AGARTHI, IL CENTRO SPIRITUALE SOTTERRANEO

Secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici, l’umanità attuale sta vivendo l’ultima era, chiamata Kali Yuga nella tradizione orientale o Età del Ferro nella tradizione occidentale.
In questa era, detta anche età oscura, l’umanità è caratterizzata da un progressivo capovolgimento di tutti i valori morali e da un completo degrado spirituale: l’uomo del Kali Yuga ha perso completamente la possibilità di accedere alla realtà spirituale ed i riti delle delle grandi religioni essoteriche hanno perso qualsiasi effettiva efficacia spirituale.
Al termine di quest’era, dopo avvenimenti drammatici esposti in quasi tutti i testi sacri dell’umanità, sarà restaurata l’Età dell’Oro o, se si preferisce, il Satya Yuga.
Secondo il computo della tradizione induista, il Kali Yuga è iniziato circa 5.000 anni fa e dovrebbe durare altri 427.000 anni.
Secondo i più antichi testi induisti e tibetani, all’inizio del Kali Yuga, quegli uomini superiori che erano ancora in contatto con la realtà spirituale, si sarebbero ritirati in un regno sotterraneo, pur continuando a mantenere una certa influenza sulla razza umana, specialmente su di alcuni individui ancora non completamente ottenebrati spiritualmente, ma anche sui governanti delle nazioni.
Alcuni avvenimenti storici inspiegabili e cambiamenti repentini, sarebbero giustificati dall’intervento spirituale di questi maestri.
Questo regno sotterraneo è chiamato con nomi diversi, a seconda della varie tradizioni. Nel titolo abbiamo usato la dizione Agarthi, che sembra di origine mongola. Forse è invece più corretto il nome Agarttha di origine induista.
In effetti la credenza nell’esistenza di questo mondo sotterraneo non è esclusiva di India e Tibet, ma la ritroviamo in tutta l’Asia centrale ed anche in Cina, nelle Americhe precolombiane, nella Grecia antica e presso molti altri popoli.
Agharti si troverebbe a grande profondità sotto la crosta terrestre e si estenderebbe praticamente sotto tutta la superficie del pianeta, con un vasto sistema di gallerie sotterranee e sarebbe illuminata da una misteriosa fonte energetica proveniente dal centro della Terra che alcune tradizioni descrivono come simile ad un sole fumoso.
Vi sarebbero diversi “ingressi” a questo mondo sotterraneo. Quelli di cui si ha qualche traccia nei testi più antichi sono in Tibet, in Antartide, nell’isola di Pasqua ed in una non ben specifiata terra nei pressi del Polo Nord. Gli Etruschi ne menzionano uno situato sul monte Epomeo nell’isola di Ischia, nel golfo di Napoli.
Le prime notizie su Agarthi furono portate in Europa da due viaggiatori francesi: Alexandre Saint-Yves marchese d’Alveydre (1842 – 1909) che narrò quanto appreso nei suoi viaggi in India nel libro “Mission de l’Inde” e Ferdinand Ossendowski (1876 – 1945) che, dopo un lungo viaggio in tutta l’Asia centrale, ha riportato racconti quasi identici a quelli di Saint-Yves nel libro “Betes, hommes et Dieux”, pur avendo visitato regioni completamente diverse.
Agarthi divenne poi addirittura “popolare” grazie alla famosa opera “Le Roi du Monde” (Il Re del Mondo) dell’esoterista francese Renè Guénon nel 1927.
In quest’opera, l’autore espone dottrine e miti su questo argomento, provenienti dal Tibet, dalla tradizione ebraica e dai più antichi testi sanscriti e fa interessanti collegamenti con Atlantide, Thule, il Santo Graal ed altri miti.
Egli conferma che Agarthi sarebbe un centro iniziatico che si sarebbe occultato agli occhi dell’umanità all’inizio del Kali Yuga ritirandosi in un regno sotterraneo.
In aggiunta egli riporta il mito del Re del Mondo: sovrano di Agarthi che influenzerebbe le vicende e la coscienza collettiva dell’Umanità in questa difficile età oscura.
Il Re del Mondo è un personaggio mortale, per cui questa istituzione verrebbe esercitata da individui diversi nel corso dei secoli.
Secondo Guenon l’enigmatico personaggio di Melchisedek, sacerdote del Dio Altissimo, di cui si parla solo due volte nel Vecchio Testamento ed una volta nelle lettere di San Paolo, sarebbe un suo inviato, se non lo stesso Re del Mondo.
Dalla Bibbia si evince che Melchisedek, identificato come re di Salem (Agarthi secondo Guenon), non apparteneva al popolo ebraico, era superiore alla casta sacerdotale di questo popolo, era sacerdote di un Dio superiore a quello del Vecchio Testamento ed Abramo, da lui benedetto, lo rispettava come suo superiore.
Ci sono varie notizie di contatti diretti di esseri umani con rappresentanti del Regno di Agarthi, ma quello che ha maggiormente influenzato tutto l’Esoterismo occidentale è quello avuto in Tibet da Helena Petrovna Blavatsky nel 1868, quando incontrò quelli che lei definì “Maestri della Fratellanza Bianca”, che le esposero quella Dottrina che poi sarebbe diventata la base della Teosofia europea e le permisero la visione del più antico libro dell’umanità, il Libro di Dzyan.
C’è ancora da osservare che le tante società segrete esoteriche che fiorirono in Germania prima dell’avvento del Nazismo, tra cui la Thule, di cui Hitler e tanti altri futuri gerarchi nazisti erano membri, credevano fermamente nell’esistenza di Agarthi.
Queste società, con poche varianti, ritenevano che gli Iperborei, individui dalle capacità spirituali superiori e dai quali sarebbero discesi gli Ariani (Arya, i nobili), si sarebbero ritirati nel regno sotterraneo da quando, nell’età oscura, il pianeta era sotto il dominio delle razze inferiori.
Non a caso Hitler organizzò spedizioni in Tibet ed in Antartide alla ricerca di questi esseri che lo avrebbero dovuto aiutare nel ripristinare il dominio della razza superiore anche in superficie ed instaurare nuovamente l’Età dell’Oro, il Reich millenario (Tausendjähriges Reich).

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Ingegnere Chimico
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