Ettore Majorana era un giovane e brillante Fisico Teorico italiano che operava nel campo della Fisica delle particelle elementari e della Fisica Quantistica.
Egli faceva parte dello storico gruppo di fisici, detto dei “ragazzi di via Panisperna”, formato dai giovani collaboratori di Enrico Fermi, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, insignito nel 1938 del premio Nobel per la Fisica.
Questo gruppo pose le basi teoriche per la realizzazione pratica delle rezioni nucleari, sia per uso civile (Reattori Nucleari), sia, purtroppo, per uso militare (bomba atomica e, successivamente, bomba H).
I giovani di questo gruppo divennero poi tutti scienziati famosi. Citiamo per esempio Edoardo Amaldi, Emilio Segrè e Bruno Pontecorvo.
Ettore Majorana, dopo aver rifiutato cattedre di prestigio come Cambrige e Yale, accettò la cattedra di Fisica Teorica all’Università di Napoli, in coordinazione con Antonio Carrelli (mio docente di fisica …. preistoria) che occupava la cattedra di Fisica Sperimentale, con quale si legò in profonda amicizia.
Nel 1938 i suoi stessi colleghi gli consigliarono qualche giorno di riposo, in quanto lo vedevano particolarmente stanco, ma anche agitato.
Egli acconsentì e la sera del 25 marzo 1938 si imbarcò sulla nave della Tirrenia per Palermo, però, fatto strano, portò con se il passaporto e tutti i suoi risparmi ritirati in banca.
Il giorno stesso spedì due lettere ad Antonio Carrelli ed ai familiari dalle quali si potrebbe evincere un progetto di suicidio, ma, arrivato a Palermo, spedì un telegramma ed una lettera ad Antonio Carrelli nei quali chiedeva al Fisico napoletano di non tener conto di quanto scritto precedentemente ed annunciava il suo immediato rientro a Napoli, ma comunicava anche la sua decisione di rinunziare all’insegnamento.
Questi eventi fanno supporre che Majorana, avendo intenzione di scomparire o essendo costretto a farlo, aveva pensato di far credere ad un suo finto suicidio, ma che poi si sia ricreduto.
Pare certo che lo scienziato si sia imbarcato per il viaggio di ritorno da Palermo a Napoli già la sera del giorno 26, in quanto fu visto sulla nave da almeno due testimoni, ancora al mattino del giorno 27.
Fatto sta che, da quel giorno, Ettore Majorana è scomparso nel nulla.
Immediatamente iniziarono le ricerche in mare, ma non dettero alcun risultato.
La polizia iniziò le indagini e furono anche offerte 30.000 lire (una bella cifra a quei tempi) a chi fosse in grado di dare notizie.
Il fatto che lo scienziato avesse prelevato in banca tutti i suoi risparmi (pare una cifra non indifferente, egli proveniva da una famiglia nota e facoltosa) induceva tutti a scartare l’ipotesi del suicidio.
Del caso si interessò lo stesso Mussolini che mostrò un vivo interesse al ritrovamento dello scienziato, mostrandosi anch’egli scettico sulla tesi del suicidio. Cosa sapeva Mussolini ?
Da questo momento possiamo fare solo ipotesi basandoci su pochi dati e fatti concreti.
Sulla scomparsa di Majorana è stato ipotizzato di tutto: suicidio, fuga nell’anonimato, rapimento, omicidio. Cercheremo qui di esporre i pochi elementi che abbiamo a disposizione.
Innanzitutto c’è la testimonianza di un’infermiera che lo conosceva che asserì di averlo visto a Napoli ai primi di Aprile del 1938, ma, dopo questa prima testimonianza, le cose si sono “ingarbugliate”.
Sulla scomparsa di Majorana sono stati scritti numerosi libri e, in uno di questi, lo scrittore e saggista Leonardo Sciascia, basandosi su numerosi elementi, abbracciò la tesi che lo scienziato, conscio delle terribili conseguenze delle sue scoperte, si fosse ritirato come ospite della Certosa di Serra San Bruno in Calabria, ma questo fu sempre negato dai monaci dell’abbazia. Fatto sta che, però, Giovanni Paolo II°, in una visita alla certosa nel 1984, nel menzionare gli illustri ospiti che temporaneamente si erano trattenuti nell’abbazia calabrese, fece anche il nome di Ettore Majorana.
Sulla scomparsa dello scienziato esiste anche un ipotesi più inquietante. Prima di ottenere la cattedra all’Università di Napoli, Majorana aveva soggiornato sei mesi a Lipsia in Germania ed aveva allacciato contatti con numerosi fisici e scienziati tedeschi.
Qualcuno asserisce che egli sia tornato segretamente in Germania (volontariamente o costretto ?) per mettere le sue conoscenze a disposizione del Terzo Reich. E’ probabile che anche Mussolini sospettasse qualcosa del genere.
Sempre secondo questa ipotesi, dopo la guerra, egli sarebbe riuscito a fuggire in Argentina, come molti altri tedeschi collusi col regime nazista.
Ben tre testimoni, tra cui un ispettore di polizia, asseriscono di averlo visto in Argentina.
Altri studiosi dell’argomento propendono invece per la tesi che Majorana sia andato direttamente in incognito in Argentina, senza passare per la Germania.
Quest’ultima ipotesi si accorderebbe bene con la testimonianza dell’infermiera napoletana di cui abbiamo parlato prima, in quanto allora da Napoli partivano i Piroscafi per l’Argentina.
Successivamente, negli anni ’70 fecero scalpore delle notizie provenienti dalla Sicilia: si venne a conoscenza che un “barbone” senza fissa dimora si aggirava per le strade di Mazara del Vallo, un certo Tommaso Lipari, che mostrava una notevole cultura ed insospettate conoscenze scientifiche e che aiutava i bambini del paese a fare i compiti.
Questo barbone aveva sulla mano una cicatrice proprio come il fisico scomparso ed aveva un bastone con incisa una data che coincideva con quella di nascita di Majorana.
Alla sua morte, nel 1973, ci fu un’insolita folla al funerale, con persone “distinte” che i Mazaresi dichiararono di non aver mai visto e suonò la banda del paese !
La cosa fu talmente strana che l’allora Procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, aprì un inchiesta, che però lasciò tutti i dubbi insoluti.
Un altro elemento in questa misteriosa vicenda è venuto fuori non molti anni fa: il figlio di una cugina di Majorana ha asserito che il fratello dello scienziato lo avrebbe ritrovato nel 1939 (pare in Calabria) ma avrebbe rispettato la volontà del fratello di restare in incognito.
C’è infine l’ipotesi che Majorana sia stato ucciso o rapito e successivamente ucciso.
Lo scienziato scomparso aveva più volte mostrato la sua ammirazione per la Germania Nazista e, nel suo soggiorno di sei mesi in Germania, aveva allacciato rapporti intensi con i più illustri Fisici tedeschi.
Il timore che le sue conoscenze avessero portato l’Italia e le potenze dell’asse a realizzare per primi la bomba atomica, potrebbero aver indotto i servizi segreti degli alleati ad eliminarlo.
Questa tesi è stata avanzata per primo dallo storico della Matematica Umberto Bartocci, con dovizia di particolari ed argomentazioni.
Come si vede, il “caso Majorana” resta ancora un “giallo” senza soluzione.
Non ci resta che concludere questa breve nota con un giudizio su Majorana del grande scienziato Enrico Fermi:
“Al mondo ci sono varie categorie di scienziati, gente di secondo e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno molto lontano. C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha; sfortunatamente gli mancava quel che invece è comune trovare negli altri uomini: il semplice buon senso”.
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