Uno dei fattori principali per l’avanzamento del progresso umano e per la diffusione delle idee e delle scoperte è stata sicuramente l’invenzione della stampa. Con questa innovazione, la preparazione di un’unica matrice per stampare innumerevoli copie, sostituiva l’estenuante lavoro degli amanuensi che copiavano i libri “a mano”.
In questa breve nota descriveremo i principali procedimenti di stampa nel loro sviluppo storico.
XILOGRAFIA (xilos = legno – graphos = scrittura).
E’ il più antico procedimento di stampa, usato dai cinesi già nell’VIII° secolo avanti Cristo.
E’ un sistema “a rilievo”: consiste nell’incidere una matrice di legno duro, in modo da asportare le parti non stampanti cosicchè le parti stampanti restano in rilievo e possono essere inchiostrate.
La matrice viene poi pressata sul supporto (per esempio un foglio di carta) mediante un torchio, in modo da trasferire su di esso le scritte e le eventuali immagini.
Per asportare le parti non stampanti, si usano il bulino o le sgorbie: il bulino è una sottile asta d’acciaio che termina con un taglio obliquo che ne rende affilata la punta. Le sgorbie hanno invece le lame sagomate in modi differenti.
La Xilografia si diffuse successivamente nell’Impero Romano e poi, nel Medio Evo, in tutta l’Europa, dove veniva usata per stampare immagini religiose, carte da gioco, illustrazioni varie, ma anche interi libri. In questi ultimi prevalevano le immagini sulle parti scritte per l’evidente difficoltà di creare un’intera pagina scritta con tale metodo.
In epoca moderna venne usata da artisti famosi per creare raffinate opere d’arte.
CALCOGRAFIA
E’ un sistema di stampa “ad incavo”, cioè, a differenza della Xilografia, l’inchiostro si deposita sulle parti incise. Il sistema fu usato per la prima volta dall’orafo fiorentino Maso Finiguerra nel 1450.
La matrice è di metallo, quasi sempre zinco o rame.
Per ottenere l’incisione, si possono usare due metodi: diretto o indiretto.
Nel metodo diretto, l’incisione viene fatta a mano mediante la puntasecca (un ago di acciaio molto appuntito, usato come una matita).
Si inchiostra tutta la lastra e poi si asporta con una spatola l’inchiostro in eccesso, in modo che esso rimanga solo nelle parti incise e le parti lisce ne siano completamente libere.
Infine, mediante il torchio, si pressa il foglio sulla lastra, in modo che la stampa venga trasferita.
Nel metodo indiretto si sfrutta l’azione corrosiva degli acidi sul metallo, per ottenere l’incisione.
Dopo aver lavato la lastra, la si ricopre con uno strato di cera o vernice, poi la si annerisce col nerofumo.
L’altra faccia della lastra viene protetta dall’azione dell’acido mediante del nastro adesivo.
A questo punto si esegue il disegno, mediante un qualsiasi oggetto appuntito. Resteranno così scoperte solo le parti di metallo che saranno corrose dall’acido, mentre le parti non stampanti resteranno coperte dalla cera o dalla vernice, che non vengono attaccate dagli acidi.
La lastra così preparata va ora immersa nell’acido. Nella Calcografia tradizionale si usa la cosidetta Acquaforte costituita da una parte di Acido Nitrico (HNO3) e tre parti di acqua. L’azione dell’acido viene chiamata “morsura”.
La morsura viene evidenziata dallo sviluppo di bollicine di gas dalle parti metalliche scoperte, idrogeno nel caso di lastra di Zinco o Ipoazotide (fortemente irritante) nel caso di lastra di Rame.
L’esperienza dell’operatore è fondamentale per stabilire il tempo della morsura: se la lastra resta troppo tempo nell’acquaforte, si può anche bucare, mentre, se resta troppo poco tempo, le incisioni risulteranno insufficienti.
Si tenga presente che il Rame ha bisogno di più tempo rispetto allo Zinco per ottenere un’incisione sufficiente.
Al termine della morsura, si estrae la lastra dall’Acquaforte, si tolgono la cera ed il nastro adesivo e si inchiostra e si stampa come abbiamo descritto nel metodo diretto.
Dalla Calcografia deriva il metodo moderno del Rotocalco.
LITOGRAFIA (litos = pietra)
Nel 1796 il tedesco Aloys Senefelder scoprì in Baviera, nelle cave vicino a Monaco, una particolare pietra che poteva essere usata come matrice per un metodo di stampa “in piano”
Questa pietra aveva la proprietà di essere idrofila, cioè aveva la capacità di trattenere un velo di acqua.
Nella Litografia si opera in questo modo: dapprima si leviga perfettamente la pietra litografica, poi si esegue il disegno con una matita grassa, detta appunto matita litografica.
Si bagna con acqua tutta la superficie della pietra (attualmente vengono usati altri liquidi particolari al posto dell’acqua).
Come è noto, grasso ed acqua sono immiscibili, per cui il liquido verrà respinto dal tratto disegnato e sarà trattenuto solo sulle parti scoperte della pietra.
Successivamente si inchiostra tutta la superficie della pietra litografica: poichè anche l’inchiostro è una sostanza grassa, questo sarà respinto dalle parti bagnate della pietra e “costretto” a ricoprire solo le parti disegnate.
Infine si stampa usando un particolare tipo di torchio, detto appunto torchio litografico.
Dalla Litografia deriva il metodo moderno dell’Offset.
STAMPA A CARATTERI MOBILI (Tipografia)
E’ sicuramente una delle più grandi invenzioni della storia umana, perchè, ha permesso di stampare i libri in migliaia di copie, anzichè in poche decine, come nella stampa xilografica.
Questo metodo di stampa deriva direttamente dalla Xilografia e la tradizione ne attribuisce l’invenzione al tedesco Johann Gutemberg nel 1455, almeno per quanto riguarda l’Europa.
In questo metodo, l’operatore deve disporre di un completo set di caratteri singoli (lettere maiuscole e minuscole, numeri, punteggiatura ed altri simboli).
Questi caratteri sono costituiti da una lega metallica di Piombo, Stagno ed Antimonio, detta “lega tipografica”.
Ciascun carattere porta la lettera o qualsiasi altro simbolo, incisa a rilievo sulla faccia superiore di un parallelepipedo, che può essere accostato agli altri caratteri nella cosidetta “composizione” del testo.
Nella composizione, i caratteri vengono inseriti in un’apposito contenitore, dotato di apposite scanalature, in modo da formare il testo di una pagina.
Si inchiostra e stampa come nella Xilografia.
Il vantaggio di questo metodo è che i caratteri vengono fabbricati una volta per tutte e poi riutilizzati per testi differenti.
Nella tipografia moderna la composizione viene effettuata da apposite macchine (linotype e monotype).