ABBRONZATURA: UN PERICOLOSO OBBLIGO SOCIALE ?

Nel 1923 la stilista francese Coco Chanel fu la prima donna a lanciare la moda dell’abbronzatura. Fino ad allora la pelle chiara era stata sinonimo di aristocrazia e, sopratutto le donne, cercavano di evitare il più possibile i raggi solari.
Come si vede, la moda isterica dell’abbronzatura a tutti i costi, che fra l’altro esiste solo in Occidente e particolarmente in Italia, è abbastanza recente ed ha meno di 100 anni. In 5.000 anni di Civiltà Umana, si è sempre cercato il più possibile di evitare di abbronzarsi per distinguersi da contadini ed operai che, lavorando all’aperto, erano, loro malgrado, più scuri di pelle nella stagione estiva. Ancora oggi le donne giapponesi girano con l’ombrellino per evitare il sole e conservare la pelle chiara.
Il fatto è che ormai l’Abbronzatura è uno “Status Symbol”: è la prova inconfutabile che si è stati in vacanza, anche se magari è stata ottenuta in città fuori al balcone o sul terrazzo ….
Psicologi e Sociologi hanno creato un neologismo per definire questo fenomeno: Tanoressia, parola che deriva dal termine inglese “Tan” (abbronzatura) e da quello greco “Orexis” (appetito).
La Tanoressia è dunque un bisogno quasi ossessivo di esporsi il più possibile ai raggi ultravioletti, naturali o artificiali che siano, per apparire sempre abbronzati.
Il tanoressico pensa di non essere mai abbastanza abbronzato e questo fenomeno ha dei tratti in comune con l’anoressia: l’anoressico è convinto di non essere mai abbastanza magro, anche se ormai ridotto a pelle ed ossa.
C’è poi un’altra questione da considerare: non è vero che il Sole fa bene alla pelle.
Due sono gli aspetti negativi di una eccessiva esposizione ai raggi solari: un precoce invecchiamento della pelle con la formazione di rughe, anche vistose, ed un forte rischio di sviluppare tumori della pelle, il terribile melanoma, in molti casi mortale. I casi di cancro alla pelle sono in costante aumento in questi ultimi anni.
E’ doveroso osservare che l’abbronzatura è un disperato tentativo della nostra pelle di difendersi dai raggi ultravioletti provenienti dal Sole o dalle lampade artificiali: delle particolari cellule della pelle, i melanociti, producono il pigmento melanina che ha una certa capacità di difendere la pelle dalle successive esposizioni solari.
Per chi proprio non può fare a meno di abbronzarsi, questi sono gli accorgimenti minimi da adottare:
– I primi giorni di esposizione al Sole usare una crema ad alta protezione, minimo fattore 50 che ha la capacità di assorbire il 96% dei raggi ultravioletti. Dopo qualche giorno si può passare ad una protezione media (15 – 20) che pure ha la capacità di difenderci dal 90% delle radiazioni ultraviolette.
– Evitare di esporsi al Sole nelle ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16, quando è massimo l’irraggiamento dei raggi ultravioletti.
– Spalmare la crema antisolare almeno 15 minuti prima di esporsi al Sole e rinnovare la sua applicazione ogni due ore se si resta molto tempo in spiaggia.
Queste precauzioni valgono anche se il cielo è nuvoloso. I raggi ultravioletti attraversano le nuvole ! E non fidatevi neanche dell’ombrellone: il 50% dei raggi ultravioletti arriva lo stesso, a causa del riverbero.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
Questa voce è stata pubblicata in CONTROINFORMAZIONE e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.