Come tutte le stelle, anche il Sole un giorno “morirà”, ma è facilmente prevedibile che la vita sul nostro pianeta sarà spazzata via prima della morte della nostra stella, a causa degli sconvolgimenti che precederanno il suo collasso finale.
Il Sole è una stella molto tranquilla, di dimensioni medio-piccole, di tipo spettrale G2 V. E’ nato 4,57 miliardi di anni fa, insieme a tutto il sistema solare.
Dalla sua nascita ha continuamente irradiato una quantità enorme di energia grazie alla fusione nucleare dell’Idrogeno: semplificando un po’ le cose, a causa delle enormi pressioni all’interno della nostra stella, avviene la fusione di quattro nuclei di Idrogeno (praticamente quattro protoni) che generano un nucleo di Elio.
Il nucleo di Elio così generatosi ha una massa leggermente inferiore alla somma delle masse dei quattro nuclei di Idrogeno dai quali è nato. Questa massa “mancante” si trasforma in energia secondo l’equazione di Einstein E = mc².
Questa enorme quantità di energia generata si manifesta sotto forma di luce e calore in tutto il sistema solare.
L’energia irradiata che spinge verso l’esterno, bilancia l’enorme pressione della massa solare che spinge verso l’interno ed il Sole è così perfettamente in equilibrio.
Purtroppo, però, fra circa 5 miliardi di anni (qualche scienziato più ottimista parla di 6 o anche 7 miliardi di anni), il Sole esaurirà l’Idrogeno nel nucleo ed avverranno due fenomeni:
1) Il nucleo solare si contrarrà finchè non inizieranno le reazioni nucleari di fusione che trasformeranno l’Elio in Carbonio ed Ossigeno.
2) Il Sole inizierà a bruciare l’idrogeno che si trova negli strati più esterni e per questo motivo il Sole si espanderà fino ad assumere un diametro circa 250 volte superiore a quello attuale.
In questa fase il Sole perderà parte della sua massa e quindi diminuirà la sua forza di attrazione sulla Terra che, in conseguenza, si allontanerà, descrivendo un’orbita più ampia, ma ciò non sarà sufficiente a salvare il nostro pianeta.
Infatti già in questa fase, la parte più esterna dell’atmosfera solare raggiungerà il nostro pianeta e, anche se molto tenue e quasi impercettibile, sarà sufficiente, a causa dell’enorme calore, a far evaporare gli oceani ed a generare giganteschi incendi su tutta la Terra.
In pratica il nostro pianeta cesserà già di essere abitabile tra 3 o 4 miliardi di anni, a seconda che si dia credito alle stime più pessimistiche o a quelle più ottimistiche.
In questo periodo però, i pianeti nani rocciosi transnettuniani come Plutone, Eris, Makemake, Haumea, Sedna, Orco, Varuna etc … si riscalderanno raggiungendo temperature simili a quelle attuali sulla Terra e potrebbero rappresentare un rifugio provvisorio per l’umanità, se a quell’epoca esisterà ancora. Resta il problema immane del trasferimento di miliardi di individui.
Ma il peggio deve ancora arrivare: quando anche l’Elio del nucleo sarà esaurito, il nucleo solare si contrarrà ulteriormente andando a formare una cosiddetta “nana bianca” e gli strati esterni del Sole si espanderanno enormemente “inghiottendo” prima Mercurio, poi Venere ed infine la Terra, anche se questi pianeti si troveranno in orbite più distanti dal Sole rispetto ad oggi.
Se fosse possibile vederla dalla Terra, questa nana bianca avrebbe l’aspetto attuale del pianeta Venere.
Infine, in poche centinaia di milioni di anni, la nana bianca si “spegnerà” completamente e diventerà una fredda nana nera. I pianeti sopravvissuti saranno come cadaveri in rotazione attorno a questo oggetto spento, sempre se la sua forza di gravità sarà ancora in grado di trattenerli. L’eventuale umanità sopravvissuta nei pianetini esterni sarà costretta a migrare, se ne avrà la capacità, in altri sitemi solari con pianeti adatti alla vita.
L’enorme massa di materia che si era allontanata dal Sole andrà a costituire quella che, vista dallo spazio, viene chiamata “nebulosa planetaria”. Ne osserviamo tante nell’Universo …..
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