RELIGIONE ED EFFICACIA DEL RITO

Le dottrine tradizionali hanno una visione dell’Ambiente Divino piuttosto differente da quella che ci propongono le tre religioni semitiche (Islam, Cristianesimo e Giudaismo), storicamente molto più recenti.
Fin dalla preistoria l’uomo ha avuto la “sensazione” e, talvolta la coscienza, dell’esistenza di forze ed entità a lui superiori, ubicate in diversi piani della realtà, ed ha cercato di ottenerne il favore.
Chiariamo subito che, secondo la visione tradizionale, queste forze ed entità sono parte integrante della Manifestazione e, proprio come l’uomo, prigioniere della sua illusorietà: nate, come tutto l’esistente, all’inizio di un Ciclo Cosmico, scompariranno alla sua fine, riassorbite nel Principio Primo, assoluto, indescrivibile, senza inizio ne fine.
In questa ottica si può comprendere il significato del Rito: una serie di azioni, svolte da una o più persone consacrate, con le quali ottenere il favore di una particolare divinità per una qualche esigenza della comunità.
I principali elementi costitutivi del Rito sono il Sacrificio e la recitazione di particolari formule sempre identiche ed immutabili nel tempo.
Il Sacrificio consiste nell’offerta alla divinità di oggetti, cibo, animali o anche, nel passato, di esseri umani.
La recitazione delle formule in modo ripetitivo ha lo scopo principale di “staccare” la mente dell’officiante dal mondo sensibile, permettendogli così di “contattare” il piano di esistenza della divinità invocata.
L’efficacia del Rito consiste proprio nella sua azione che oseremo definire meccanica ed automatica: se eseguito correttamente, le forze e le entità invocate vengono imbrigliate e quasi costrette ad eseguire le richieste degli officianti.
Il lettore avrà la netta sensazione che stiamo parlando di un lontano passato, ma non è così: tutte le grandi Religioni attuali hanno inglobato queste tradizioni, per cui stiamo parlando di un argomento estremamente attuale.
Limitandoci alla Tradizione Cristiana Occidentale, possiamo senz’altro affermare che la Santa Messa, caratterizzata dalla liturgia e dal sacrificio del pane e del vino, si inquadra perfettamente nel discorso del Rito e della sua efficacia.
Tornando invece al discorso sulle forze e le entità che venivano invocate nel lontano passato, non possiamo non rilevare che il Cristianesimo, sopratutto quello più popolare, ne ha assorbito il culto, la venerazione ed i Riti relativi.
Pensiamo soltanto alla figura di Maria, divinità femminile per eccellenza, venerata fin dagli albori della civiltà umana.
La principale preghiera a lei dedicata, il Santo Rosario, ha tutte le caratteristiche delle formule ripetitive dell’antico passato e la sua recitazione, quando raggiunga effettivamente lo scopo di staccare la mente del fedele dal mondo sensibile, può anche essere estremamente efficace e non importa quale sia la vera natura dell’entità alla quale diamo il nome di Maria.
Stesso discorso per le figure di alcuni santi o patroni di qualche paese.
Questi ultimi sono vere e proprie “forze locali” che, in centinaia di anni di venerazione, hanno accumulato una certa energia spirituale, per cui il fenomeno delle “grazie” può essere considerato reale.
Per ottenere la “grazia” non basta però l’energia spirituale dell’entità locale, ma è indispensabile la fede cieca del richiedente. Possiamo infatti affermare che la fede è uno degli elementi indispensabili per l’efficacia del Rito, che, in questo caso, consiste nella preghiera.
Sempre riguardo al Santo Patrono, un altro Rito efficace e spesso molto suggestivo è quello della processione. Non solo quella attuata in occasione del giorno al lui dedicato, ma anche quella svolta in occasione di grandi calamità quali epidemie, terremoti o eruzioni vulcaniche.
Anche alcuni particolari luoghi geografici sembrano essere sede fin dall’antichità di forze ed energie spirituali. Ricordiamo in particolare i luoghi delle apparizioni mariane come Fatima o Lourdes, tanto per fare solo due esempi.
Non ci sentiamo di aggiungerci al coro degli scettici riguardo alle guarigioni ivi avvenute. Tutto sta ad inquadrare nella giusta dimensione quali siano le entità sovrasensibili intervenute.
Abbiamo limitato il nostro discorso al Cristianesimo, ma avremmo potuto fare considerazioni analoghe per tutte le altre Religioni.
Un discorso a parte meriterebbe forse il Giudaismo in quanto gli Ebrei potrebbero essere il popolo eletto proprio della entità planetaria più elevata in gerarchia.
Come si vede, abbiamo spesso usato i termini “forze” o “entità” nel descrivere i soggetti ai quali sono indirizzati riti e preghiere ed abbiamo subito inizialmente precisato che sono parte integrante del mondo sensibile, prigionieri come noi della Manifestazione e vittime di quell’Ignoranza metafisica che fa credere reale ciò che illusorio ed ingannevole.
Probabilmente si tratta di entità planetarie, cioè relative solo al nostro piccolo pianeta sperduto nell’immensità dell’Universo, per cui la loro importanza andrebbe inquadrata nella sua giusta dimensione.
Per l’uomo c’è invece una possibilità grandiosa: quella di sfuggire al mondo illusorio della Manifestazione e di assumere la consapevolezza della sua identità col Principio Primo, con l’Assoluto.
Inizialmente le grandi Religioni, con i loro Riti e la loro liturgia, gli possono essere d’aiuto nel lungo e difficile cammino verso l’illuminazione. Ad esempio il sacramento del Battesimo della Tradizione Cristiana ha ancora un debole valore iniziatico.
Ma, arrivato ad un certo livello, nessun Rito sarà più sufficiente. Egli sarà completamente solo: non vi sono divinità che vengono in suo soccorso, non vi è un Salvatore. Il mondo divino è egualmente prigioniero della manifestazione e nessun dio può mai essere superiore ad un illuminato.
Egli dovrà restare imperturbabile man mano che, nella sua ascesa, altri mondi ed altri piani della realtà gli si presenteranno. Sopratutto non si dovrà lasciare incantare da alcuno di essi, cosciente della loro illusorietà.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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