Gia da tempo si sapeva che la religiosità degli individui è inversamente proporzionale al loro grado di istruzione: il numero dei credenti in una qualsiasi religione è massimo tra gli analfabeti e va via via decrescendo al crescere del grado di istruzione.
Finora erano anche note numerose ricerche scientifiche dalle quali si evinceva che, a prescindere dal grado di istruzione, il quoziente medio di intelligenza degli aderenti ad un qualsiasi credo religioso era inferiore a quello di atei ed agnostici, ma ora è giunta una conferma piuttosto inquietante: I credenti sono meno intelligenti degli atei !
Lo rivela uno studio dei ricercatori dell’Università di Rochester che hanno esaminato 63 studi scientifici effettuati sull’argomento a partire dal 1921: è chiaramente emerso che c’è un rapporto negativo tra intelligenza e religiosità: i credenti sono mediamente meno intelligenti dei non credenti.
Lo studio ha pure evidenziato che le persone più intelligenti e meno propense ad accettare un credo religioso raggiungono posizioni sociali più elevate.
L’affermazione poi è stata confermata anche dallo studio di 1500 bambini con quoziente d’intelligenza superiore a 135, seguiti fino alla vecchiaia: già da adolescenti hanno abbandonato ogni forma di credo religioso, dichiarandosi atei o agnostici.
Data la delicatezza della ricerca, si è atteso per decenni prima di pubblicare qualsiasi risultato, per avere la certezza su quanto pubblicato.
Finora erano noti solo studi scientifici che avevano evidenziato che il “successo” di una Religione qualsiasi in una nazione era direttamente proporzionale al tasso di analfabetismo della popolazione di quel paese.
Questa proporzionalità è ben dimostrata, per esempio, nei paesi islamici, dove il tasso di analfabetismo è molto elevato.
Questo studio ci fa tornare in mente una polemica di qualche anno fa (che riportiamo solo a titolo di curiosità) suscitata dalla tesi del matematico Piergiorgio Odifreddi che sosteneva che la parola “cretino” deriva dal termine “cristiano”:
“Il termine cretino deriva da cristiano, attraverso il francese crétin, da chrétien, come già attestato nell’Enciclopedia nel 1754, perché cotali individui erano considerati come persone semplici, innocenti, stupide e insensate”.
Ma, prima di Odifreddi, già nel 1982, Vittorio Messori scriveva:
“C’è, nella Chiesa, chi vorrebbe nasconderlo e c’è chi, se costretto, lo ammette a mezza voce. Eppure è un fatto: la parola cretino deriva direttamente da cristiano”.
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