AFRICA ORIENTALE ITALIANA: UNA GUERRA DIMENTICATA

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, tutto l’Impero fu coinvolto nelle operazione militari. Qui ci occuperemo in particolare delle vicende che interessarono l’Africa Orientale Italiana, che forse sono le meno conosciute.
Il progetto fascista era molto ambizioso: conquistare Sudan ed Egitto, in modo da collegare la Libia alla parte meridionale dell’impero. Era prevista anche un’avanzata verso sud-ovest, in Kenia.
I primi giorni di guerra furono caratterizzati da numerosi successi italiani: già l’11 giugno l’aviazione italiana bombardò Port Sudan ed Aden ed il 13 giugno la base inglese di Wajir in Kenia.
Subito dopo il Vicerè dell’Africa Orientale Italiana, Duca Amedeo d’Aosta, iniziò due diverse offensive: una a nord ai confini del Sudan ed un’altra a sud verso il Kenia.
Nella prima offensiva (Sudan), gli italiani penetrarono subito per 20 kilometri oltre il confine e, nella seconda (Kenia), si spinsero ben 100 kilometri oltre il confine.
In entrambi i casi furono conquistati numerosi villaggi e neutralizzate alcune basi inglesi.
Il successo più evidente dell’avanzata italiana fu però la conquista della Somalia Britannica (Somaliland), completata in soli 16 giorni, dal 3 al 19 agosto.
Ma l’illusione di una “guerra lampo” presto svanì con l’arrivo in Africa di ingenti rinforzi alleati, provenienti da Inghilterra, India, Sudan, Egitto, Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda.
La controffensiva alleata fu altrettanto rapida: tra il novembre 1940 ed il gennaio 1941, gli italiani furono costretti a ripiegare in Etiopia sia dal Sudan che dal Kenia.
La successiva avanzata delle truppe alleate in Etiopia fu soltanto rallentata dall’eroico comportamento delle truppe italiane nelle battaglie di Agordat e di Cheren. Nella prima gli italiani in inferiorità di uomini e mezzi resistettero dal 26 al 31 gennaio e nella seconda dal 3 febbraio al 27 marzo.
Nel frattempo (marzo 1941) gli alleati riconquistarono il Somaliland ed iniziarono, anche da li, l’avanzata all’interno dell’Etiopia.
Persa ormai quasi tutta l’Etiopia e lasciata la capitale Addis Abeba nelle mani della sola polizia italiana, il Vicerè Amedeo d’Aosta si asserragliò con soli 7.000 uomini presso la montagna dell’Amba Alagi nel Tigrè, dove resistette per oltre un mese all’assalto di 41.000 soldati alleati, respingendo innumerevoli attacchi.
L’eroica resistenza ebbe termine solo il 17 Maggio 1941 con la resa degli italiani ai quali gli inglesi resero l’onore delle armi.
Nel frattempo (5 maggio) gli alleati avevano conquistato anche Addis Abeba, nella quale il Negus Haile Selassie era rientrato a bordo di un’Alfa Romeo, preceduta dal comandante inglese su di un cavallo bianco….
Ma la guerra non era ancora finita: la guarnigione italiana di Gondar, guidata dall’eroico generale Guglielmo Nasi, resistette agli inglesi fino al 30 novembre 1941. Anche ad essi gli inglesi tributarono l’onore delle armi.
Infine, per qualche tempo ancora, la resistenza continuò in varie zone dell’Etiopia ad opera di bande irregolari di eroici soldati italiani, fino a spegnersi del tutto.
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