I SETTE COLORI

prisma ottico

Nessuno di noi sarà mai capace di descrivere un colore ad un cieco dalla nascita. I colori sono tra quelle rappresentazioni della nostra mente che sfuggono all’architettura mentale umana basata sul linguaggio.
Oggi però conosciamo perfettamente i meccanismi fisici e biologici che sono alla base della percezione del colore: i colori sono la “traduzione” mentale di fenomeni facilmente comprensibili.
Ricordiamo che gli atomi emettono Radiazione Elettromagnetica. Questa Radiazione è un fenomeno ondulatorio costituito dalla propagazione nello Spazio-Tempo di un campo magnetico e di un campo elettrico perpendicolari fra loro.
La Radiazione Elettromagnetica viene di solito suddivisa in otto parti che, dalla lunghezza d’onda più piccola alla più grande, sono: raggi gamma, raggi x, raggi ultravioletti, luce visibile, raggi infrarossi, onde corte, onde medie ed onde lunghe.
Di tutta questa radiazione, il nostro occhio ne percepisce solo una minima parte, che, appunto, viene chiamata “Luce Visibile”.
Questa “luce visibile” è costituita a sua volta da sette colori che, dalla lunghezza d’onda più piccola alla più grande, sono: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancione e rosso.
L’occhio umano d’altra parte riesce però solo con difficoltà a distinguere l’indaco dal blu e dal violetto, fatto che ha spinto molti a ritenere di dover eliminarlo dal novero dei colori dello spettro. Oggi si preferisce inserire il ciano tra il blu ed il verde.
Tutti gli altri colori che il nostro cervello ci rappresenta, come, per esempio, il rosa o il marrone, sono costituiti da sovrapposizioni di questi sette colori fondamentali. In particolare il nero è l’assenza di colore.
Misurando le lunghezze d’onda in nanometri (1 nm = 1 milionesimo di millimetro), abbiamo: violetto (380-450 nm), blu (450-475 nm), ciano (475-495 nm), verde (495-570 nm), giallo (570-590 nm), arancione (590-620 nm), rosso (620- 760 nm).
Per questo motivo la radiazione che ha lunghezza d’onda inferiore al violetto viene chiamata ultravioletta e quella che ha lunghezza d’onda superiore al rosso viene chiamata infrarossa.
Chiariamo che finora stiamo dando il nome “colore” ad un fenomeno ondulatorio caratterizzato da una determinata lunghezza d’onda e non alla sua rappresentazione che ne fa il nostro cervello.
Quando poi la luce visibile colpisce i coni ed i bastoncelli (cellule specializzate situate sulla retina in fondo all’occhio), questi reagiscono diversamente alle diverse lunghezze d’onda che ricevono, inviando alla zona del cervello deputata alla visione, attraverso il nervo ottico, impulsi elettrici diversi, che la nostra mente ci presenta come colori.
In realtà, nel caso dei colori, sono sopratutto i coni che generano questo meccanismo.
I sette colori possono essere evidenziati indirizzando un raggio di luce verso un prisma di vetro (prisma ottico). La luce uscirà dal prisma suddivisa in sette raggi di sette colori differenti: più inclinato il violetto e, sempre meno inclinati gli altri colori, fino al rosso. Infatti sono maggiormente deviati i raggi con lunghezza d’onda inferiore a causa del diverso indice di rifrazione.
La rifrazione è quel fenomeno ottico per cui un raggio di luce, quando passa da un mezzo ad un altro di diversa densità, subisce una deviazione.
Lo stesso fenomeno avviene nell’arcobaleno: quando il maltempo si allontana e guardiamo verso una zona dove ancora piove, ogni singola goccia di pioggia si comporta come un piccolo prisma ottico.
Nell’ambito dei sette colori, assumono particolare importanza il rosso, il blu ed il giallo. Questi vengono definiti colori primari perchè in nessun modo possono essere generati da altri colori.
Arancio, verde e viola vengono invece chiamati colori secondari, perchè, oltre ad essere presenti autonomamente nello spettro della luce visibile, possono anche essere generati mescolando in parti uguali due colori primari:
Arancio = Giallo + Rosso
Verde = Giallo + Blu
Viola = Rosso + Blu
L’indaco resta fuori da questa classificazione, cara sopratutto agli artisti, che lo considerano una variante del Viola.
Mescolando poi i colori primari e secondari in diverse proporzioni, si ottengono tutti gli altri colori.

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Ingegnere Chimico
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