Il DNA è praticamente un sofisticato software il cui programma viene puntualmente realizzato nel corso della vita di qualsiasi essere vivente, dalla nascita alla morte.
Il DNA umano contiene circa cento milioni di bit di informazione che regolano tutti gli aspetti del nostro organismo, sia fisici che psichici.
Il carattere, le predisposizioni, la personalità di un essere umano sono praticamente scritte nel suo DNA.
Ad esempio, se un individuo è introverso oppure estroverso, se è timido oppure intraprendente, dipende esclusivamente dal suo DNA.
Il DNA si eredita dai genitori, ma i genitori sono due, per cui qualche aspetto della nostra personalità sarà simile a quello di nostro padre e qualche altro sarà simile a quello di nostra madre, ma potremmo anche presentare aspetti psichici differenti: tutto dipende dal caso e dalla mescolanza dei geni, in pratica da quale spermatozoo maschile e da quale cellula uovo femminile si sono incontrati.
Sul nostro pianeta esistono esseri umani capaci di uccidere un altro essere umano nel modo più atroce ed altri che non potrebbero mai farlo.
Se ci soffermiamo su questi ultimi, dobbiamo considerare che è come se per loro esistesse una “barriera psichica” insormontabile che gli impedisce di compiere un atto simile.
Questa differenza tra esseri umani dipende esclusivamente dal loro DNA.
C’è chi, considerando questa triste verità, si spinge molto oltre, ritenendo ingiusto punire con la galera o con la morte l’autore di un omicidio, in quanto è stato programmato per avere queste caratteristiche comportamentali alle quali non si può opporre, per cui non sarebbe colpevole.
In pratica non ci sarebbe nessun merito ad essere “buoni” e nessun demerito ad essere “cattivi” in quanto nessun individuo ha la capacità di mutare le sue caratteristiche comportamentali, dettate da un software autoritario ed implacabile quale il DNA.
Queste brevi considerazioni minano alla base il concetto di “Libero Arbitrio” che pare proprio essere una delle tante fantasie umane.
Ci sono persone che non hanno nessun problema a sgozzare vivo un maiale, un coniglio, una gallina ed altre che non sarebbero mai capaci di compiere un atto simile: queste ultime sono più buone ? Sicuramente si, ma non per libero arbitrio. In realtà non hanno scelta, il loro DNA le ha programmate così e non potrebbero mai superare la barriera psichica che impedisce loro di uccidere un altro essere vivente.
Le caratteristiche fisiche e psichiche di un individuo dunque dipendono, e sono determinate dal suo codice genetico, che è determinato indipendentemente dalla sua volontà e deriva da fattori ereditari. l’individuo non può scegliere il suo DNA, perciò avrà caratteristiche fisiche e psichiche determinate. Non è libero di scegliere.
Nessuna azione, nessun pensiero, nessuna decisione si possono definire “liberi” e “volontari”: facciamo quel che facciamo perché non possiamo fare altrimenti.
A questo punto sorge spontanea una domanda: esistono popoli più buoni e popoli pù cattivi ?
Per quanto detto, la risposta pare che sia “si”, in quanto gli accoppiamenti sessuali avvengono in massima parte tra individui che vivono nella stessa area geografica, per cui il DNA di gran parte di una popolazione di quest’area presenterà caratteristiche simili.
Questa considerazione ci porterebbe a concludere che alcune popolazioni sarebbero portate ad uccidere ed a compiere atrocità varie con più facilità e meno scrupoli, rispetto ad altre.
Questa constatazione ha portato alcuni studiosi a vedere con favore il fenomeno delle migrazioni, che porterebbero ad un maggiore mescolamento dei diversi caratteri genetici, ma ci sono due obiezioni: innanzitutto, in questo mescolamento, quale DNA avrebbe il sopravvento, quello dei “buoni” o quello dei “cattivi” ? E poi c’è da considerare la tendenza delle popolazioni migrate altrove ad accoppiarsi sessualmente in gran parte al loro interno.
Si badi bene, che non stiamo parlando di razze, ma di popolazioni con DNA simile.
I “buoni” sono anche più intelligenti dei “cattivi” ?
Nel 2007 suscitarono grandi polemiche e critiche le dichiarazione del premio Nobel James Watson che, insieme a Francis Crick e Maurice Wilkins, scoprì la struttura del DNA e dette l’avvio all’eccezionale progresso delle Scienze Biologiche di cui siamo tuttora testimoni.
Egli dichiarò: “I neri sono meno intelligenti dei bianchi. Non c’è un valido motivo per prevedere che le capacità intellettive delle persone divise geograficamente si siano esplicate in maniera identica. Il nostro desiderio di attribuire uguali capacità razionali come una sorta di patrimonio universale dell’umanità non è sufficiente per renderlo reale”.
In effetti, mentre in tutto il mondo nascevano le grandi civiltà, l’Africa subsahariana restava praticamente all’età della pietra. Non inventò mai la scrittura e non conobbe mai nessuna speculazione filosofica o scientifica.
Le cose cambiarono solo con l’arrivo dei primi viaggiatori arabi e, successivamente, dei colonizzatori europei.
Ma anche al giorno d’oggi non si conosce un Filosofo o un Matematico proveniente da quelle regioni e, se si escludono “Pace” e “Letteratura”, nessun premio Nobel (Fisica, Chimica, Medicina) è stato mai assegnato ad esponente di colore dell’Africa subsahariana.
Non si faccia confusione con i numerosi premi Nobel assegnati agli Indiani, anch’essi scuri di pelle, ma dotati di un patrimonio genetico molto simile a quello degli europei.
Non è un discorso “razzista”: la variabilità genetica tra popolazioni umane diverse riguarda una frazione minima del DNA e, in alcuni casi, si possono trovare più differenze tra il DNA di due individui bianchi che tra un bianco ed un nero.
Anche la qualità di assimilazione di elevati concetti filosofici e scientifici dipende dal nostro patrimonio genetico: c’è chi riesce a comprenderli a fondo e chi è solo in grado solo di ripeterli a memoria, per poi dimenticarli subito dopo qualche tempo.
Nell’ambito della scuola e dell’Università si assiste all’inequivocabile constatazione dell’esistenza di allievi estremamente intelligenti. E’ merito loro ? No, certamente. Il loro DNA li ha programmati così, ma non possiamo certo negare che sono superiori agli altri.
A questo proposito è famoso il detto “La pagella scolastica ? E’ scritta nel nostro DNA”.
Uno studio inglese su 11.000 coppie di gemelli ha dimostrato che l’influenza dell’ambiente (famiglia, scuola, condizione socio-economica di appartenenza) ha una influenza minima sul rendimento scolastico: le differenze di rendimento tra studenti sono spiegabili solo chiamando in causa il loro patrimonio genetico, ovvero le loro predisposizioni naturali.
Ci rendiamo conto che è un brutto discorso, questo che proponiamo in questa nota, ma gli esseri umani sono diversi fra di loro. E’ una constatazione di fatto, anche se non è di moda rilevarla nel mondo attuale.
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