceano di particelle elementari, ma il termine particella ci può trarre in inganno.
Si tratta di entità inconoscibili che vibrano come onde e, dalle loro aggregazioni, formano particelle più complesse che, a loro volta, formano gli atomi.
Gli atomi sono oggetti che “emergono” nella nostra realtà da una sostanza immateriale la cui unica legge è quella probabilistica.
Essi emettono Radiazione Elettromagnetica, ma noi ne percepiamo solo una minima parte. Questa minima parte della radiazione raggiunge la retina in fondo all’occhio, dove delle cellule specializzate, i coni ed i bastoncelli la trasformano in una debole corrente elettrica. Questa debole corrente percorre un sottile filo (il nervo ottico) e giunge in una certa zona del cervello. In questa zona il nostro cervello genera quelle immagini fantasiose che noi chiamiamo realtà. I dati caotici che riceviamo li ordiniamo poi secondo due “Categorie”, lo Spazio ed il Tempo, che non esistono nella realtà, ma che servono solo a creare il nostro mondo illusorio.
Ripetiamo, l’esistente è solo questo substrato, questo oceano di particelle elementari che, usando i tanto pertinenti termini della Filosofia Medievale, potremmo definire “la Sostanza”, cioè ciò che esiste di per se, “causa sui” (causa di se stessa) come diceva il grande filosofo Spinoza, eterna, increata, inconcepibile dalla limitata mente umana.
Sempre usando termini tratti dalla Filosofia medievale, tutto il resto è “Accidente”, cioè un qualcosa che non ha nessuna realtà oggettiva, come ad esempio un essere umano, che è solo un aggregato percepibile esclusivamente nel suo piano di esistenza.
Ciò lascia supporre che, oltre quello umano, esistano tanti altri piani dell’esistenza, altrettanto irreali, altrettanti “accidenti”, nati da un diverso modo di percepire questo substrato unico che è alla base di tutto l’esistente,
Nessuna meraviglia dunque per l’esistenza di un “mondo” divino e di chissà quanti altri “mondi” popolati da entità superiori o inferiori alle creature che popolano questo immenso Universo che è il nostro piano della realtà.
Soffermiamoci adesso esclusivamente sul nostro piano della Realtà.
Esso è un Universo la cui immensità è per noi inconcepibile.
Prima di andare avanti, ricordiamo che tutto quanto diremo, è la rappresentazione mentale che un essere umano ha del proprio piano di esistenza.
L’uomo, insieme a tutti gli esseri viventi che per ora conosciamo, vive su di un piccolo, insignificante, introvabile pianeta che, insieme ad altre migliaia di oggetti, ruota a folle velocità intorno ad una piccola stella situata alla periferia di una galassia formata da 300 miliardi di stelle che è solo una delle centinaia di miliardi di galassie che ci sono nell’Universo.
Per renderci conto dell’immensità di questo Universo diamo alcuni dati:
Per raggiungere Marte con la velocità attuale delle nostre sonde occorrono sette mesi. Per raggiungere Saturno, per esempio, occorrono sette anni, ma per raggiungere la stella più vicina, Proxima centauri, occorrono 75.000 anni, infatti tra i 300 miliardi di stelle che compongono la nostra galassia ci sono spazi vuoti enormi.
Ma, abbiamo già detto, che nell’Universo ci sono centinaia di miliardi di galassie ciascuna formata da centinaia di miliardi di stelle, la maggioranza delle quali corredate da un sistema di pianeti, satelliti ed altri oggetti.
La distanza tre le galassie è qualcosa per noi inimmaginabile. La nostra vicina Andromeda dista circa due milioni e mezzo di anni luce. Per raggiungerla con i mezzi attualmente a nostra disposizione, occorrerebbe un tempo superiore all’età dell’Universo.
Quanto detto è necessario a farci capire quanto la vita di un singolo essere umano sia un fenomeno irrilevante, trascurabile, di nessun conto.
Se analizziamo il “fenomeno vita” sul nostro pianeta, osserviamo che gli esseri viventi sono delle macchine il cui unico scopo sembra essere la trasmissione del DNA, un sofisticato software che contiene circa cento milioni di bit di informazione.
A questo fine siamo programmati con un irrefrenabile istinto alla riproduzione ed un forte istinto di sopravvivenza, un cui effetto non secondario è la paura della morte.
Una volta trasmesso il nostro DNA ai posteri, la nostra funzione è esaurita, in quanto ciò che conta pare sia solo la sopravvivenza della specie ed il continuo progresso dell’evoluzione.
Probabilmente l’uomo non sarà l’ultimo stadio dell’evoluzione e possiamo solo immaginare quali esseri più evoluti appariranno fra qualche milione di anni sul nostro pianeta.
Chi o che cosa abbia programmato tutto ciò (e la Scienza moderna ritiene che sia stato il caso) ribadiamo che è un problema che riguarda solo il nostro piano dell’esistenza, questo nostro breve sogno tra un nulla ed un altro nulla.
Tutto quanto detto sembrerebbe un discorso pessimistico nei riguardi dell’uomo.
Abbiamo parlato di Sostanza come unica Realtà, ciò che esiste di per se e di cui tutto fa parte.
Ebbene, c’è una via per l’uomo di trovarla nel suo Se profondo e liberarsi dell’io individuale e dalla sua prigione mentale, ma, a questo punto, non bastano le parole ed un ragionamento “discorsivo” per poter andare avanti.
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